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riti di passaggio

di Adriano Favole - Enciclopedia dei ragazzi (2006)
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riti di passaggio

Adriano Favole

Riti e cerimonie legati al ciclo della vita

Con riti di passaggio si intendono cerimonie quali battesimi, iniziazioni, nozze, che celebrano il passaggio di una persona da una condizione sociale a un’altra, oppure da una fase del ciclo di vita a quello successivo. Ampiamente diffusi tra vari popoli e varie culture, i riti di passaggio – che segnano le discontinuità fondamentali nell’esistenza degli individui – continuano a esistere, in forme e modi diversi, anche nelle moderne società industrializzate

Celebrare i mutamenti

L’espressione riti di passaggio divenne famosa in seguito alla pubblicazione avvenuta nel 1909 di un libro che portava il medesimo titolo e il cui autore era un antropologo francese, Arnold Van Gennep. Egli definì riti di passaggio tutte quelle cerimonie pubbliche che celebrano un cambiamento di status, ovvero un mutamento nella posizione che un individuo occupa nella società, una variazione dei compiti che egli svolge. Nel ciclo della vita dell’essere umano ci sono momenti particolarmente importanti e delicati quali la nascita, l’ingresso nel mondo degli adulti, il matrimonio, la morte; in molte società questi momenti di passaggio sono celebrati da un rito. Battesimi, iniziazioni all’età adulta, nozze, funerali (culto dei morti) sono esempi di riti di passaggio che si ritrovano in moltissime società umane. Anche le cerimonie che celebrano momenti di passaggio nel ciclo annuale (solstizio ed equinozio, plenilunio, capodanno) possono rientrare in questa categoria, così come i riti di ingresso in un ordine religioso.

Le fasi

Van Gennep scoprì che molti riti di passaggio comprendevano tre fasi. Egli definì la prima fase come «separazione»: al sopraggiungere di una morte, per esempio, prima che si celebri il funerale vero e proprio, vi sono riti (come l’Estrema unzione o la veglia funebre) che segnalano il distacco, la separazione del defunto dalla comunità dei viventi.

La seconda fase è detta da Van Gennep «margine» o fase «liminare» – un termine che deriva dal latino limen «soglia, passaggio». Il periodo del lutto con i suoi riti e le sue particolarità (vestirsi in un certo modo, evitare alcuni cibi) è una fase liminare, un po’ come una soglia o una porta che separa due mondi, quello dei vivi e quello dei defunti o antenati. La gravidanza e il fidanzamento sono altri due esempi di fasi liminari. La fase liminare è un momento particolarmente delicato perché la persona che la attraversa vive una situazione di sospensione dalla vita normale, quotidiana.

Infine, la terza fase dei riti di passaggio è costituita dai riti di «aggregazione»: il funerale celebra l’ingresso del defunto nel mondo dei morti, le nozze celebrano il definitivo passaggio della persona al mondo degli adulti e la costituzione di una nuova famiglia.

I riti di iniziazione

Un diffuso tipo di riti di passaggio sono i riti di iniziazione all’età adulta. I riti di iniziazione celebrano l’ingresso dei maschi e delle femmine nell’età riproduttiva. In molte società dell’Africa subsahariana, per esempio, i giovani venivano, e in alcuni casi vengono tuttora, iniziati mediante lunghe cerimonie che possono durare giorni, ma anche mesi e anni. I giovani ndembu dello Zambia compresi tra 8 e 15 anni venivano raggruppati in ‘classi’ e condotti nella foresta: qui erano sottoposti a una serie di prove e ricevevano insegnamenti relativi alle norme e ai valori della propria società. Alcuni autori hanno parlato a questo proposito di «scuole di foresta», per sottolineare l’importanza della trasmissione del sapere nei riti di iniziazione. La trasformazione in uomini adulti era segnata sul corpo attraverso la circoncisione. Segni e operazioni sul corpo come le circoncisioni, i tatuaggi, le scarificazioni (cicatrici prodotte ed esibite sul corpo) accompagnano spesso le iniziazioni. Vivendo insieme la cerimonia, i giovani ndembu sviluppavano legami di amicizia e solidarietà. Al ritorno dalla foresta un rito di aggregazione celebrava la definitiva trasformazione in uomini adulti. I riti di iniziazione femminile sono ugualmente diffusi, anche se sono stati meno studiati dagli antropologi, forse perché questi ultimi, fino a pochi anni fa, erano quasi esclusivamente maschi!

Vedi anche
iniziazione L’insieme dei riti e delle cerimonie con i quali si sancisce il passaggio di un individuo o di un gruppo da uno status a un altro. Esempio classico, perché estremamente diffuso, di iniziazione è quello che riguarda il conseguimento della maturità sociale, che presso molti popoli avviene in concomitanza ... rito Il complesso di norme che regola lo svolgimento di un’azione sacrale, le cerimonie di un culto religioso. Suo connotato essenziale è l’imprescindibilità da un ordinamento preesistente alle singole azioni sacre; diversamente si possono avere manifestazioni soggettive di religiosità, non riti. 1. Caratteri ... etnologia Studio delle culture umane, delle loro forme e dei loro processi di trasformazione. Oggetto specifico dell’etnologia, come dell’antropologia culturale (➔ antropologia), sono tecniche, costumi, credenze, forme della vita sociale, politica, religiosa, economica ecc., studiati sulla base di ricerche etnografiche. ... liturgia Complesso dei riti e delle cerimonie propri di un culto religioso. La formazione della liturgia è determinata da due motivi: la necessità di fissare in forme adatte la vita e la professione della religione, che per sé non hanno forma né regola per poter essere tramandate; e il desiderio di rappresentare ...
Categorie
  • PRATICHE CULTURALI in Scienze demo-etno-antropologiche
Tag
  • ARNOLD VAN GENNEP
  • CIRCONCISIONE
  • ANTROPOLOGI
  • INIZIAZIONI
  • BATTESIMI
Vocabolario
passàggio
passaggio passàggio s. m. [dal fr. (ant.) passage, der. di passer «passare»]. – 1. a. L’atto di passare per un luogo, di percorrerlo, di attraversarlo, o di andare da un luogo all’altro: il p. di un ponte, del confine; il p. di un fiume...
spìrito
spirito spìrito (ant. e poet. spirto) s. m. [dal lat. spirĭtus -us «soffio, respiro, spirito vitale», der. di spirare: v. spirare1; il sign. grammaticale 1 b ricalca il gr. πνεῦμα (che è l’equivalente del lat. spiritus); nel sign. 7 di...
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