Benton, Robert
Regista e sceneggiatore cinematografico statunitense, nato a Waxahachie (Texas) il 29 settembre 1932. Autore di un cinema dal robusto impianto narrativo, ha frequentemente rivisitato i generi cinematografici classici con un atteggiamento ora disincantato ora malinconico. Estimatore del cinema europeo (dalla Nouvelle vague alle opere di Federico Fellini e di Ingmar Bergman) e ottimo direttore di attori, ben integrato nei meccanismi dell'industria hollywoodiana, ha vinto due Oscar, il primo per la miglior regia di Kramer vs. Kramer (1979; Kramer contro Kramer) e il secondo per la miglior sceneggiatura di Places in the heart (1984; Le stagioni del cuore), per il quale ha ottenuto anche l'Orso d'argento al Festival di Berlino. Dopo aver studiato alla University of Texas e alla Columbia University, lavorò come art director per la rivista "Esquire" tra la fine degli anni Cinquanta e l'inizio del decennio successivo. Fu durante questa esperienza che entrò in contatto con David Newman, con il quale scrisse il primo trattamento su due mitici fuorilegge degli anni Trenta, Bonnie e Clyde. Sottoposto anche a Jean-Luc Godard e a François Truffaut, il progetto venne alla fine realizzato da Arthur Penn in Bonnie and Clyde (1967; Gangster story), con Warren Beatty e Faye Dunaway protagonisti. Penn riuscì a esprimere pienamente il suo stile essenziale e visionario, aiutato anche dalla scrittura di B. e Newman che seppero combinare con estrema efficacia la struttura del gangster film con un'atmosfera da Nouvelle vague. Dopo aver scritto, sempre con Newman, le sceneggiature di There was a crooked man (1970; Uomini e cobra) di Joseph L. Mankiewicz, western ambientato nell'Arizona della fine dell'Ottocento, e What's up, Doc? (1972; Ma papà ti manda sola?) di Peter Bogdanovich, omaggio alla screwball comedy degli anni Trenta, esordì dietro la macchina da presa con Bad company (1972; Cattive compagnie), scritto ancora in collaborazione con Newman. In questo western crepuscolare, ambientato durante la guerra di secessione americana, emerge la capacità di B. di liberare i personaggi dalla struttura del genere per inserirli in una dimensione picaresca e malinconica che ne esalta il lato umano. Uno struggente noir è invece The late show (1977; L'occhio privato), opera prodotta da Robert Altman il cui protagonista (Art Carney) è un investigatore anziano e pieno di malanni. Nella ricostruzione degli ambienti, nelle forme narrative, l'opera si rivela un omaggio ai polizieschi chandleriani degli anni Quaranta. È stato poi tra gli sceneggiatori di Superman (1978) di Richard Donner prima di dirigere Kramer vs. Kramer, il suo film di maggiore successo. Tratto dal best seller di A. Corman, l'opera comprime ed esaspera il dolore dei protagonisti, risultando volutamente sgradevole nel presentare il conflitto di due coniugi in crisi che si contendono l'affidamento del figlio. Dopo Still of the night (1982; Una lama nel buio), un giallo psicologico nel quale sono presenti espliciti rimandi al cinema di Hitchcock, B. ha diretto Places in the heart, intenso dramma rurale ambientato nel Texas del 1935, in cui ha ricostruito, grazie anche alla fotografia di Néstor Almendros, l'epoca della Grande depressione, lasciando trasparire i debiti contratti con W. Faulkner e Th. Wilder e con il lirismo di The southerner (1945; L'uomo del Sud) di Jean Renoir. Con Nadine (1987; Nadine ‒ Un amore a prova di proiettile) è tornato ad affrontare la commistione tra generi diversi (in questo caso il thriller e la commedia) narrando la vicenda di un'affascinante estetista coinvolta in un omicidio. Nel successivo Billy Bathgate (1991; Billy Bathgate ‒ A scuola di gangster) ha ripreso le atmosfere del gangster film utilizzando i 'falsi' e accesi colori della fotografia di Almendros per rendere ancora più irreale un 'mondo perduto' caratterizzato da una violenza mai così esplicita nel suo cinema. Con Nobody's fool (1994; La vita a modo mio), tratto da un romanzo di R. Russo, B. è tornato alla dimensione intimista a lui più congeniale, chiudendo la vicenda in un luogo e in un tempo (la cittadina di North Bath, vicino a New York, in inverno), in cui emerge l'inconscia anarchia di Sully, un settantenne interpretato da Paul Newman. Twilight (1998) ha rappresentato un ritorno al noir crepuscolare a oltre vent'anni di distanza da The late show.