GABUSSI, Rita
Nacque a Bologna tra il 1810 e il 1815 dall'avvocato e patriota Giuseppe, fratello del compositore Vincenzo, e da una certa Claudia. Iniziò giovanissima a Bologna lo studio del pianoforte con G. Pilota, sotto la cui guida conseguì ottimi risultati tanto da poter presto affrontare l'attività concertistica, che non abbandonò mai del tutto. Sempre nella stessa città si dedicò poi allo studio del canto e fece parte della ristretta e selezionata cerchia di allievi di Teresa Bertinotti Radicati.
Scarsissime sono le notizie riguardanti il suo esordio. Le uniche notizie sui primi anni di attività artistica della G. sono riportate dal periodico bolognese Teatri, arti e letteratura, a partire dall'edizione del 12 marzo 1835 in cui appare la critica della sua partecipazione all'opera Il turco in Italia di Rossini, andata in scena l'8 marzo 1835 a Bologna. L'esordio avvenne sotto i migliori auspici e la G. fu apprezzata sia per la mimica sia per le doti vocali, soprattutto tenuto conto del fatto che la parte di Fiorilla, fino a quel momento, era stata affidata alle più celebri cantanti.
Dopo questo successo, la G. fu invitata a Ferrara e il 28 giugno 1835 si esibì ancora e con grande successo nel Turco in Italia di Rossini. Il 26 dicembre dello stesso anno fu al teatro Comunale di Bologna, ove interpretò il ruolo della protagonista nella Nina pazza per amore di P.A. Coppola: ottenne un successo straordinario tanto da essere considerata una delle protagoniste più promettenti del teatro musicale italiano sia per la bella voce nitida sia per la spontaneità e l'eleganza della recitazione. Alla fine dell'opera eseguì, fuori programma, una Cantata per voce sola con cori di C. Santerre, in cui confermò le sue non comuni doti interpretative. Venne poi invitata a Palermo per una scrittura tra luglio e agosto di quello stesso anno, ma il contratto fu rescisso in quanto privo del consenso del padre della G., non ancora maggiorenne (il padre era allora rinchiuso per motivi politici nel forte di Civita Castellana).
Il 3 ott. 1836 la G. tornò sulle scene, di nuovo al Comunale di Bologna, nella prima rappresentazione bolognese della Parisina di G. Donizetti. La preparazione dell'opera le richiese un duro lavoro: la parte, lunga e difficile, scritta in origine per Carolina Ungher, aveva una estensione poco adatta alla sua voce e non vi era molto tempo a disposizione per le prove. Nonostante ciò, si ebbe un esito più che felice e la G. riuscì a entusiasmare il pubblico, soprattutto nel duetto con Giorgio Ronconi, nel quartetto e nel finale.
Il 1° dic. 1836 la G. affrontò con successo il pubblico milanese al teatro Re nella Cenerentola di Rossini: tuttavia il Pirata del 5 dic. 1836 le rimproverò di "ricordare" troppo spesso la Malibran e di perdere di vista il testo musicale, cantando cadenze fuori luogo, scivolando in fioriture sovrabbondanti e in inutili vezzi; la critica trovò una pronta risposta in Teatri, arti e letteratura che, in un articolo del 10 dic. 1836, riportò la difesa della G. da parte della sua stessa insegnante.
Il 27 dic. 1836 tornò di nuovo sulle scene del teatro Re di Milano ne Il barbiere di Siviglia, cui fece seguito, nel gennaio 1837, la Nina pazza per amore di Coppola, che le valse nuovi entusiastici consensi. Ancora in quell'anno si esibì a Trieste al teatro Grande ove apparve nella Cenerentola di Rossini e in Adelaide di Franconia di P. Combi; quindi, nel gennaio 1838, ne Lasonnambula di V. Bellini e successivamente ne La prigione di Edimburgo di F. Ricci (13 marzo). Ancora nel 1838 si recò a Parma, dove cantò al teatro Regio in Ines de Castro di G. Persiani (26 dicembre), e l'anno seguente ne Il giuramento di S. Mercadante (21 gennaio). Da Parma passò al teatro del Cocomero in Firenze: qui cantò nel Barbiere di Siviglia e nella Semiramide di Rossini.
Sempre nel 1839 fu al teatro Carignano di Torino e raggiunse poi Vienna dove, nel 1840, interpretò tra l'altro, Le cantatrici villane di V. Fioravanti e I Capuleti e i Montecchi di Bellini, al Kärntnerthortheather. Tornata in Italia, fu di nuovo a Torino, sempre al Carignano, per la prima esecuzione assoluta dell'opera Rolla di T. Mabellini e Iltemplario di C.O. Nicolai, poi riproposte al Grande di Trieste nel 1840 e nel 1841. In questo periodo la G. fu forse presente anche a Vicenza, quindi nel 1842 a Firenze per la messa in scena dell'Ines de Castro, seguita dalla Maria Stuarda di Donizetti e dalla Saffo di G. Pacini. Il 1843 segnò il debutto della G. al teatro Valle di Roma e da qui passò ad Ancona. Verso la fine del 1844, o agli inizi del 1845, (cfr. Allg. Musik. Zeitung, XLVII [1845], coll. 279 e 462) sposò il baritono Achille Bassi, detto De Bassini. Nel 1844, insieme con questo, trascorse un lungo periodo a Vienna: in quest'occasione conobbe Donizetti, che, dopo averla ascoltata, pur riconoscendo le sue grandi doti, ne sottolineò il difetto di cantare troppo alto, errore che ne avrebbe pregiudicato in breve tempo la voce e la carriera.
Sempre nello stesso anno tornò alla Scala di Milano, dove il 3 sett. 1844 interpretò la parte di Elvira nell'Ernani di G. Verdi: fu un grande successo di pubblico e di critica per ben trentasette repliche. Il 29 ottobre dello stesso anno, forte del successo, la G. tornò a interpretare la Saffo di Pacini, che tuttavia ebbe esito incerto; il 26 nov. 1844 si esibì nella prima rappresentazione assoluta dell'opera I Luna e i Perollo di P. Bona, e nella successiva stagione partecipò, sempre come interprete principale, a Iburgravi di M. Salvi (8 marzo 1845) insieme con il Bassi, cui fece seguito l'Ernani di Verdi. La G. ottenne particolari consensi, come riportato da A. Mazzucato, che nella Gazzetta musicale di Milano elogiò lo slancio e l'intelligenza della cantante, anche se non mancò di stigmatizzare l'esasperazione del gesto, "quel marcare le frasi musicali con la testa e le braccia", che sembrò esagerato allo stesso pubblico. Dopo la stagione alla Scala la G. fu scritturata per alcune rappresentazioni a Vienna. Qui prese parte insieme con il marito alla prima esecuzione locale dell'opera I due Foscari di Verdi (1° apr. 1845).
In autunno tornarono ambedue a Milano per la stagione scaligera e presero parte alla prima esecuzione assoluta del Saul di F. Canneti (7 ottobre). Nei primi mesi del 1846 la cantante andò invece in scena al S. Carlo di Napoli con I pirati di Baratteria di N. Graviller (4 febbraio), seguita dall'opera Un travestimento di M. Aspa (7 febbraio), nella quale interpretò il ruolo di Elisa, infine nel Gianni di Parigi di Donizetti (19 marzo). Nel carnevale del 1847 si esibì a Brescia e fu poi a Firenze, dove, il 14 luglio, diede alla luce il suo unico figlio, Alberto, che seguirà le orme dei genitori. Il 12 settembre, al teatro della Pergola in Firenze, in occasione dei festeggiamenti per la concessione della guardia civica la G. partecipò con L'Italia risorta di autore ignoto. Nel 1848 al teatro Valle di Roma fu interprete applauditissima di Macbeth di Verdi, quindi nel 1850 di nuovo a Napoli, al teatro del Fondo, cantò insieme con il marito nell'opera Non c'è fumo senza arrosto di L. Cammarano, poi sempre con il Bassi, ne L'italiana in Algeri di Rossini e ne La figlia del reggimento di Donizetti. Sul finire dell'anno la coppia portò in scena per la prima volta Caterina di Clèves di F. Chiaromonte. La voce della cantante subiva, però, un repentino deterioramento e in diverse occasioni fu aspramente criticata dal pubblico. Nel 1851 la G. si ritirò dalle scene, dopo aver preso parte al teatro S. Carlo alla prima esecuzione dell'opera Medea di S. Mercadante (1° marzo).
Morì a Napoli il 26 genn. 1891.
Sulla sua attività artistica la critica non risparmiò riserve e giudizi negativi, dovuti soprattutto ad alcuni esagerati atteggiamenti sulla scena uniti a un carattere capriccioso. Ciò si manifestò maggiormente durante gli ultimi otto anni della sua carriera: all'esordio, infatti, aveva trovato un largo consenso di pubblico e di critica. Il suo errore fu quello previsto da Donizetti: il voler cantare troppo alto. Probabilmente, seguendo la spinta del suo temperamento passionale e drammatico, aveva deciso di abbandonare quel repertorio rossiniano che pure l'aveva resa celebre, per dedicarsi a quello di Verdi, in cui doveva sostenere parti di soprano drammatico di agilità. Incurante di ogni consiglio, ignorò i pericoli insiti nelle tessiture troppo acute per la sua voce. Mezzosoprano d'impianto, pagò le conseguenze della scelta, raggiungendo suoni di cattiva lega e la perdita prematura della voce (dopo soli quattordici anni). Nonostante ciò prevalse su quasi tutte le altre interpreti del periodo, in special modo nell'Ernani di Verdi e nella Saffo di Pacini, per il forte temperamento drammatico e la grande musicalità che le facevano perdonare le défaillances vocali.
Fonti e Bibl.: Teatri, arti e letteratura, 12 marzo 1835, p. 8; 21 marzo 1835, p. 21; 30 maggio 1835, p. 105; 16 luglio 1835, p. 164; 23 luglio 1835, pp. 172 s.; 2 genn. 1836, p. 142; 11 febbr. 1836, p. 195; 18 febbr. 1836, p. 199; 15 sett. 1836, p. 14; 6 ott. 1836, p. 38; 20 ott. 1836, p. 53; 10 dic. 1836, p. 109; 15 dic. 1836, p. 203; 5 genn. 1837, p. 215; 4 febbr. 1837, p. 227; Censore universale, 6 maggio 1836, p. 126; 6 ag. 1836, p. 197; 14 sett. 1836, p. 223; Il Pirata, 5 dic. 1836, p. 205; Glisson, 21 genn. 1837; Romeo, 13 giugno 1840, p. 134; E. Montazio, R. G., in Strenna teatrale europea, Milano 1843, p. 255; A. Mazzucato, in Gazzetta musicale di Milano, 16 marzo 1845, p. 48; R. Gazzoletti, R. G., in Strenna teatrale europea, Milano 1845, p. 59; Allgemeine Musikalische Zeitung, cfr. Index 1798-1848, p. 81; F. De Filippis - R. Arnese, Cronache del teatro S. Carlo, I, Napoli 1961, ad ind.; V. Levi - G. Botteri, Il Comunale di Trieste, Udine 1962, pp. 139 s., 143 s.; C. Gatti, Il teatro alla Scala.Cronologia, Milano 1964, p. 45; G. Caprin, Teatro Nuovo, Trieste 1970, p. 26; M. De Angelis, La musica del granduca, Firenze 1978, p. 136; Il teatro di S. Carlo. La cronologia 1737-1987, a cura di C. Marinelli Roscioni, Napoli 1987, ad ind.; Enc. dello spettacolo, V, coll. 809 s.; F.-J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, Suppl., I, p. 354, s.v. Gabussi, Vincenzo; Storia dell'opera, III, t. 1, Torino 1967, p. 362; Diz. enc. della musica e dei musicisti, Le biografie, III, p. 84.