BURNS, Robert
Poeta scozzese, nato il 25 gennaio 1759 ad Alloway presso Bridge of Doon, Ayrshire. Suo padre William era giardiniere, ma nel 1767 tentò di migliorare le sue condizioni affittando una fattoria a Mount Oliphant, a due miglia di distanza. Roberto era il maggiore di sette figli, e nacque nella piccola capanna che suo padre aveva costruito con le sue stesse mani. Frequentò da ragazzo una piccola scuola ad Alloway, ma la necessità mise presto fine alla sua istruzione. Era un giovane forte e a quindici anni era il primo lavorante di suo padre; ma non è possibile mettere in dubbio che questa vita di lavoro eccessivo e di privazioni complete d'ogni piacere e d'ogni svago avesse su di lui un'influenza disgraziata, esigendo troppo dalle sue forze, e rovinando l'equilibrio del suo sistema nervoso. La squallida povertà di Mount Oliphant è la chiave per comprendere le miserie e gli eccessi di Dumfries. Nel 1777 la famiglia si trasferì in una fattoria più grande a Lochlea, Tarbolton, e quivi per quattro anni visse in una relativa agiatezza. I ragazzi ebbero abbondanti occasioni di leggere e per qualche tempo Roberto frequentò una scuola di danze, contro il volere di suo padre. E stato detto che questa rilassatezza e le conseguenti occasioni di divertirsi furono il primo passo nel progresso del B. verso una vita gaudente e dissipata, ma quella mitigazione dell'austerità della sua vita fu forse invece, per molti riguardi, salutare. Era un giovane ardente, vivace e brillante, dalla parola pronta, ricco di pensiero e di sentimento, avido di amicizia con altri giovani, e sempre innamorato. Il suo primo innamoramento ed i suoi primi versi furono ispirati da una ragazza che lavorò con lui tutta un'estate, quando egli aveva sedici anni. Nel suo diciannovesimo anno venne mandato a una scuola di Kirkoswald, perché studiasse agrimensura e materie affini; e qui la sua conoscenza della vita si estese, ed egli strinse amicizia con una rozza compagnia di bevitori, pescatori e contrabbandieri. Leggeva molte poesie, e si fece numerosi amici, con i quali conservò più tardi rapporti epistolari. Infine s'innamorò di una Peggie Thomson, e sofferse tanto per esserne stato respinto, che lasciò bruscamente Kirkoswald entro l'anno e fece ritorno a casa. Ma l'esperienza era stata proficua, e il frutto ne fu un gruppo di poesie, tra cui John Barleycorn, la famosa ballata in lode del luppolo e della birra, e The Death of poor Mailie, the Author's only pet Yowe. Nel 1780, col fratello Gilbert ed altri giovani, fondò un Bachelors' Club (Circolo di celibi) per aver occasione di ritrovarsi insieme e di discutere; anche più tardi, quando si trasferì a Mauchline, fondò una società simile. Nel 1781 decise di tentare un mestiere, e si recò con un linaiolo a Irvine. Qui conobbe un marinaio di nome Brown, la cui sregolatezza contribuì probabilmente a far scivolare B. sopra una via pericolosa: da qualche tempo in poi le sue passioni e i suoi desiderî non furono più dominati dalla volontà. Durante una gozzoviglia per il capodanno la bottega del linaiolo fu incendiata, e B. tornò di nuovo a casa. La salute del padre, che da qualche tempo declinava, peggiorò anche per le preoccupazioni economiche. Per giunta il B. subì un altro insuccesso amoroso, e per tre mesi la sua melanconia accrebbe la depressione generale. Nel 1784 il padre moriva.
Sembra che il dolore per la morte del padre abbia risollevato il B. moralmente. La famiglia prese una fattoria a Mossgiel nella parrocchia di Mauchline; tutti lavoravano e tutti ricevevano un salario. In quegli anni il genio del B. giunse a piena fioritura ed egli scrisse molte delle sue poesie migliori. Sfortunatamente gli affari della fattoria andarono male, e due annate cattive di seguito, come egli stesso confessa, "sopraffecero tutta la sua saggezza". Egli ridiventò più sregolato e dissipato di prima. Nei primi mesi del 1784 strinse una relazione con una Elizabeth Paton, e ne ebbe una figlia, a cui indirizzò una franca ed incantevole poesia, The poet's welcome to his illegitimate child. Frattanto egli si attirava altri odî per le sue satire brillanti e spregiudicate. Aveva sempre odiato gl'ipocriti fuori o dentro le chiese, e in The Holy Fair e Holy Willie's Prayer li fustigò senza pietà. Sette mesi prima della nascita della sua prima figlia aveva fatto la conoscenza di Jean Armour, e, dopo una lunga corte, annodò anche con lei una relazione intima. Nel 1786, avendo saputo che stava per diventare madre, la riconobbe per iscritto come sua moglie; ma il padre di lei la costrinse a rinunziare al documento. Nacquero nel settembre due gemelli, un bimbo e una bimba, ma la bimba morì. Il B. era ora in difficili condizioni. La fattoria falliva, e da tutte le parti egli era severamente giudicato; venne anzi sottoposto a un procedimento legale a causa dei suoi scritti e delle sue azioni. Decise quindi di rinunciare alla sua parte nella fattoria e di tentare la fortuna all'estero, appena avesse potuto ottenere danaro per andare in Giamaica. A questo fine pubblicò l'edizione delle sue poesie, detta edizione di Kilmarnock, di cui si stamparono 600 copie e che gli fruttò 20 sterline. Frattanto il rifiuto di Jean Armour aveva riacceso la sua passione, e per alcuni mesi egli si abbandonò alla più cupa disperazione, finché venne salvato da una passione nuova per Mary Campbell, con la quale nel maggio si fidanzò, ma una febbre portò la fanciulla alla tomba. Questo fu forse il più tenero e più duraturo affetto di B.; esso vive nella poesia Highland Mary, e riavvampa ancora dopo molti anni in To Mary in Heaven. Oramai pochi legami trattenevano B. in Scozia. Gli Armour gli domandavano la garanzia di una forte somma per assicurare una pensione alla figlia sedotta, ed egli era costretto a nascondersi dalla polizia. La famiglia B. finì con l'assumere su di sé l'educazione del figlio di Jean. B. aveva già preso un biglietto per la traversata, e aveva spedito il suo baule, e stava sul punto di partire, quando una lettera del Blacklock ad uno dei suoi amici rovesciò la sua decisione. Il Blacklock, poeta anch'egli, lodava le sue poesie, e dichiarava che una seconda edizione, edita in Edimburgo, avrebbe incontrato certamente largo successo. B. subito abbandonò l'idea del viaggio, raggiunse Edimburgo, e pubblicò i suoi versi sotto il patronato del conte di Glencairn. Il successo fu immediato e immenso. B. divenne l'eroe del giorno; accolto nella migliore società di Edimburgo, egli passava fra gli applausi di tutti, dappertutto desiderato per lo sfavillio e l'umorismo della sua conversazione; reduce da questi trionfi, tornava alla notte nell'umile soffitta in Lawnmarket, dove aveva un letto in comune con un apprendista. Il giovane Walter Scott, che lo vide in quest'epoca, ci ha lasciato il ricordo dell'impressione ricevuta; "Non ho mai visto degli occhi simili in una testa umana". Il B. ora viaggiava in Iscozia e nel Nord d'Inghilterra, visitando specialmente tutti i luoghi cari alle ballate e canzoni scozzesi. Si riconciliò con gli Armour, e diventò amico di una Mrs. M'Lehose, la sua Clarinda, con la quale strinse una futile relazione che produsse un gran numero di lettere appassionate ma retoricamente pompose, nonché una bella lirica, Had we never loved sae blindly. Nei primi mesi del 1788 Jean Armour dava alla luce due gemelli; il padre l'aveva cacciata di casa, ma il B. la ritrovò e nell'aprile si sposarono segretamente. Ma a quest'epoca già lo splendore della sua fama si era alquanto attenuato. Solo dopo molti indugi ebbe gli ultimi pagamenti per le sue poesie, che gli resero in tutto cinquecento sterline, e poté lasciare Edimburgo e prendere una fattoria ad Ellisland sul Nith; appena la casa fu pronta vi si stabilì con Jean, dopo aver reso pubblico il matrimonio nell'agosto. Essa fu certamente donna di straordinario carattere: sopportò tutti i difetti del marito, così da evitare le disarmonie domestiche. Ebbero un altro figlio nell'aprile 1791: un mese prima il Burns aveva avuto dalla donna di servizio una figlia illegittima, che sua moglie allattò e allevò col figlio proprio.
Per migliorare le condizioni della famiglia il B. fece allora domanda di nomina a gabelliere, sperando di esser collocato vicino a casa sua. Ma fallita la fattoria in quell'anno stesso dovette lasciare Ellisland e trasferirsi a Dumfries, dove la famiglia viveva del suo salario di 50 sterline, poi aumentato a 70. Il trasferimento a Dumfries fu disastroso. Il B. era un funzionario serio, ma la vita della città gli offriva troppe occasioni per amichevoli convegni.
In questo periodo i suoi sentimenti repubblicani suscitarono sospetti. Quand'era giovane, Pitt conte di Chatham era stato il suo eroe, ma dopo il 1786 le sue idee politiche subirono un mutamento ed egli venne attirato al Giacobitismo piuttosto per il suo lato romantico e pittoresco che per i suoi principî. I primi moti della Rivoluzione francese suscitarono le sue simpatie, e nel 1789 i suoi impetuosi sentimenti gli causarono serî guai. Nell'adempimento dei suoi doveri egli diresse coraggiosamente un attacco contro una nave contrabbandiera armata: poi s'impadronì delle sue armi da fuoco e senz'altro le spedì in dono ai francesi. Ma esse furono fermate dal governo inglese, e si aprì un'inchiesta. B. temeva di venire per lo meno esonerato, ma con l'aiuto di buoni amici se la cavò con un'ammonizione. Allo scoppio della guerra entrò in un battaglione di volontarî in Dumfries, e scrisse in quel tempo The Poor and Honest Sodger, Scots wha hae wi'Wallace bled, ed altre poesie patriottiche. Ma la sua salute, sempre minata, come dice egli stesso, dalle sue sbornie, peggiorò, e la sua situazione veniva aggravata dalla cattiva reputazione, da debiti e difficoltà d'ogni genere. Nel gennaio 1796, tornando da uno dei suoi soliti convegni, si addormentò sulla neve, e prese un malanno dal quale non si riebbe più. Sei mesi dopo, il 21 luglio, moriva a Dumfries, in età di 37 anni. Il suo quinto figlio, Maxwell, nasceva proprio durante il servizio funebre.
La sua migliore scusa è contenuta in una lettera a Miss Chalmers, scritta nel 1793. "Prendete un essere della nostra specie, dategli una più forte immaginazione e una più delicata sensibilità, e perciò anche più selvagge passioni di quanto sia sorte comune degli altri uomini; destate in lui un irresistibile impulso a una qualche vocazione che lo allontani per sempre da tutto ciò che è guadagno e ricchezza, e poi dannatelo con un appetito più acuto che in qualunque uomo vivente per i piaceri che il danaro può comperare; infine completate la misura dei suoi guai col donargli un senso orgoglioso della sua dignità, e voi avrete creato un essere misero quasi quanto un poeta".
La vita breve e travagliata del Burns ha arricchito il mondo di un volume di poemetti incomparabili nel loro genere, e di molte perfette canzoni e ballate. Se avesse vissuto più a lungo ne avrebbe certamente aggiunte altre, ma il meglio della sua opera venne compiuto in giovinezza. Oltre le canzoni e le ballate, Tam o' Shanter, scritto a richiesta di un amico nel 1790, fu l'unica poesia considerevole posteriore all'edizione di Edimburgo del 1787. La sua fama è stata immensa. B. è per eccellenza il poeta della Scozia, e ancor più particolarmente il poeta dell'Ayr; pure la sua fama non è punto limitata al suo paese nativo e riposa su solide fondamenta. Gli elementi della natura di Burns sono quelli proprî dell'uomo normale, solo che in lui sono innalzati a un grado d'intensità straordinario. Aveva un'immaginazione più sensibile che gli altri uomini alla bellezza, una più acuta sensibilità alle sofferenze, una più pronta intolleranza della noia, più fuoco, passioni più forti, un patriottismo più ardente, un sentimento di compassione più tenero, un umorismo più ricco, ed una più cordiale gioia nell'amicizia. Per l'uomo ordinario le altezze e le profondità di Milton, di Wordsworth o di Shelley possono sembrare remote e quasi ostili; ma in Burns anche un uomo ordinario ritrova sé stesso, con i suoi dolori e con le sue gioie, con le sue tentazioni e con le sue aspirazioni, e al tempo stesso con un'ampiezza ed un'intensità nuove, proprie della visione del poeta, e con un'espressione perfetta. Le emozioni del Burns infatti non sono sottili, o, comunque, rare e tutte sue: sono semplici sempre e universali, tipiche. Le sue poesie sono piene di sentimento che raramente degenera in sentimentalismo. Una poesia come John Anderson, my Jo, è l'espressione completa e perfetta di un'esperienza propria di tutti: ciò che è caratteristico della poesia del Burns è soltanto che l'espressione è esauriente, completa. Tutto è chiaro, nulla è lasciato indovinare al lettore; e in ciò egli differisce dalla maggior parte dei grandi poeti. Qualunque oggetto della sua esperienza è materia buona per la sua poesia, ed egli passa dall'amore e dall'amicizia a canzoni bacchiche e a liriche religiose, da leggende e racconti di streghe a incidenti della vita degli animali, dalla bellezza della natura alle lodi della Scozia. Nelle sue satire prende di mira il clericalismo, l'ipocrisia, e il gretto puritanismo che chiudeva in angusti limiti la vita scozzese del suo tempo. B. reagisce all'attività repressiva esercitata per circa due secoli dalla chiesa sull'arte e la poesia. Death and Dr. Hornbook è un allegro ma spietato attacco contro un ciarlatano presuntuoso e vanesio; e la polemica mordace quale si ritrova in The Holy Fair, The Address to the Unco Guid, e Holy Willie's Prayer giustifica la seria riputazione che il Burns gode di maestro e riformatore. Malgrado gli errori in cui incorse nella vita pratica, egli ebbe sempre un forte senso religioso e una fede genuina. Egli è infatti ferocemente satirico, ma non è mai cinico: frusta l'individuo, ma ha fede nella natura umana. I suoi dardi più acuminati egli li scaglia contro il prospero fariseo. Per i birbanti bonaccioni ha un allegro sorriso di fratellanza, come in Tam o' Shanter, e in The Jolly Beggars, così cara al Carlyle.
Tam o' Shanter, tanto lodato da Scott e Wordsworth, si apre con un quadro a vivi colori di Tam che beve con gli amici presso il fuoco della taverna. Più tardi, ben rimpinzato di alcool, se ne esce per prendere la via del ritorno, andando a cavallo in mezzo a una terribile bufera. Mentre si avvicina alla chiesa vede improvvisamente uno spettacolo raccapricciante, che ci è dipinto da una descrizione a un tempo colorita e scettica, di stregoni e streghe danzanti insieme. E la sua fuga piena di terrore raggiunge il culmine in una grottesca catastrofe allorché la strega che gli è più vicina strappa via la coda della povera cavalla. È una poesia, il cui argomento e la cui scena sono locali, puramente scozzesi, ma il profondo umorismo di Burns riesce a conferirle universalità. Come quello di Shakespeare, esso è l'umorismo del genio, il quale ha le sue origini nella più schietta umanità, ed è semplice, grossolano, ma giammai volgare; un umorismo in cui trova libero sfogo un'universale simpatia a cui un potente intelletto dà stimolo perenne.
Il dialetto delle poesie di Burns è naturalmente un ostacolo alla sua diffusione al di fuori della Scozia. Burns ereditò la tradizione di questa lingua e di questo genere di poesia da una lunga serie di predecessori, particolarmente da Ramsay e Fergusson. Come dice James Thomson, "la sua poesia non è fiore e promessa, ma frutto maturo; e si volge al passato piuttosto che all'avvenire. Egli entrò in un abito che gli stava come se fosse stato fatto apposta per lui; in esso la sua originalità e la sua forza si trovarono a proprio agio, senza che egli dovesse consumare alcuna forza in tentativi di faticosa ricerca". Quando scrive in inglese o mescola l'inglese con il suo scozzese, è sempre mediocre. Egli stesso scrive in una delle sue lettere: "Queste canzoni inglesi m'imbarazzano immensamente. Non ho della lingua la padronanza che ho del mio idioma nativo.... là sono a casa mia". Quindi, come ha detto W. P. Ker, "la sua poesia, malgrado il suo carattere popolare e la sua lingua rustica, ha l'impronta caratteristica della letteratura colta: ha completo dominio di sé, è sicura di sé medesima, è classica. Non è irrequieta o troppo cosciente dei suoi mezzi o preoccupata o sperimentale o arrivista; ha la vera dignità, come d'un uomo che sa d'esser padrone in casa sua ed è abituato a conversare con i suoi pari, e non ha ragione di desiderare ciò che non ha". La sua varietà di metri è molteplice e interessante. The Cotter's Saturday Night è scritta nella strofa spenseriana del Beattie, ma il suo metro più frequente è la strofa di sei versi, adoperata, ad es., nell'Address to the Deil. Egli sa anche usare abilmente la vecchia strofe della Cristis Kirk, l'ottava delle ballate col ritornello di un sol verso, che egli porta a perfezione nel Hallowe'en. Un'estensione di questo metro si trova in molte delle sue poesie didattiche e serie, particolarmente nelle parti narrative dei The Jolly Beggars, ove la strofa di dieci versi è seguita da una wheel di quattro versi, (sul tipo di quella che s'incontra in The Cherry and the Slae di Montgomery) e che è essa stessa una modificazione della vecchia forma dell'inno ecclesiastico latino. Ma la parte migliore di tutta l'opera sua è l'insieme delle sue canzoni e ballate scozzesi. Di queste, 184 apparvero tra il 1787 e il 1803 nel Scots Musical Museum del Johnson, e più di 100 in Select Collection of Original Scottish Airs del Thomson (1793-1805). Alcune delle ballate vennero adattate o ampliate dal Burns su modelli tradizionali o su ftammenti raccolti dal Ramsay o sparsi per il paese; egli era pronto a capire il valore poetico della materia e a trame poesie nuove, vibranti di piena autentica vita. Alcune di queste vennero messe insieme con delle singole frasi raccolte da molte fonti (p. es., "O, my luve's like a red red rose"), altre, più interamente sue, vennero ispirate da arie già esistenti (p. es. The Rigs o' Barley, cantato sulla vecchia aria Corn Rigs are bonnie). Questa era l'opera che egli prediligeva, e per essa non accettò mai nessun pagamento. I suoi canti, egli diceva, erano "o al di sopra o al di sotto di ogni prezzo". La sua musa non fu mai mercenaria. Pubblicò e ricevette danaro, ma sempre per poesie che aveva scritto soltanto per soddisfare sé stesso; "preferirei esser dannato - diceva - piuttosto che scrivere per danaro", e, perfino nella sua povertà, rifiutò di diventare collaboratore della Star e della Morning Chronicle con uno stipendio regolare. Il B. è maestro nelle canzoni d'espressione energica e forte, drammatica ed esatta, e di perfetta melodia. E fu un notevole esempio della diversa sensibilità che si richiede per una musica fatta di note e per una musica fatta di parole; il suo maestro di scuola Murdoch infatti lasciò scritto che "il suo orecchio era notevolmente sordo alla musica.... ci volle parecchio tempo prima che io potessi fargli distinguere una melodia da un'altra". Del suo metodo di composizione però egli scrisse al Thomson "finché io non son completamente padrone di un'aria cantandola da me (per quanto mi sia possibile) non posso mai comporre parole per essa". Queste canzoni sono caratterizzate da una lingua semplice, da accenti ritmici forti e decisi, con regolare purità di rima.
Canzoni come Bonnie Lesley, Of a' the airts, O were my love yon lilac fair, Ae fond kiss, Mary Morison, The Banks O' Doon, Auld Lang Syne, A red red rose sono capolavori di melodia e di felicità verbale. "Il lascivo stupefacente contadino di genio, il fauno ispirato", è giustamente stimato dal Henley è il più squisito artista di canti popolari che forse il mondo abbia mai conosciuto".
Ediz.: Centenary edition delle poesie, ed. W. E Henley e T. F. Henderson, voll. 4, Londra 1901.
Bibl.: Life and Works, ed. Currie, Londra 1800; biografia del Lockhart, 1828; saggio del Carlyle in Edinburgh Review, 1828; biografia di J. C. Shairp, Londra 1879; saggio del Henley nel volume IV dell'ediz. cit.; W. P. Ker, Collected Essays, Londra 1925; W. A. Craigie, Primer of Burns, Londra 1896.