RIVOLTO
Termine proprio: 1. della cosiddetta teoria musicale; 2. dell'armonia; 3. del contrappunto. Nel primo caso si riferisce all'inversione dei suoni componenti un intervallo. Per una tale inversione una sesta rivoltata diviene una terza, una seconda si muta in una settima, ecc.
Nell'armonia il rivolto indica uno stato dell'accordo diverso dal fondamentale. Cioè, quando nella parte più grave di un accordo, invece di trovarsi il suono generatore, si trova un altro dei componenti, l'accordo stesso si dice rivoltato.
Il numero dei rivolti che ogni accordo può avere, è pari al numero dei componenti, meno uno. Quanto alla consistenza fonica, i rivolti hanno minore stabilità dello stato fondamentale e un carattere armonico più leggiero e più arioso. Onde un'elegante armonizzazione del pensiero melodico utilizza più spesso gli accordi rivoltati che i fondamentali, mentre riserba di preferenza questi ultimi ad appoggio degli accenti metrici nella frase e nel periodo.
La teoria dei rivolti fu definita da J.-Ph. Rameau, che ne L'Harmonie réduite à ses principes naturels (1722) riconobbe l'identità sostanziale tra l'accordo in stato fondamentale e i suoi rivolti.
Nel terzo caso il termine rivolto si riferisce all'inversione dei temi o soggetti nel contrappunto doppio, triplo, quadruplo.