rivestire (revestire)
Verbo adoperato cinque volte in D., e sempre in accezione traslata, in accordo con la ricchezza di usi metaforici propria del verbo nella sua forma semplice (v. VESTIRE). In tre passi della Commedia la metafora riguarda la resurrezione della carne e s'inquadra perciò in quella più generale metafora del corpo come ‛ veste ' dell'anima, propria della tradizione cristiana (v. VESTA): If XIII 104 Come l'altre verrem per nostre spoglie, / ma non però ch'alcuna sen rivesta; Pg XXX 15 la revestita voce alleluiando (sulla complessa questione del verbo, cfr. Alleluiare); Pd XIV 44 Come la carne glorïosa e santa / fia rivestita...
In Pd XII 48 le novelle fronde / di che si vede Europa rivestire, si tratta di una metafora vegetale che mentre trova una corrispondenza all'interno dell'opera dantesca con l'immagine di If III 112-117 (l'autunno che ‛ spoglia ', come lì la primavera che ‛ riveste '), si riallaccia a un uso traslato di ‛ vestire ' attestato dalla tradizione classica (cfr. Cic. Nat. deor. II XXXIX 98 " terra / ... vestita floribus herbis arboribus frugibus "; Verg. Georg. II 219 " [terra] viridi se gramine vestit "; ecc.). Più eccentrico il significato metaforico di r. in Rime XLVIII 18 ti guido esta pulcella nuda [ossia una stanza di canzone senza la musica]... / e priego il gentil cor che 'n te riposa / che la rivesta, dove ci si riferisce appunto alla melodia di cui veniva " rivestito ", adornato un componimento poetico: per cui v. anche la voce VESTA.