ritornare
È sinonimo di ‛ tornare ' e vale " andare, o venire, nel luogo da dove si era venuti ": If I 36 [la lonza] 'mpediva tanto il mio cammino, / ch'i' fui per ritornar più volte vòlto; Cv III V 18, accostato a ‛ tornare '; Pg XX 38, Pd XXV 8. Con l'indicazione del luogo donde si viene o della persona che si è lasciata: Pg XXXIII 142 Io ritornai da la santissima onda / rifatto ... come piante novelle; Vn XXII 3 veggendo ritornare alquante donne da lei, udio dicere loro parole di questa gentilissima. Seguito da un complemento di moto a luogo: Vn XIX 3 ritornato a la... cittade; If XXIV 10 lo villanello... / ritorna in casa; XXXIV 134; in un ἀδύνατον nel gusto delle Egloghe virgiliane (cfr. I 59, III 91): Rime CI 31 ben ritorneranno i fiumi a' colli / prima che questo legno... / s'infiammi; in una locuzione figurata: Cv IV VII 1 è da ritornare al diritto calle de lo inteso processo. E così If I 76 Ma tu perché ritorni a tanta noia?, dove all'idea letterale del ritorno in un luogo ostile si unisce quella estensiva del rimettersi in una condizione molesta. Non diverso valore ha in Cv IV V 15 Chi dirà di Cammillo... spontaneamente essere ritornato in essilio ... sanza divina istigazione?. Così per la variante ritornare al santo loco invece di rifuggir nel santo loco, in Pd IV 81, su cui cfr. Petrocchi, ad locum.
Quando il complemento di moto a luogo è espresso da un pronome personale, vale " andare, o venire, a cercare di nuovo " una persona, " fare in modo d'incontrarsi nuovamente " con lei: Fiore XI 12 Ritorna a lui e non abbie dottanza;. XXI 14, XLVII 9; in un caso significa " accostarsi ", " avvicinarsi ": Pg VII 14 [Stazio] chinò le ciglia, / e umilmente ritornò ver' lui. Il luogo dove si torna è spesso indicato mediante un avverbio: Rime CXVI 84 ritornar qui; If VIII 96 ritornarci, " tornare qui, sulla terra "; Pg XIII 140 giù ritornar; XXXII 105 ritornato di là. Un avverbio può indicare anche la direzione del moto: If XV 33 Brunetto Latino... / ritorna 'n dietro; XXII 132 'l falcon... / ritorna sù. In particolare, è usato con riferimento al ritorno dell'anima a Dio o, più genericamente, in relazione al moto di tutte le creature verso il creatore: Cv IV XXVIII 7 la nobile anima... attende lo fine di questa vita... e uscir le pare de l'albergo e ritornare ne la propria mansione; XII 14 sommo desiderio di ciascuna cosa... è lo ritornare a lo suo principio; XXIII 3, XXVIII 2. In accezione lievemente diversa, ma sempre con riferimento al destino dell'uomo dopo la morte: Vn XIV 8 Io tenni li piedi in quella parte de la vita di là da la quale non si puote ire più per intendimento di ritornare.
Nelle accezioni già illustrare occorre unito a una particella pronominale: Pd XXXI 8 schiera d'ape... s'infiora / una fïata e una si ritorna / là dove suo laboro s'insapora; Vn XIV 9, Cv IV XXVIII 17, If VIII 91 Sol si ritorni per la folle strada (unico esempio nel quale sia espresso il complemento di moto per luogo).
In senso estensivo indica il compimento del percorso ideale compiuto dallo sguardo di chi osserva più persone o cose poste l'una dopo l'altra: Pd X 133 Questi onde a me ritorna il tuo riguardo è Sigieri di Brabante; lo sguardo di D. ritorna a s. Tommaso perché Sigieri è l'ultimo, fra i dodici beati che formano la corona dei sapienti, che il poeta guarda. Giunto nel cielo delle Stelle fisse, D. rivolge gli occhi in giù e osserva i sette cieli sottostanti: Pd XXII 133 Col viso ritornai per tutte quante / le sette spere. Di qua il valore di " volgere di nuovo " assunto dal verbo quando è usato come transitivo: Pd XXII 22 Come a lei piacque, li occhi ritornai, / e vidi cento sperule (per la variante dirizzai, v. Petrocchi, ad l., e Introduzione 239).
In un caso vale " riprendere i sensi " (Pg XXXII 77): dopo la trasfigurazione, Pietro e Giovanni e Iacopo... / ritornano a la parola di Gesù, " tornarono in sé " alla voce del Maestro (per il racconto evangelico, che D. lievemente altera, cfr. Matt. 17, 1 ss.).
In senso figurato, indica l'inizio di una nuova fase di attività dopo un'interruzione: Vn XXXIV 3 partiti costoro, ritornaimi a la mia opera (ancora con la particella pronominale); Cv IV V 15 Chi dirà di Quinzio Cincinnato, fatto dittatore e tolto da lo aratro, e dopo lo tempo de l'officio... a lo arare essere ritornato?; e così Le dolci rime 4. Anche in formule di passaggio da un argomento all'altro: III X 1 Partendomi da questa disgressione... ritorno al proposito; XI 1, IV XXIV 1. Alcune volte l'idea dell'interruzione si attenua mentre prevale quella della ripetizione: II XI 2 [il congedo] si chiama... ‛ tornata ', però che li dicitori... fenno quella perché, cantata la canzone, con certa parte del canto ad essa si ritornasse; Pd VII 122 ritorno a dichiararti in alcun loco, " mi rifaccio addietro " a un argomento già esposto per chiarirtelo meglio; e così Cv II XII 2. Riferito all'attività del pensiero vale " rievocare ", " ripensarci ": Vn XXIII 3 quando ei pensato alquanto di lei, ed io ritornai pensando a la mia debilitata vita; If VI 106 Ed elli a me: " Ritorna a tua scienza... ".
Seguito da un aggettivo in funzione di complemento predicativo, vale " ridiventare ": Pd II 15 dinanzi a l'acqua che ritorna eguale; Fiore CLIV 8. Analogamente, di Vanni Fucci che s'incenerisce ma riprende subito la figura umana: If XXIV 105 poi che fu a terra sì distrutto, / la polver si raccolse per sé stessa / e 'n quel medesmo ritornò di butto (come possibile fonte s'indica Georg. IV 444 [Proteo] " in sese redit ").
Con la particella pronominale, in un esempio del Fiore, vale " ritrarsi ", " non voler più fare una cosa ": LX 13 siate certa ched i' v'amo a fede, / né d'amar voi già mai non mi ritorno.