rispondere (respondere)
La variante latineggiante è accolta dagli editori solo in Rime LXXXIII 104 (non responde / il lor frutto a le fronde) e Fiore CCXX 9 (Vergogna sì respuose). Per il pass. remoto i testi critici recano rispuosi (rispuose, respuose, rispuoser) nella Vita Nuova, nel Convivio e nella Commedia, rispose nelle Rime; nelle edizioni del Fiore di cui disponiamo le forme dittongate si alternano con quelle scempie. In If XXI 102 rispondien è III plur. imperf. indicativo.
Fondamentalmente " replicare ", a voce o per iscritto, a un interrogante, per esaudirne le richieste. Tuttavia la risposta può essere indirizzata anche a termini astratti implicanti una domanda o riferentisi a una domanda, così come soggetto del verbo può essere una qualsiasi facoltà spirituale, o una personificazione, o un componimento poetico.
In tal senso ora ha uso assoluto, ora è seguito dal dativo, ora come transitivo regge un complemento diretto oppure una proposizione oggettiva. Accetta anche la costruzione intransitiva pronominale e impersonale.
Qualche volta è accompagnato da avverbi, espressioni avverbiali o aggettivali che contestualmente specificano i modi e i gradi del r.: rispose in voce con sospiri mista (Rime CIV 32); ed ella mi rispose come un greco (LXXII 6; cioè " superbamente "); rispondo brieve con poco pensare (XCIII 2); mi rispuose... lieta, / ch'arder parea d'amor nel primo foco (Pd III 68); così chiusa chiusa mi rispuose (V 138).
I discorsi tra il protagonista e altri personaggi della Vita Nuova, l'inserimento nel ‛ libello ' di dispute tra Amore, anima, cuore, pensieri e spiriti diversi secondo i moduli cari allo Stil nuovo, nonché qualche accenno a corrispondenze poetiche, gli episodi quasi sempre a struttura dialogica che si susseguono nella Commedia (come nel Fiore) richiedono di continuo, in queste opere, l'uso del vocabolo in oggetto e talvolta l'incaricano di stringere in sé i nodi essenziali dell'azione o per lo meno d'introdurre e preparare scene di cospicuo impegno poetico.
Si ricordi (per limitarci al poema) come D. reagisca, dopo il primo tempo narrativo di Francesca, al che pense? del maestro sottolineando il suo dire con pause e lentezza di ritmo (Quando rispuosi, cominciai: " Oh lasso... ", If V 112), con quale dolente stupore si volga al grido di Brunetto (chinando la mano a la sua faccia, / rispuosi: " Siete voi qui, ser Brunetto? ", XV 30), che asprezza di modi riserbi al simoniaco Nicolò III Orsini (Io non so s'i' mi fui qui troppo folle, / ch'i' pur rispuosi lui a questo metro, XIX 89); si pensi ancora allo scandito epilogo di Ciacco (più non ti dico e più non ti rispondo, VI 90), al vano ragionare di Guido da Montefeltro, illuso di celare al mondo la sua miseria (però che già mai di questo fondo / non tornò vivo alcun, s'i' odo il vero, / sanza tema d'infamia ti rispondo, XXVII 66), all'ansia di uno spirito penitente (rispondi a me che 'n sete e 'n foco ardo, Pg XXVI 18), all'impazienza severa di Beatrice (Che pense? / Rispondi a me; ché le memorie triste / in te non sono ancor da l'acqua offense, XXXI 11), alla carità fervorosa di Cacciaguida (per chiare parole e con preciso / latin rispuose quello amor paterno, Pd XVII 35), o infine alla solenne professione che conclude l'inchiesta sulla fede di D.: E io rispondo: Io credo in uno Dio / solo ed etterno (XXIV 130).
Ma di solito il verbo ha rilievo più modesto e funge da semplice connessione tra una battuta e l'altra dei personaggi (raro il caso che ricorra in rievocazioni di esperienze terrene, come nel racconto del conte Ugolino: Perciò non lagrimai né rispuos'io / tutto quel giorno né la notte appresso, If XXXIII 52).
A testimonianza di tale uso generico valgano i seguenti esempi: io, accorgendomi del malvagio domandare che mi faceano... rispondea loro che Amore era quelli che così m'avea governato (Vn IV 2); Ed io, rispondendo lei, dissi cotanto: " In quelle parole che lodano la donna mia " (XVIII 6); che avrestù da rispondere, ponendo che tu avessi libera ciascuna tua vertude in quanto tu le rispondessi? (XV 1); non vuole altro dire, se non rispondere a ciò che detto è dinanzi (Cv IV X 12); domandato che fosse gentilezza, rispuose ch'era antica ricchezza e belli costumi (IV III 6); se tu se' quelli che mi rispondesti, / fammiti conto (Pg XIII 104); cotal principio, rispondendo, femmi (Pd XV 90); La vecchia sì rispuose san tardare (Fiore CXXXIX 1); Quand'i' udi' quel buon risposto fino / che la gentil rispuose (CCXXVIII 2; si noti l'accusativo interno); Or mi rispondi e dì (Detto 119).
Con significato simile in Rime XL 4 (Com so rispondo a le parole ornate), LXXII 13, LXXXVI 12, CVI 77; Vn III 13 e 14, XII 6, XV 2 (due volte), XVIII 7, XXII 7, 8 e 17, XXIII 15, XXV 9, XXXVIII 7 e 109 (anticipato al § 7); Cv I XII 1 (due volte), II IX 8, IV XV 13 (due volte), XVII 10; If I 67, 81 e 92, II 44 e 86, III 45, IV 52, VI 58, VIII 36, IX 20, X 50, XII 85, XIII 47 e 93, XIX 134, XV 50 e 80, XVI 65 e 80, XVIII 133, XIX 59, 60 e 63, XXI 102, XXII 47, 81 e 110 XXIII 100 e 133, XXIV 122, XXVI 49 e 55, XXVIII 47, XXIX 13, 92, 110 e 125, XXX 95, 109 e 119, XXXI 100, XXXII 89 e 112, XXXIII 118, Pg I 52, 11 61 e 88, III 65, IV 96, V 35 e 94, VI 53, 69 e 134 (il popol tuo solicito risponde / sanza chiamare, e grida: " I' mi sobbarco! ": dove l'efficacia è in quel r., e per giunta con un grido, a un'inesistente chiamata; si allude all'improntitudine e all'irresponsabilità dei Fiorentini, che si dichiarano pronti ad assumere le cariche pubbliche, mentre altri, fuori di Firenze, consapevoli dei propri limiti, le rifiutano); VII 9, 23, 40 e 49, IX 89, X 85, XI 121, XII 121, XIII 106 e 146, XIV 23, XV 29, XVI 29, 35, 50 e 137, XVIII 41, XIX 82 e 134, XXI 86, XXII 26 e 101, XXIII 57, XXIV 76, XXV 32, XXXI 32, XXXIII 9, 91, 95 e 119, Pd II 46, IV 123, VIII 117, XIII 49, XIV 37, XVII 124, XX 86, XXI 62 e 82, XXIV 103, XXV 62, XXXI 58 e 70; Fiore II 9, LXVIII 13, LXX 13, LXXV 4, LXXXV 1, CXVII 2, CXXXI 10, CXL 5, CXCV 2, CCXX 9.
Peculiare del Convivio, in virtù del suo impianto razionalistico, è il r. a una ‛ questione ' per risolverla, pur se essa sorge di solito nel pensiero dell'autore per effetto di dialettica speculativa o per ipotesi polemica piuttosto che venir proposta da un obiettore in un effettivo dibattito teorico: far mi conviene una questione, e rispondere a quella (IV VII 6); qui surge in dubbio una questione, da non trapassare sanza farla e rispondere a quella (XII 11); Potrebbe dire alcuno... A questa questione si può leggermente rispondere che, ecc. (II VIII 5); e v. ancora IV XII 13 e 20 (due volte), XIII 1, XXIX 4 e 11.
In altri esempi introduce, più esattamente, la confutazione o la correzione di concetti ritenuti erronei: rispondo che non è vero... (Cv III VII 9); Ancora qui si risponde, che non è vero ciò che si oppone (IV XIII 7); Rispondo che non fia quella obedienza, ma transgressione (XXIV 13); analogamente in III IV 5, XV 8, IV IV 9, VII 8 (tre volte) e 14, XII 13, XIII 3, XIV 5 e 6 (due volte), XVII 12, XXVII 8, XXIX 8. Come si è detto non sempre il verbo suppone il ricorso alle parole. Le circostanze narrative possono proporre a r. soggetti che non siano persone parlanti o pensanti e nemmeno voci astratte in qualche modo collegate con l'atto del dire; comunque è sempre possibile, anche per un soggetto personale, r. con mezzi diversi dalle parole: non ardia levare li occhi, né di rispondere a lo suo saluto (Vn XXVI 1, dove forse è lecito pensare a una risposta parlata, ma certo accompagnata da qualche cenno o movenza a complemento del saluto) rispondere si vorrebbe non con le parole ma col coltello (Cv IV XIV 11); Questo che dice? e che risponde quell'altro foto? (If VIII 8); aguzza ver' me l'occhio, / sì che la faccia mia ben ti risponda (XXIX 135: " quasi interrogata dall'occhio ", chiosa il Tommaseo); E 'l segnor mi parea, benigno e mite, / risponder lei con viso temperato (Pg XV 103); Io mi rivolsi d'ammirazion pieno / al buon Virgilio, ed esso mi rispuose / con vista cacca di stupor non meno (XXIX 56); a risponder la materia è sorda (Pd I 129); a che rispuoser tutte le carole (XXV 99); si noti anche la variante rispondere in luogo di risplendere, in Pd XVI 30, su cui cfr. Petrocchi, ad locum.
Un r. che si risolve nell'" esaudire " preghiere e voti si ha in Pg VIII 72 dì a Giovanna mia che per me chiami / là dove a li 'nnocenti si risponde; XXIV 109 quasi bramosi fantolini e vani / che pregano, e 'l pregato non risponde; Pd I 36 forse di retro a me con miglior voci / si pregherà perché Cirra risponda.
In Pg XXII 144 Più pensava Maria onde / fosser le nozze orrevoli e intere / ch'a la sua bocca, ch'or per voi risponde, dov'è riferimento all'episodio evangelico delle nozze di Cana, r. ha il senso pregnante di " intercedere " presso Dio in favore dell'umanità: " Quae bucca nunc orat ad Deum pro nobis " (Benvenuto); ‛ r. male ' (Rime L 37) significa " non corrispondere alle aspettative " di qualcuno, " non aiutarlo ". Con sottinteso raccordo ai valori fin qui esaminati r. può stare per " seguire a ": " E' pur convien che novità risponda ", / dicea fra me medesmo, " al novo cenno / che 'l maestro con l'occhio sì seconda " (If XVI 115); è pure usato per indicare la ripresa di un motivo nei canti a voci alterne: Rispuose a la divina cantilena / da tutte parti la beata corte (Pd XXXII 97).
Vale infine " corrispondere ", " essere in giusta relazione " con qualcosa: non responde / il lor frutto a le fronde (Rime LXXXIII 104); A li sette primi [cieli] rispondono le sette scienze del Trivio e del Quadruvio (Cv II XIII 8; tre altre simili attestazioni nel medesimo paragrafo); 'l viso non risponde a la ventraia (If XXX 54); così di quelle sempiterne rose / volgiensi circa noi le due ghirlande, / e sì l'estrema a l'intima rispuose (Pd XII 21, con la connotazione di " si accordò "); però a li Spani e a l'Indi / come a' Giudei tale eclissi rispuose (XXIX 102, con la connotazione di " si estese ").
In unione con la particella pronominale ‛ si ' sottolinea la reciprocità dell'accordo: Quella cosa dice l'uomo esser bella cui le parti debitamente si rispondono, per che de la loro armonia resulta piacimento. Onde pare l'uomo esser bello, quando le sue membra debitamente si rispondono... Dunque quello sermone è più bello ne lo quale più debitamente si rispondono [le parole; e più debitamente si rispondono] in latino che in volgare (Cv I V 13-14); per la molta concordia che 'ntra tanti organi conviene a bene rispondersi, pochi perfetti uomini in tanto numero sono (III VIII 2); Insieme si rispuosero a tai norme (If XXV 103); per etterna legge è stabilito / quantunque vedi, sì che giustamente / ci si risponde da l'anello al dito (Pd XXXII 57: la rispondenza degli eventi nell'ordine celeste è così esatta come esatto è di necessità il rapporto tra l'anello e il dito che lo porta).
Al participio presente, in un costrutto affine: dicemo bello lo canto, quando le voci di quello, secondo debito de l'arte, sono intra sé rispondenti (Cv I V 13).
Solo una volta sostantivato: poi che mi provide / la donna mia del suo risponder chiaro (Pd XXVIII 86). per il caso di Pg XX 100 si veda RISPOSTA.