rischio
Indica l'eventualità di subire un danno, in Pd XXV 133 sì come, per cessar fatica o rischio, / li remi, pria ne l'acqua ripercossi, / tutti si posano al sonar d'un fischio: " quando il nocchiere suona 'l fischio, al quale tutti posano i remi; e dice che 'l fa all'uno dei due fini, o perché elli si riposino, o perché essi sono in porto o presso a scoglio, sì che ischifa pericolo di rompere il legno " (Ottimo); " per riposarsi un poco, o per schifare alcuno secco o scoglio " (Buti).
La similitudine, che D. trasse con ogni probabilità da due luoghi di Stazio (Theb. IV 805 ss. e VI 799 ss.; cfr. Moore, Studies I 248), " rinnovandola con felice precisione di parole e dandole il pregio della pittoresca evidenza " (Barbi), indica l'arresto improvviso della danza (l'infiammato giro, v. 130) e del canto di Pietro, Giacomo e Giovanni alle parole pronunziate da quest'ultimo.
Altrove r. fa parte di due locuzioni preposizionali seguite da un infinito: Rime LXXXVII 21 ne sono a rischio di perder la vita; LXXXIX 8 per dare essemplo altrui, ch'uom non si metta / in rischio di mirar la sua figura. Una locuzione simile, seguita da un sostantivo, appare due volte nel Fiore: CLXXX 5 Sì de' la donna... / mostralli di paura gran sembiante / ... e che si mette a rischio de la vita; CCXV 4 li dica a la madre ogne su' stato, / com'egli è a gran rischio de la vita.