ristorare (restaurare)
Esprime il compensare con un bene equivalente una perdita subita, o il riparare , con una pena adeguata una colpa commessa.
Nel primo senso vale " reintegrare ", " riportare qualche cosa nella sua interezza " o rinnovando o aggiungendo quanto è venuto a mancare: Pg XXVIII 122 L'acqua [del Lete e dell'Eunoè] non surge di vena / che ristori vapor che gel converta. Analogamente, con riferimento al mito narrato da Ovidio (Met. VII 523-660), secondo il quale, allorquando gli abitanti di Egina morirono tutti di peste, Giove ripopolò l'isola convertendo in uomini le formiche del luogo: If XXIX 64 le genti antiche / ... si ristorar di seme di formiche; e così in Cv IV XXVII 17, al participio con valore attributivo (Eaco... a lui [Dio] domandò lo ristoro de la morta gente; e per lo suo senno... lo suo popolo ristorato li fu maggiore che prima), e in II V 12, nella forma ‛ restaurare '.
In due casi vale " riparare ", " compensare ": nell'Antipurgatorio tempo per tempo si ristora (Pg XXIII 84), il tempo dell'indugio a pentirsi in vita è compensato con un equivalente tempo di attesa; si confronti, per l'accezione, fra Giordano: " Astienti delle cose che lecitamente puo' usare e fare, e in questo modo il tempo passato e male ispeso si ristora " (Prediche inedite, Bologna 1867, 91). Altro esempio in Pg XVII 86, di nuovo con il ‛ si ' passivante.