ADAM, Robert e James
Architetti scozzesi figli di William Adam, di Maryburgh, in Scozia, morto nel 1748, anch'egli architetto di molta esperienza. Gli altri figli di William Adam, John (1721-1792) e William (1738-1822) non erano veri e proprî architetti, ma contribuivano finanziariamente alle imprese di Robert e di James. Roberto (1728-1792) era il genio della famiglia; James (1730-1794), invece, l'eco intelligente di suo fratello e mirabile disegnatore di costruzioni. Parlare dei fratelli Adam, significa veramente parlar di Roberto. Egli ebbe la fortuna di crescere in un'atmosfera, si potrebbe dire, architettonica, e di ereditare, sembra, una considerevole fortuna. Per giunta, le relazioni professionali di suo padre gli fecero avere commissioni che generalmente non si affidano ad un giovane. Tutti questi vantaggi favorirono lo sviluppo precoce di R. A. che passò circa quattro anni viaggiando, specialmente in Italia, dove conobbe G. B. Piranesi che gli dedicò un volume della Magnificenza; e nel 1757 si unì all'artista francese J. J. Clérisseau per visitare le rovine del Palazzo di Diocleziano a Spalato, donde trasse finissimi disegni, incisi poi da F. Bartolozzi e da altri, e pubblicati a Londra in un volume nel 1764 (R. Adam, Ruins of the Emperor Diocletian at Spalato, Londra 1764). Poco dopo il suo ritorno in patria, R. ebbe importanti commissioni a Londra, e da allora fino alla morte fu sempre carico di lavori. Il disegno per la magnifica cancellata di fronte all'Ammiragliato a Whitehall è del 1760; del 1761-1762 gli importanti cambiamenti e le nuove originali decorazioni interne eseguite per il duca di Northumberland a Syon House, Brentford, sul Tamigi. Alla medesima epoca appartiene anche il palazzo Lansdowne, Lansdowne House, al lato sud di Berkeley Square, fabbricato per lord Bute e venduto poi al marchese di Lansdowne; e Kenwood House, in Highgate, quasi interamente ricostruito per lord Mansfield dal 1764-67, e lasciato recentemente alla nazione da lord Iveagh perché vi fosse collocata la sua raccolta di quadri. Nel 1764 R. fu nominato architetto di Giorgio III e della regina, ma si dimise da questo ufficio allorché venne eletto deputato per la contea di Kinross nel 1768. L'Adelphi, insieme di palazzi dal nome commemorante la collaborazione dei fratelli A., fu cominciato in quell'anno, nel luogo che oggi confina a nord con lo Strand è chiuso ad est dalla stazione di Charing Cross e ad ovest dall'albergo Savoy, e a sud scende rapidamente verso la riva del fiume. Fu fabbricato al livello della strada, al di sopra di una fila di magazzini. L'impresa, che era stata finanziata dalla famiglia Adam, finì con una considerevole perdita; ma è ancora un bel ricordo del loro ingegno e buon gusto.
I fabbricati che Roberto disegnò più tardi sono troppo numerosi per essere rammentati tutti. Si ricordano tra i più importanti: l'imponente facciata meridionale della residenza di lord Temple a Stowe, Buckinghamshire (1771); un palazzo per sir W. Watkins Wynne, 20, St. James' Square, a Londra (1773); l'Ufficio dei registri ad Edimburgo (1774); Osterley Park, Middlesex, per Mr. Robert Child; la chiesa di Mistley, Essex; la facciata di Harewood House, a Londra (1776); Culzean, castello in finto gotico per il conte di Cassilies; nuovi ed estesi fabbricati per l'università di Edimburgo, e l'Infermeria per la stessa città (1787); Marble Hill, piccola ma deliziosa dimora per Mrs. Fitzherbert, amica e poi moglie di Giorgio IV; il disegno ed i lati di mezzodì e di levante del Fitzroy Square a Londra (1790). Molte strade della parte occidentale di Londra, come Strafford Place, Grafton Street (all'altezza di Bond Street) furono anche ideate dagl'instancabili fratelli A., sì che il presente aspetto di Londra porta ancora, nonostante i numerosi cambiamenti, l'impronta del loro genio.
Come iniziatore di uno stile ben definito, e per la sua importanza storica, Robert A. può essere avvicinato a sir Christopher Wren, ma ha genio minore. Robert A. non considera, come Wren, la massa del fabbricato; per lui si tratta sempre di decorare un prospetto; sicché anche le sue migliori opere consistono in facciate o superfici piane che egli sa variare ed ornare con gusto e talento stupendi. Il suo stile è quindi più decorativo che architettonico e deriva, assai più di quanto si supponesse, dagli studî delle rovine di Spalato. Evidentemente Robert A. deve molto all'architettura classica, e anche greca, che si cominciò ad apprezzare dopo che il Mediterraneo orientale divenne facilmente accessibile. Per questo il suo stile assomiglia allo stile francese di Luigi XVI, ed evita, come quello, le irregolarità e le curve esuberanti.
Ma uno dei meriti maggiori degli A. e particolarmente di Robert è quello di aver formato uno stile decorativo originale, fatto di elementi importati (greci, pompeiani e italiani) e fusi perfettamente sì da adattarli al gusto ed alle tradizioni britanniche. Nei celebri albi d'incisioni gli A. non davano soltanto modelli ai costruttori, ma agli stuccatori, agli ebanisti, agli orafi. Con sano criterio volevano che ogni parte dell'edificio e del suo arredamento fosse retta da una sola armonia. Così nelle loro costruzioni i camini di marmi policromi, puri ed eleganti di linea, ebbero una decorazione che potremmo dire di un neoclassico fiorito, ricca e delicata, e di una fattura accuratissima. Gli stucchi, modellati ed eseguiti pur da artieri italiani e ispirati all'antico, di bianco impasto di Liardet su fondi rosati azzurri o verdastri, formarono cartelle e medaglioni imitanti le porcellane di Wedgwood, oppure si distesero in arabeschi sottili per fregi, per intieri soffitti, per vòlte. I mobili infine, almeno nell'intenzione degli A., corrisposero a questa decorazione, che doveva avere vita sì breve. Morti gli A., il loro stile o fu impoverito e irrigidito, oppure soppiantato senz'altro dal falso gotico di sentimento romantico.
Bibl.: The Works in Arch. of R. and J. A., voll. 3, inglese e francese, 1778-1822; J. Swarbrick, Robert A. and his brothers, Londra 1916; A. T. Bolton, The Architecture of R. and J. A., voll. 2, Londra 1922.