rischio
Condizione su cui incombe una determinata incidenza statistica di alcuni eventi patologici: paziente a r.; gravidanza a r.; gestante, feto a r., ad alto rischio. Il r. riguarda vari aspetti dell’agire medico e assistenziale; possono essere fissati parametri probabilistici che definiscono un valore numerico con il quale viene fissato un indice di valutazione: per es., persistenza di obesità, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia e diabete definiscono per sesso ed età, unitamente ad abitudini alimentari o voluttuarie, il r. di infarto del miocardio collocabile in un determinato arco temporale. In ambito chirurgico il r. può riferirsi alle potenziali complicazioni durante l’atto operatorio e il malato viene informato in questo senso per poter firmare il consenso informato. Importante è anche la valutazione del r. in ambito lavorativo (contaminazione ambientale, adeguato uso di maschere, guanti e materiale di protezione, ecc.).
La gestione del r. in medicina è un settore in grande espansione della medicina contemporanea, soprattutto per quanto concerne la ricaduta sugli aspetti medico-legali, il contenzioso giudiziale e l’impegno assicurativo dei singoli sanitari e delle strutture sanitarie. Esistono nell’ambito amministrativo figure note come risk manager che hanno il compito di occuparsi di questo particolare aspetto, con la finalità di coordinare problemi gestionali e informativi nelle diverse procedure di intervento.
Uno degli aspetti più importanti del rapporto tra medico e malato consiste nella chiarezza dei concetti espressi e nella comunicazione empatica. Trasmettere una corretta informazione sul r. di un trattamento medico o chirurgico, di un’evoluzione nel tempo o semplicemente comunicare una diagnosi a prognosi infausta rappresentano un atto professionale complesso nel quale entra in gioco l’insieme dei parametri che hanno portato alla formazione del medico e alla sua professionalità. Di ancora maggiore complessità è la situazione nella quale il medico deve dare informazioni non certe, non validate in modo completo ed esauriente, su un particolare quadro morboso. Esistono varie condizioni oggettivabili sulla comunicazione del r., ma ancora oggi questo è uno dei capitoli che mettono in gioco una risposta psicologica di attesa con quella che genericamente viene definita fiducia o attendibilità del medico.
È un ulteriore capitolo del problema, che fa riferimento alla lettura che l’interessato fa della comunicazione fornitagli. Si tratta di una serie di circostanze, molte delle quali fortemente condizionate da un background non valido scientificamente, ma che insiste sulla potenziale reattività della persona. Basti pensare alla percezione del r. verso la terapia omeopatica, della quale non si ha dimostrazione di alcuna efficacia terapeutica su patologie non condizionabili dall’effetto placebo, e come venga rifiutata la vaccinazione in alcuni bambini perché il vaccino può essere foriero di complicazioni neurologiche. È questo l’aspetto più complesso del problema, in qualche modo non risolvibile, perché la percezione del r. è materia di elaborazione soggettiva ma ha grandi conseguenze sulla dinamica dei comportamenti (il fatto che esistano complicanze rarissime alla vaccinazione non esime dal farla per la protezione della società).