Rivista del cinematografo
Periodico mensile italiano, fondato nel gennaio 1928 per coordinare l'attività delle sale parrocchiali. È la più antica tra le riviste italiane di cinema ancora in attività; ebbe sede fino al 1937 a Milano e in seguito a Roma. Organo inizialmente del Consorzio utenti cinematografi educativi (CUCE, dal 1933 Consorzio per il cinema educativo), dal 1935 del Segretariato centrale per il cinematografo dell'Azione cattolica, dal 1937 del Centro cattolico cinematografico (CCC) e dal 1977 dell'Ente dello spettacolo. Nella prospettiva della difesa dei valori cristiani e della morale cattolica, i film da vedere e quelli sconsigliati vengono indicati attraverso apposite segnalazioni (dal 1934 regolarmente raccolte in volumetti intitolati Segnalazioni cinematografiche e pubblicati a cura del CCC). Primo direttore fu don Carlo Canziani, fondatore e segretario generale del CUCE, organismo costituito nel 1926. Dalle 16 pagine del primo numero si passò sin dal secondo a 32; il principale collaboratore fu fino al 1937 Mario Milani, e in seguito Paolo Salviucci. Dal settembre 1942 la direzione fu assunta da Luigi Gedda, uno dei massimi esponenti della cultura cattolica dell'epoca, e la rivista seguì una linea di adesione al fascismo, pur senza modificare il suo esile impianto (nel periodo bellico le pagine scesero prima a 12 e poi a 4). Le pubblicazioni furono sospese nel dicembre 1943 e riprese (su 16 pagine) nell'aprile 1946, ancora sotto la direzione di Gedda. In seguito l'articolazione si fece più robusta: con la nuova serie della rivista, avviata all'inizio del 1951, aumentarono non solo le pagine (fino a circa 30), ma anche l'influenza e lo spessore culturale. Furono create quattro sezioni (Orientamento, Preparazione, Associazione, Panoramica): mentre le prime tre confermarono la primigenia volontà educativa e formativa, nell'ultima trovarono spazio anche interventi sulla storia del cinema, in genere firmati da Mario Verdone; altri collaboratori abituali furono Gian Luigi Rondi, Paolo di Valmarana e Ugo Sciascia. Nel 1960 la direzione fu assunta da Ildo Avetta, aumentarono ancora le pagine e la varietà e qualità dei collaboratori (fra i quali Ernesto G. Laura, Ludovico Alessandrini, Leandro Castellani e Antonio Petrucci). I campi di interesse si estesero al teatro (con le cronache di Achille Fiocco), alla radio e alla televisione (sulla quale scrisse abitualmente Alessandrini), e fu dato più spazio alle riflessioni di ampio respiro. Si cominciarono a pubblicare note su arte e tecnica del film e sui libri di cinema, e a rivolgere una certa attenzione ‒ in particolare con gli articoli di Piero Canotto ‒ ai film d'animazione e alle nuove cinematografie. Dal 1973, sotto la direzione di don Claudio Sorgi, Enzo Natta entrò in redazione e iniziarono la loro collaborazione Francesco Bolzoni, Sergio Trasatti, Flavio Vergerio, Nedo Ivaldi; aumentarono ulteriormente le pagine (che arrivarono a circa 60) e i film recensiti, e furono pubblicati dibattiti sui rapporti tra il cinema e la guerra, i partiti, la violenza, la gioventù. Il passaggio all'Ente dello spettacolo avvenne sotto la direzione prima di mons. Carlo Baima e poi di Alessandrini, con Umberto Tavernari come direttore editoriale, mentre fra i collaboratori di quel periodo spiccano i nomi di Orio Caldiron, Giuseppe Cereda, Roberto Chiti, Claudio G. Fava, Matilde Hochkofler, Elio Girlanda, Aldo Viganò, Giacomo Gambetti. In seguito divenne direttore Angelo Libertini, con Trasatti direttore editoriale e Andrea Piersanti redattore capo. Superata la grave crisi degli anni Ottanta (tra la fine del 1982 e l'inizio del 1988 le pubblicazioni furono sospese), la testata fu modificata in "Rivista del cinematografo e della comunicazione sociale", come a ribadire l'interesse per il complessivo sistema dello spettacolo e della comunicazione. Furono infatti create sezioni di teatro (a cura prima di Federico Doglio e poi di Masolino d'Amico), danza, lirica (affidata a Michelangelo Zurletti), televisione, radio e pubblicità, mentre al cinema venivano dedicate solo le prime venti pagine circa di ogni numero. Dal 1992, sotto la direzione di Piersanti (e con un comitato di consulenza redazionale composto da Bolzoni, Fernaldo Di Giammatteo, Claudio Siniscalchi e Lietta Tornabuoni), la rivista ha ripreso la testata originaria, ed è tornata a occuparsi pressoché esclusivamente di cinema.
bibliografia
C. Falconi, Gedda e l'Azione cattolica, Firenze 1958; La rivista del cinematografo. Settanta anni al servizio del cinema di qualità 1928-1998, Roma 1999.