riviera (rivera)
La presenza di questo vocabolo nella sola Commedia attesta l'adesione a una tradizione letteraria di origine trobadorica e ‛ siciliana ', ma largamente confermata anche dal gusto degli stilnovisti. R. è pervenuto nell'italiano attraverso il francese antico riviere e il provenzale ribiera, mantenendo in italiano i significati di " fiume " e di " riva di un fiume ", che aveva nella lingua d'origine.
Nella più generica accezione di " luogo aperto ", " campagna ", il vocabolo ricorre nell'anonima canzonetta ‛ siciliana ' Quando la primavera 3 (in Confini, Poeti I 167), in G. Guinizzelli Tegno de folle 'mpres' a lo ver dire 33 e in G. Cavalcanti Fresca rosa novella 3; tuttavia sia il Guinizzelli (Madonna mia, quel dì 4) sia il Cavalcanti (Biltà di donna 7) lo usano anche con l'altro significato di " fiume ", " corso d'acqua ".
Le accezioni ora ricordate ricorrono tutte anche in D., pur se in qualche esempio non sembra possibile dare una definizione semantica certa del vocabolo.
Ha sicuramente il valore di " corso ", " fiume ", in If XII 47 la riviera del sangue (che è il Flegetonte); Pg XIV 26, XXVIII 47, XXXI 82 e in Pd XXX 61 vidi lume in forma di rivera / fulvido di fulgore, intra due rive / dipinte di mirabil primavera.
L'idea dell'Empireo come fiume di luce è forse suggerita da Apoc. 22, 1 " ostendit mihi fluvium aquae vivae splendidum tanquam crystallum ", ma più che a una derivazione diretta sembra doversi pensare a una suggestione del commento di s. Bonaventura al passo biblico: " flumen aeternae gloriae est flumen Dei, plenum congregatione sanctorum ".
Per If III 78 noi fermerem li nostri passi / su la trista riviera d'Acheronte, l'interpretazione corrente è quella di " fiume "; ma che si potrebbe anche spiegare " riva " è comprovato dall'involontaria contraddizione di Scartazzini-Vandelli, che ad l. chiosano " doloroso fiume ", mentre nella nota a Pd XVIII 73 (v. oltre) spiegano: " fiume... oppure, ‛ riva di fiume ' (come forse in If III, 78) ".
Ancor più discussa l'interpretazione di Pd XVIII 73 come augelli surti di rivera, / quasi congratulando a lor pasture, / fanno di sé or tonda or altra schiera.
" Rio " o " fiume " spiegano Porena, Sapegno e Chimenz; Casini-Barbi preferiscono " riva di fiume "; l'incertezza di Scartazzini-Vandelli è stata già ricordata; il Mattalia, pur ricordando come il vocabolo abbia anche i significati di " campagna ", " pianura ", finisce per aderire all'interpretazione corrente spiegando " fiume, ossia per stretto rapporto d'idee, riva di fiume o prato lambito da fiume ". Resta solo da aggiungere che la maggior difficoltà a interpretare " campagna " è rappresentata dal fatto che possibile fonte del passo è ritenuto Lucano Phars. V 711 ss., dove si parla delle gru, cioè di uccelli che di solito sostano proprio lungo le rive dei fiumi.