riprensione
. Secondo la definizione ciceroniana (Invent. I XLII 78), " Reprehensio est, per quam argumentando adversariorum confirmatio diluitur [aut infirmatur] aut elevatur ": si trattava dunque di quella parte dell'oratio che veniva dedicata alla confutazione delle tesi avversarie. In D. il vocabolo tiene poco di questo significato tecnico e vale piuttosto " accusa ", " rimprovero ", " nota di biasimo " o soltanto " osservazione " correttiva di quanto è stato detto: per fuggire questa riprensione (Cv I III 2); a torre via questa riprensione (III I 11); intendo purgare la canzone da una riprensione (IX 1); e v. Vn XV 3, Cv I III. L'espressione se non mi fosse stata riprensione (Vn XXII 7) ha il senso di " se non mi fosse stata motivo di biasimo ".
Per il detto di Salomone cui si allude in Cv IV XXIV 16 quelli che umilmente e obedientemente sostiene dal correttore le sue corrett[iv]e riprensioni, la probabile fonte di Prov. 15, 31 (Giuliani, Moore, Flamini) indica come termine latino corrispondente a r. increpationes, da intendere " rimproveri " e insieme " esortazioni ", cioè " rimproveri intesi ad esortare al bene ". Il Vandelli tuttavia trova più opportuno riportare il testo dantesco a Prov. 13, 18: in questo caso si verificherebbe un libero adattamento in volgare della frase latina " Qui autem acquiescit arguenti glorificabitur ".