riposare
È adoperato per lo più come intransitivo o intransitivo pronominale; più raro il costrutto transitivo. Nel senso proprio di " riprendersi ", " ristorarsi " dopo una fatica, ricorre in contesti metaforici: così nelle parole che la Pia rivolge a D. (Pg V 131 quando tu sarai tornato al mondo / e riposato de la lunga via, " cum requieveris e longo itinere, percurso Inferno, Purgatorio et Paradiso ", Benvenuto), o in Cv IV XII 8 pongasi mente... a la vita di coloro che dietro a esse [le ricchezze] vanno, come vivono sicuri quando di quelle hanno raunate, come s'appagano, come si riposano (il tono è chiaramente ironico). Con più ampio significato in Vn XIV 8 io, riposato alquanto, e resurressiti li morti spiriti miei... (D. si è appena " riavuto " dal turbamento prodottogli dalla vista di Beatrice). Cfr. anche Fiore CCXXIII 4 e 5.
Hanno valore figurato le occorrenze di Vn XX 4 7 Falli [all'anima] natura quand'è amorosa, / Amor per sire e 'l cor per sua magione, dentro la qual dormendo si riposa, e XXXVIII 1 Questa è una donna... apparita forse per volontade d'Amore, acciò che la mia vita si riposi, " trovi requie ". Si veda poi, con più forte pregnanza di significato, If X 94, dove D. augura alla semenza di Farinata di ‛ trovar pace ' (Torraca) dalle traversie dell'esilio: se riposi mai vostra semenza...: " abbia tregua, cioè ottenga di rientrare in patria " (Chimenz). A questo passo è, secondo il Bosco (cfr. D. vicino, Caltanissetta-Roma 1966, 191), da accostare quello di Cv I III 4, dove D. parla del suo desiderio... di riposare l'animo stancato, cioè di tornare a Firenze dopo le amarezze dell'esilio.
Con riferimento al riposo della morte, in Cv IV XXVIII 7 O miseri... che con le vele alte correte a questo porto [fuor di metafora, la morte], e là ove dovreste riposare, per lo impeto del vento rompete.
Per estensione di significato, il verbo vale " stare ", " dimorare ", accompagnato dall'idea di sospensione della fatica: If XXVI 25 'l villan ch'al poggio si riposa, " che ha sua stanza, dov'egli si riposa al poggio " (Daniello); e, in costrutti figurati, Rime XLVIII 17 il gentil cor che 'n te riposa; Fiore CLXXXII 7 non si guarderà de le fallace / in che la volpe si riposa e giace (si noti la dittologia sinonimica). In Cv IV VI 8 ma[lag]evole fu molto a scernere quello [quel fine] dove dirittamente ogni umano appetito si riposasse, sta per " venire appagato ", " essere soddisfatto ". Detto della speranza, r. significa " poggiare ", " fondarsi ": Rime L 42 E voi pur sete quella ch'io più amo / ... e 'n cui la mia speranza più riposa.
Costruito transitivamente, con il valore causativo di " dare riposo ", " ristorare ": Pg IV 95 quivi di riposar l'affanno aspetta, " riposarti dall'affanno " (Scartazzini-Vandelli). per la variante posato / riposato di If I 28, cfr. Petrocchi, ad l.; e v. POSARE.
In If IV 4 Ruppemi l'alto sonno ne la testa / un greve truono, sì ch'io mi riscossi / come persona ch'è per forza desta; / e l'occhio riposato intorno mossi, il participio è generalmente inteso, sia dagl'interpreti antichi che dai moderni, nel senso " più naturale " (Grabher) di " ristorato " dal sonno. Il Boccaccio, però, seguito dall'Anonimo e, sostanzialmente, dal Torraca, chiosava: " dice riposato, percioché prima invano si faticherebbe di guardare chi è desto per forza, se prima alquanto non fosse lo stupore dello essere stato desto cessato: conciossiacosaché non solamente l'occhio, ma ciascun altro senso n'è incerto di sé divenuto ". Il Magalotti propone " cheto, come conviene fare a colui che vuole guardare fiso alcuna cosa ". Più di recente il Sapegno ha sostenuto che r. " significa soltanto che l'occhio ha riacquistato le facoltà ch'eran venute meno mentre Dante era svenuto ". Il Chimenz, infine, nota: il participio " può essere attributo di occhio, o (meno probabilmente) apposizione del sogg. io; ma il concetto non è chiaro: chi è desto per forza non si sente riposato, almeno al primo momento. Potrebbe intendersi ‛ dopo che fu [l'occhio, o il poeta] tutto riposato, e cessata la prima incertezza ' (Torraca); ma, stando alla lettera del testo, il guardarsi intorno sembra seguire immediatamente il forzato risveglio ".
Netto il valore aggettivale del participio in Pd XV 130 A così riposato, a così bello / viver di cittadini... / Maria mi diè, cioè " tranquillo ", " sereno ", " pacifico "; cfr. XVI 149 vid'io Fiorenza in sì fatto riposo.
Nel senso di " riporre " si registra in Fiore CXCVI 2 Del bel valletto che vo' mi parlate, / in cui tanta vertute è riposata.