riprendere [partic. pass., in rima, ripriso]
1. Nel semantema iterativo, non è attestato né in D. lirico né in Fiore e Detto; mentre ricorre più spesso (e con maggior varietà di significati) nel poema che nel trattato (una sola volta nella Vita Nuova).
Sta per " prendere di nuovo ", " riacquistare ", in Cv IV XXVIII 13 Marzia tornò a Catone e richiese lui e pregollo che la dovesse riprendere [g]ua[s]ta: per la quale Marzia s'intende la nobile anima; Pg XXVIII 125 [l'acqua dei fiumi nel Paradiso terrestre] esce di fontana salda e certa, / che tanto dal voler di Dio riprende, / quant'ella versa da due parti aperta, cioè " deriva da una fonte che è sempre uguale a se stessa e non viene mai meno; la quale dalla volontà di Dio, e non per cause naturali, riacquista ad ogni momento tanta acqua quanta ne versa scorrendo in due direzioni " (Sapegno).
Col valore materiale di " ghermire ", " afferrare di nuovo ", in If XXXIII 77 riprese 'l teschio misero co' denti (il sintagma vale " azzannò ancora ").
Nella peculiare sfumatura di " ottenere ", " acquistare " o (nel costrutto con ‛ per ') " ricevere in cambio ", adibita a un motto proverbiale non senza una sottile allusione al misfatto compiuto da frate Alberigo, quel da le frutta del mal orto (che fece assassinare i parenti al momento di servire la frutta nel convito loro offerto), in If XXXIII 120 qui riprendo dattero per figo fuor di metafora, " sconto la mia grave colpa con una pena anche più grave " (Sapegno). Finemente il Torraca: " variante opportuna, a proposito di frutta, dell'adagio ‛ pan per focaccia ' ".
Meno legata al piano fisico l'accezione riscontrabile in Pd XIV 82 Quindi ripreser li occhi miei virtute / a rilevarsi (" acquistarono, trassero di nuovo "); mentre in If I 29 ripresi via per la piaggia diserta ci si orienta piuttosto (cfr. Prendere 7.) verso il semantema " ricominciare " (o, nel sintagma, " m'incamminai di nuovo ").
Per " ripigliare ", sorprendere, cogliere di nuovo ", detto di un pensiero rispetto all'animo del poeta, in Vn XV 1 mi giunse uno pensamento forte, lo quale poco si partia da me, anzi continuamente mi riprendea (ma il passo è ambiguo, né si può escludere una traduzione " mi rimproverava ").
O altrimenti " impossessarsi ancora di ", " vincere, dominare di nuovo ": Pg IV 126 o pur lo modo usato t'ha ripriso? (rima siciliana), detto delle pigre abitudini di un tempo. Ma il Petrocchi preferisce stampare t'ha' (soggetto, dunque, Belacqua); e con questa lettura il luogo rientrerebbe tra quelli citati all'inizio. V. anche PRENDERE.
2. Nel semantema (già latino) di " ammonire ", " biasimare ", " rimproverare ", il verbo manca in D. lirico ed è ristretto all'uso prosastico e ‛ comico ' (eccettuata la prima cantica), a volte con ‛ iuncturae ' sinonimiche (e ‛ reduplicationes ') o più spesso determinato da un complemento di limitazione piuttosto che di causa (‛ r. di qualcosa '), se non dal più comune complemento oggetto.
Oltre che in Fiore Cv 10 i' vo' riprender sanz'esser ripreso, e CXXXIV 2 sì forte il biasimava e riprendea, il termine si trova per tale accezione nella diatesi attiva e passiva e (in un caso) nell'infinito sostantivato: Vn XXX 2 se alcuno volesse me riprendere di ciò; Cv I II 5 [l'uomo] ne la camera de' suoi pensieri se medesimo riprender dee e piangere li suoi difetti, e non palese; V 3 a sodisfacimento di ciò che riprendere si potesse per la notata ragione; II IX 6 La seconda cosa che dice, si è che riprende la sua disobedienza ... Poi procede a la terza cosa , e dice che non dee sé riprendere di provvedimento, ma loro di non ubbidire; X 2-5 ne la prima [lo pensiero avverso riprende l'anima di viltade; e appresso comanda quello che far dee quest'anima ripresa, cioè ne la seconda] parte ... come dice Boezio ne la sua Consolazione, " ogni subito movimento di cose non avviene sanza alcuno discorrimento d'animo " -; e questo vuoi dire lo riprendere di questo pensiero ... Poi, com'è detto, comanda quello che far dee quest'anima ripresa per venir lei a sé; III I 11 Dico che pensai che da molti, di retro da me, forse sarei stato ripreso di levezza d'animo; IV 16 Intra li quali errori uno io massimamente riprendea, lo quale non solamente è dannoso e pericoloso a coloro che in esso stanno, ma eziandio a li altri, che lui riprendano, porta dolore e danno; Pg XXIX 24 buon zelo / mi fe' riprender l'ardimento d'Eva; XXXII 121 riprendendo lei di laide colpe; Pd IV 7 s'i' mi tacea, me non riprendo / ... né commendo.
Orientato positivamente (in ellissi) verso " rimproverare " mettendo in guardia da qualche errore o peccato, in Pg XV 48 non s'ammiri / se ne riprende perché men si piagna, e Pd XX 126 [Rifeo] riprendiene le genti perverse.
Nella peculiare sfumatura di " censurare polemicamente ", " motteggiare beffardamente ", con riferimento a uno dei soliti blasoni popolari contro una città, nella fattispecie Lucca, per cui D. aveva già (If XXI 41-42) riecheggiato voci diffamanti (moltiplicate nelle schernevoli maldicenze dei commentatori), quindi con implicita palinodia, in Pg XXIV 45 ti farà piacere / la mia città, come ch'om la riprenda (Buti: " Questo dice, imperò che li Lucchesi sono ripresi di loro costumi e del loro parlare ").