ripa, riva
‛ Ripa ' e ‛ riva ' sono trattate nella stessa voce anche perché la tradizione più antica oscilla spesso tra le due forme e nelle varie accezioni. Così, ad es., ripa di If XVIII 15, Pg V 128, XXVIII 27 è in molti codici riva, e riva di If III 71, Pg XXVIII 67 è in molti codici ripa (perfino in un caso in rima, Pg XIV 59).
1. ‛ Ripa ' ricorre una sola volta nel Convivio e spessissimo nella Commedia, specie nell'Inferno; vale fondamentalmente " pendio ", " costa ", " scoscendimento ": Cv I XI 9 se una pecora si gittasse da una ripa di mille passi, tutte l'altre l'andrebbero dietro.
In quest'accezione, il termine ricorre spesso nella descrizione topografica dell'Inferno: a indicare il pendio della cavità infernale nel suo complesso If VII 17 la dolente ripa / che 'l mal de l'universo tutto insacca; ovvero le pareti inclinate dei vari cerchi e bolge: XI 1 In su l'estremità d'un'alta ripa, XII 55, XVI 103, XVIII 8, 15, 69 e 106, XIX 35, e 68 (abbi... la ripa corsa), XXI 18; o anche, più specificamente, i terrapieni posti fra bolgia e bolgia e le strade che vi corrono sopra, chiamati anche argini (v.): XXI 65 la ripa sesta, cioè l' argine fra la quinta e la sesta bolgia; XXII 116, XXIII 43, XXIV 80; quindi l'argine compreso fra l'ultima bolgia e il pozzo centrale di Malebolge: XXXI 8 Noi demmo il dosso al misero valle.. [cioè la decima bolgia] / su per la ripa che 'l cinge dintorno; e le pareti del pozzo stesso: XXXI 32 [i giganti] son nel pozzo intorno da la ripa, e 61. Il termine ha una sua rilevanza anche nella descrizione topografica del Purgatorio, ove denota la fascia di roccia della montagna (Pg III 71 l'alta ripa, e 138, IV 35) o, più di frequente, le pareti delle varie cornici (X 23 e 29, XII 106, XIII 8 e 60, XXV 112); con lo stesso valore nella variante la più romita riva in luogo di la più romita via nel controverso passo di Pg III 50, ove l'edizione Petrocchi sceglie invece la lezione la più rotta ruina.
Talvolta il sostantivo sta per " riva ", " sponda " di un fiume, palude o fossato: If VII 128 Così girammo de la lorda pozza [la palude Stige] / grand'arco, tra la ripa secca e 'l mézzo; XVIII 15, Pg V 128, XXVIII 27, XXIX 11, Pd VIII 66.
2. ‛ Riva ', usato frequentemente nella Commedia e una volta nel Fiore, vale fondamentalmente " sponda ", cioè la zona di terra che limita una distesa di acque o un corso d'acqua: " spiaggia " o " costa " del mare: If I 23 uscito fuor del pelago a la riva; XXX 18, Pg II 40, IV 138; " sponda " di un fiume: If III 71 la riva d'un gran fiume (l'Acheronte), 86 e 107 (dov'è definita malvagia), XVII 19, Pg XIV 59, XXV 86 l'una de le rive (cioè dell'Acheronte o del Tevere, alla foce, ove si raccolgono, rispettivamente, le anime dannate e quelle destinate al Purgatorio); XXVIII 67, XXIX 8 e 70, XXXI 97 (con riferimento al Lete); Pd VIII 58, XIX 70, XXX 62 intra due rive [del fiume di luce dell'Empireo] / dipinte di mirabil primavera; " sponda " di un lago (il Benaco): If XX 72. Nel senso proprio di " spiaggia ", ma in contesto figurato, il termine compare in Pd XXVI 63 tratto m'hanno del mar de l'amor torto, / e del diritto m'han posto a la riva, cioè " mi hanno condotto allo stabile lito del retto amor divino " (Lombardi).
In Pg XXIV 78 ma già non fia il tornar mio tantosto, / ch'io non sia col voler prima a la riva, gl'interpreti riferiscono per lo più il termine " a la riva dell'insula del Purgatorio " (Buti); altri (Lombardi, Torraca, ecc.) intendono la sponda del Tevere, alla foce; ma Benvenuto e, fra i moderni, il Porena e il Mattalia, scorgono nel sostantivo il valore metaforico di " arrivo, termine... fine della vita " (Porena). Senza dubbio in quest'ultima accezione figurata il sostantivo è usato in Pg XXV 54 è già a riva, detto dell'anima vegetativa della pianta, rispetto a quella del feto, che è in via (" non è giunta alla sua perfezione "): cioè " è già al suo punto d'arrivo " (Porena), " hae la sua perfezione " (Buti), insomma " esaurisce il proprio processo evolutivo " (Mattalia). Ancora in accezione figurata, nel senso di " punto di partenza ", " inizio di una ricerca ", il termine si registra in Pd XIII 121 Vie più che 'ndarno da riva si parte, / perché non torna tal qual e' si move [in quanto non solo ignorante come all'inizio della ricerca, ma anche carico di errori], / chi pesca per lo vero e non ha l'arte.
In accezione figurata il sostantivo compare anche in Fiore XCII 4 non è nessun sì gran prelato / ch'a lor possanza truovi riva o fondo, cioè " limite ", nel senso dell'estensione, mentre fondo indica il limite nel senso della profondità.
Talvolta il termine è usato per indicare l'" orlo " di un cerchio dell'Inferno (If VII 100 Noi ricidemmo il cerchio a l'altra riva; XVII 9), o il " ciglio " di una cornice del Purgatorio, in Pg XXVII 7 Fuor de la fiamma stava in su la riva; ovvero il " margine " esterno del Paradiso terrestre (XXVIII 4).
In concorrenza con ‛ ripa ', ma solo in rima, il sostantivo può denotare la " parete inclinata " di un cerchio dell'Inferno (If XII 1 scender la riva), o l' " argine " compreso fra l'ultima bolgia e il pozzo centrale di Malebolge (XXIX 52 Noi discendemmo in su l'ultima riva / del lungo scoglio); o anche la " parete, " di una cornice del Purgatorio: Pg XI 49 A man destra per la riva / con noi venite (secondo il Del Lungo e il Porena, il termine indicherebbe qui il ripiano o la cornice).
In Pd XXIII 115 l'interna riva, il termine designa la " superficie " interna del Primo Mobile, " il fondo della concavità, il quale a Dante, che vi saliva dal basso, doveva dar l'idea di un approdo " (Torraca).