ritto
" Che sta in piedi ": l'aggettivo acquista rilievo nelle parole di Niccolò III che, conficcato a capo all'ingiù ('l di sù tien di sotto, If XIX 46), ha scambiato, D., diritto davanti a uno dei fori circolari della bolgia, per Bonifacio VIII che presto prenderà il suo posto spingendolo nell'interno della buca: Ed el gridò: " Se' tu già costì ritto, / se' tu già costì ritto, Bonifazio? .., " (vv. 52 e 53). " Il creduto Bonifazio l'avea motteggiato sul tenere di sotto il di su e sembrar un palo conficcato in terra, e lui picchia e ripicchia sull'esser Bonifazio ritto, nel che lampeggia e l'invidia che quei sia ancor ritto, e l'ironia perché tra poco nol sarà più " (F. D'Ovidio, Il c. XIX dell'Inferno [1907], in Lett. dant. 359).
Contrapposto a china, vale " diritta ", in Fiore CLXV 11 E s'ella va da sera o da mattina / fuor di sua casa, vada contamente: / non vada troppo ritta né tro' china, / sì ch'ella piaccia a chi la terrà mente. v. anche DIRITTO.