Rivoluzione verde
Evoluzione dell’agricoltura avvenuta nella seconda metà del XX sec. La Rivoluzione verde, grazie all’uso di nuove varietà ibride create con tecniche di selezione artificiale, ha consentito uno spettacolare aumento delle produzioni agricole delle principali specie di interesse alimentare (mais, riso, grano ecc). Tale aumento, verificatosi soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, ha consentito di diminuire la popolazione mondiale esposta al rischio di sottonutrizione. La Rivoluzione verde ha le sue radici nel progetto di ricerca messicano messo in atto a partire dagli anni Quaranta con il contributo della Rockefeller Foundation sotto la guida del genetista americano Norman Borlaug (premio Nobel per la Pace nel 1970) per incrementare le rese di grano e mais, introducendo varietà capaci di aumentare le rese per ettaro e di più facile raccolta con mezzi meccanici. Il successo ottenuto incrociando diverse varietà ad alto rendimento (come il grano nano di origine giapponese Norin 10 e il riso IR8) e associato all’utilizzo di nuove tecnologie agricole, di pesticidi e di fertilizzanti, fu poi esportato verso altri paesi, a partire dall’India e dal Pakistan negli anni Sessanta del secolo scorso. Nei due decenni successivi, grazie anche a un grande sforzo di ricerca e di collaborazione istituzionale internazionale, la produzione di cereali è più che raddoppiata a livello mondiale, aumentando notevolmente la sicurezza alimentare soprattutto nel Sudest asiatico, mentre nell’Africa subsahariana la crescita è stata inferiore. Gli indubbi successi ottenuti hanno però dei risvolti negativi. L’incremento delle rese è stato possibile con la selezione di ibridi più adatti all’agricoltura meccanizzata e in grado di sfruttare al meglio i fertilizzanti. Ciò ha portato alla necessità di utilizzare più petrolio per la produzione. L’uso continuo dei fertilizzanti, inoltre, ha prodotto diversi problemi di inquinamento, che insieme all’eccessivo sfruttamento del suolo e alla riduzione delle falde acquifere, stanno minacciando vaste estensioni agricole diminuendo le rese. Numerose critiche sono state anche avanzate in seguito ai cambiamenti sociali introdotti, con il passaggio dall’agricoltura di sussistenza al commercio, e l’abbandono – fino alla scomparsa – di numerose varietà di piante e di sistemi di agricoltura tradizionali. L’attenzione per il futuro è puntata soprattutto sullo sviluppo di nuove varietà transgeniche capaci di mantenere le alte rese con minori costi ambientali, e reintroducendo elementi tradizionali che possano evitare il deteriorarsi dell’ambiente naturale e culturale.