riserva bancaria
Ammontare in monete e titoli facilmente realizzabili, che le banche devono tenere per poter soddisfare domande di ritiro di depositi e pagamento di altri impegni a vista. Le banche sono istituzioni finanziarie la cui principale funzione è quella di raccogliere depositi e fare prestiti (➔ prestito) nella forma di impieghi o di acquisto di titoli, utilizzando a tale scopo i depositi (➔ deposito bancario) ricevuti dai clienti. I prelievi fatti dai clienti sono mediamente inferiori all’ammontare dei depositi e ciò consente alle banche di usare questi ultimi per dare credito (➔) agli operatori economici.
La principale fonte di profitto delle imprese bancarie è la differenza fra la remunerazione pagata sui depositi dei risparmiatori e quella ricevuta da coloro che ottengono il credito bancario (interessi attivi). Ciò significa che, coeteris paribus, le banche guadagnano tanto più quanto maggiore è l’ammontare dei prestiti da loro effettuati. Ma esse non possono prestare tutti i depositi ricevuti, sia perché sono sottoposte all’obbligo di tenere sotto forma di r. una quota percentuale dei depositi (detta r. frazionaria, in quanto costituisce una frazione dei depositi), sia perché le banche stesse decidono di tenere anche r. libere oltre a quelle obbligatorie. La ratio delle r. obbligatorie era originariamente quella di tutelare i depositanti e garantire che vi fosse liquidità sufficiente a fronte di eventuali prelievi. In seguito, la funzione delle r. obbligatorie è divenuta piuttosto quella di garantire maggiore solidità patrimoniale alle istituzioni creditizie nel caso di difficoltà economiche dell’impresa bancaria. La ratio delle r. libere decise dalle banche stesse risiede, invece, nel fatto che rimanere senza liquidità costa, giacché si rischia di essere costretti a prendere a prestito o dalla banca centrale o dalle altre banche.
Dal punto di vista delle autorità monetarie (le banche centrali), l’obbligo della r. si presenta come uno dei possibili strumenti della politica monetaria: un aumento della percentuale di r. costringe gli intermediari bancari a prestare un ammontare inferiore di depositi (manovra che, via il moltiplicatore monetario, restringe l’offerta di moneta), mentre una riduzione delle r. obbligatorie permette alle banche di ampliare l’ammontare del credito (manovra che, via moltiplicatore monetario, amplia l’offerta di moneta). Come strumento di politica monetaria, la percentuale di r. è stata spesso utilizzata nel passato (per es. in Italia alla fine degli anni 1940, per porre fine all’inflazione postbellica), ma lo è assai meno oggi, perché vengono preferiti strumenti di controllo che passino per il mercato (le operazioni di mercato aperto). ● La BCE sottopone a obbligo di r. le istituzioni creditizie per un aggregato di passività che comprende depositi, titoli di debito emessi, titoli del mercato monetario. Su queste passività è dovuta una r. nella misura del 2%. La percentuale di r. obbligatoria al 2012 è assai ridotta, rispetto ai passati decenni, in Paesi come l’Italia, dove l’obbligo di r. era tradizionalmente assai elevato.