ROBALDO
– Nulla di certo si può dire sulla sua origine, nonostante le molte ipotesi formulate (elenco in Poggi, 1980-1982, pp. 163-166). Nel dicembre del 1125 risulta vescovo di Alba (Le carte della Mensa Vescovile di Lodi, 2004, n. 38), forse da poco (il predecessore aveva assunto l’episcopato nella primavera del 1124).
Della sua attività in Alba si conosce soltanto una donazione all’abbazia di S. Eugenio di Bergeggi compiuta in accordo con il capitolo (ricordata in un atto del 1141: Pflugk‐Harttung, 1884, p. 316; Lucioni, 2010, p. 269).
Presto fu coinvolto nelle vicende milanesi: tra la fine del 1127 e l’inizio del 1128 accompagnò dal papa l’arcivescovo Anselmo V. In quella occasione lo consigliò di non accettare il pallio a Roma, rinunciando così a un privilegio della Chiesa ambrosiana, e lo difese al rientro a Milano (Landulfi de Sancto Paulo Historia..., a cura di L.C. Bethmann - Ph. Jaffè, 1868, p. 44). Tornò in scena alla fine del 1134 quando, durante lo scisma tra Innocenzo II e Anacleto II, i milanesi di parte innocenziana accusarono l’arcivescovo e si dissero pronti a rimettersi al giudizio di Robaldo e del vescovo di Novara. Cacciato Anselmo V all’inizio del 1135, Robaldo restò in città per assicurare gli offici episcopali e alla fine di maggio accompagnò i vertici del clero ambrosiano al Concilio di Pisa, dove, dopo la deposizione di Anselmo, promisero obbedienza a Innocenzo II. Rientrarono a Milano con Bernardo di Clairvaux, il quale rifiutò la cattedra episcopale offertagli e appoggiò verosimilmente Robaldo, uomo di sua fiducia, che fu eletto dai suffraganei milanesi il 3 agosto, ma solo nell’avanzato 1136 si recò a Pisa per ricevere il pallio dal papa e giurargli fedeltà (Zerbi, 1964, 1991, pp. 72, 79, 101-109; Id., 1993, pp. 65-75). Fu poi al seguito dell’imperatore Lotario in area cremonese-piacentina tra ottobre e novembre (Landulfi de Sancto Paulo Historia..., cit., p. 47; Lotharii III Diplomata, a cura di E. Ottenthal - H. Hirsch, 1927, pp. 155, 163).
Provato come falso un documento dell’11 dicembre 1135 (Basile Weatherill, 2002, pp. 26-47), i primi atti noti di Robaldo, dell’aprile 1136 e gennaio 1137, attestano forti legami con la recente abbazia cistercense di Morimondo (Le carte del monastero di Santa Maria di Morimondo, a cura di M. Ansani, 1992, pp. 114-121). Svolse un’intensa attività in diocesi, come provano gli interventi per l’edificazione di una nuova pievana in Val Travaglia o per giudicare controversie nelle pievi di Seveso, Varese e Appiano (Frigerio - Mazza - Pisoni, 1975, pp. 120 s.; Per le nozze..., 1919, pp. 27-30; Le pergamene […] di S. Vittore di Varese, a cura di L. Zagni, 1992, pp. 94-96; Le pergamene della chiesa Maggiore, a cura di M.F. Baroni, 2003, pp. 48 s.).
Durante l’episcopato di Robaldo si irrobustì la neonata comunità cistercense di Chiaravalle; inoltre egli favorì la crescita degli insediamenti cenobitici femminili prossimi alla città di Santa Maria ad Funticulum e di Montano e concesse di fondare una canonica a Domergasco, imponendo l’uso del rito ambrosiano (Le pergamene […] Veteri, a cura di M.F. Baroni, 1994, pp. 14-18; Le pergamene […] di S. Maria in Valle, a cura di M.F. Baroni, 1988, pp. 4 s.; Le carte del Monastero di Sant’Ambrogio, a cura di M. Mangini, 2007, n. 51).
Nel biennio 1143-44 Robaldo si trovò implicato in una nuova fase dell’annosa vertenza tra monaci e canonici della basilica di S. Ambrogio. L’appoggio alla canonica lo mise in contrasto con il Comune e le difficoltà dell’arcivescovo nel dirimere la questione, note grazie a un fitto scambio epistolare, resero necessario l’intervento papale (Alberzoni, 2007, pp. 87-90). In quel periodo, forse costretto a lasciare Milano, si rifugiò nel castello di Lecco (Per le nozze..., 1919, pp. 31-33; Zerbi, 1970, pp. 281-283). Tra il 1144 e il 1145 fu sollecitato dai papi a difendere la canonica di Crescenzago e a indagare su un predicatore che diffondeva dottrine eretiche (Brioschi, 2000, pp. 31-46).
Come metropolita Robaldo giudicò liti tra gli episcopati di Lodi e Tortona, tra i canonici delle cattedrali di Bergamo, tra il vescovo di Lodi e l’abbazia di Cerreto, tra i vescovi di Bergamo e Cremona (Le carte della Mensa Vescovile di Lodi, 2004, n. 42, 46; M. Lupo, Codex diplomaticus, 1799, coll. 1029-1032, 1085; Le carte del Monastero di San Pietro in Cerreto, a cura di A. Grossi, 2006, n. 39).
Morì il 30 dicembre 1145 e fu sepolto presso il pulpito della cattedrale di S. Maria Maggiore (Savio, 1913, p. 45).
Fonti e Bibl.: G.P. Puricelli, Ambrosianae Mediolani […] monumenta, Mediolani 1645, pp. 688-693; N. Sormani, Allegata ad concordiam, Mediolani 1732, pp. 73-78; G.A. Sassi, Archiepiscoporum Mediolanensium series historico chronologica, II, Mediolani 1755, pp. 516-536; M. Lupo, Codex diplomaticus […] Bergomatis, II, Bergomi 1799, coll. 1029-1032, 1085; Landulfi de Sancto Paulo Historia Mediolanensis, a cura di L.C. Bethmann - Ph. Jaffè, in MGH, Scriptores, XX, Hannoverae 1868, pp. 44-49; J.V. Pflugk Harttung, Iter italicum, I, Stuttgart 1883, pp. 463 s.; Id., Acta pontificum Romanorum inedita, II, Stuttgart 1884, pp. 316, 337-343; Lotharii III Diplomata, a cura di E. Ottenthal - H. Hirsch, in MGH, Diplomata, Berolini 1927, pp. 155, 163; W. Wache, Eine Sammlung von Originalbriefen des 12. Jahrhunderts, in Mitteilungen des Österreichischen Instituts für Geschichtsforschung, L (1936), pp. 329 s.; Sancti Bernardi Opera, VII, Epistolae, I, a cura di J. Leclercq - H. Rochais, Romae 1974, I, pp. 326-328, II, pp. 346 s.; Le pergamene […] di S. Maria in Valle, a cura di M.F. Baroni, Milano 1988, pp. 4 s.; Le carte del monastero di Santa Maria di Morimondo, a cura di M. Ansani, Spoleto 1992, pp. 114-121; Le pergamene […] di S. Vittore di Varese (899-1202), a cura di L. Zagni, Milano 1992, pp. 94-96; Le pergamene […] Veteri, a cura di M.F. Baroni, Milano 1994, pp. 14-18; Le pergamene […] della chiesa Maggiore di Milano, a cura di M.F. Baroni, Milano 2003, pp. 48 s.; Le carte della Mensa Vescovile di Lodi (883‐1200), a cura di A. Grossi, 2004, nn. 42, 46 (http://cdlm. unipv. it/edizioni/lo/lodi-vescovo/carte/vescovile 1140-01-31; http://cdlm.unipv. it/edizioni/lo/lodi-vescovo/carte/vescovile1143-12-24); Le carte del Monastero di San Pietro in Cerreto (960‐1200), a cura di A. Grossi, 2006, n. 39 (http://cdlm.unipv. it/edizioni/lo/cerreto-spietro/carte/cerreto1144-08-31); Le carte del Monastero di Sant’Ambrogio di Milano, a cura di M. Mangini, 2007, n. 51 (http://cdlm.unipv.it/ edizioni/ mi/milano-sambrogio-mon3-1/carte/ ambrogiomon1144-12-31), in Codice diplomatico della Lombardia medievale (http://cdlm.unipv.it/) (6 novembre 2016).
G. Giulini, Memorie spettanti alla storia, al governo ed alla descrizione della città e campagna di Milano ne’ secoli bassi, III, Milano 1857, pp. 174, 212-215, 232-338; F. Savio, Gli antichi vescovi d’Italia. Il Piemonte, Torino 1899, p. 59; Id., Gli antichi vescovi d’Italia. Milano, Firenze 1913, pp. 483-501; Per le nozze Ponzani - Antona Traversi, a cura di N. Antona Traversi, Milano 1919, pp. 27-33; P. Zerbi, I rapporti di s. Bernardo di Chiaravalle con i vescovi e le diocesi d’Italia (1964), in Id., Tra Milano e Cluny, Roma 1991, pp. 3-109; Id., “Ad solita castela archiepiscopatus exivit” (Landulfi de S. Paulo Historia Mediolanensis, cap. 59). Intorno a un diploma inedito di R. (1970), ibid., pp. 257-283; P. Frigerio - S. Mazza - P.G. Pisoni, Domo antica sede plebana e il suo battistero, in Rivista della Società storica varesina, XII (1975), pp. 120-121; G. Rossetti, Origine sociale e formazione dei vescovi del “Regnum Italiae” nei secoli XI e XII (1977), in Ead., Percorsi di Chiesa nella società medioevale, Pisa 2011, pp. 242-249; A. Poggi, Un’ipotesi sull’origine di R. vescovo di Alba e arcivescovo di Milano, in Annali della Facoltà di scienze politiche. Univ. degli Studi di Genova, VIII-X (1980-1982), pp. 155-179; P. Zerbi, R. (†1145), in Dizionario della Chiesa ambrosiana, V, Milano 1992, pp. 3082-3085; Id., «Consuetudines et libertates Ecclesiae sibi commissae adhuc ignorans». Ancora su R. vescovo di Alba e arcivescovo di Milano (†1145), in Sardegna, Mediterraneo e Atlantico tra Medioevo ed età moderna, II, a cura di L. D’Arienzo, Roma 1993, pp. 37-77; F. Brioschi, L’arcivescovo R. e la canonica di Crescenzago, in Il difficile mestiere di vescovo (secoli X-XIV), Caselle di Sommacampagna 2000, pp. 31-46; M. Basile Weatherill, Il monastero di San Pietro di Cremella e la canonica di San Giovanni Battista di Monza nel medioevo: nuove ipotesi sugli interventi dell’arcivescovo R., in Rivista di storia della Chiesa in Italia, LVI (2002), pp. 17-79; M.P. Alberzoni, Campane e vita cittadina: S. Ambrogio e dintorni nel XII secolo, in Del fondere campane. Dall’archeologia alla produzione, a cura di S. Lusuardi - E. Neri, Borgo S. Lorenzo 2007, pp. 87-90; A. Lucioni, La diocesi di Alba dalla scomparsa a fine X secolo alla faticosa ripresa nei secoli XI e XII, in Studi per una storia d’Alba, V, a cura di R. Comba, Alba 2010, pp. 268-270, 281 s.