LEE, Robert Edward
Generale americano, nato a Stratford (Virginia) il 19 gennaio 1807, morto a Lexington il 12 ottobre 1870. Figlio di Henry (v.). Entrato nell'Accademia militare di West Point nel 1825, ne usciva nel 1829; due anni dopo sposava Mary P. Custis, pronipote di Martha Washington ed erede della storica dimora di Arlington. Ufficiale del genio, L. ebbe varî incarichi: lavori di fortificazione, di ingegneria fluviale sul Mississippi (1837), di difesa del porto di New York (1840). Si segnalò nella guerra contro il Messico, poi rafforzò la difesa marittima di Baltimora, fu soprintendente della scuola di West Point ed ebbe nel 1855 il comando d'un reggimento di cavalleria di nuova formazione, sorvegliando gl'Indiani Comanche tra l'Arkansas e il Rio Grande. Nel 1859 era in licenza quando fu incaricato di arrestare John Brown dopo il famoso colpo di mano su Harper's Ferry. Si avvicinava così la crisi della sua vita.
Spirito intensamente religioso e devoto, il L. era in principio contrario alla schiavitù e alla rottura dell'Unione. Ma conosceva lo stato d'inferiorità morale dei Negri e insieme - uomo per questo come per altri rispetti più del passato che del suo tempo - pur ritenendo l'Unione necessaria considerava come vera patria il proprio stato. Alla Virginia egli volle mantenersi fedele. Il 18 aprile 1861 F. P. Blair gli offerse, in forma non ufficiale, ma da parte del Lincoln, il comando dell'esercito unionista; dopo un colloquio con lo Scott, il 20 rassegnò le dimissioni. Il 22, ebbe il comando delle truppe della Virginia; entrata questa nella confederazione sudista, fu mantenuto al suo posto, ma con poteri assai più limitati. Tuttavia mostrò subito capacità di organizzatore. La prima campagna da lui condotta nella Virginia Occidentale fu un insuccesso, venne quindi inviato a organizzare la difesa costiera della Carolina; nel marzo 1862, tuttavia, J. Davis, presidente della Confederazione, lo chiamò presso di sé, come suo consigliere militare, per organizzare la difesa della capitale, Richmond, minacciata da ogni parte da forze superiori. Da questo momento incomincia la fortuna del L. e la serie dei suoi successi nella guerra di secessione (v. stati uniti: Storia) con la mirabile campagna della difesa di Richmond (battaglie dei "sette giorni", 25 giugno-10 luglio 1862) e l'immediata controffensiva che condusse il suo esercito fino alla Pennsylvania e all'indecisa battaglia di Antietam (16-17 settembre) e alla vittoriosa resistenza di Fredericksburg (13 dicembre), alla vittoria di Chancellorsville (2-4 maggio 1863); alla seconda invasione del Maryland e della Pennsylvania, terminata con la sconfitta di Gettysburg (1°-3 luglio 1863); alla lunga e sagace resistenza e guerra di trincee opposta all'avanzata del Grant, fino all'estrema difesa e alla suprema decisione di arrendersi ad Appomattox (9 aprile 1865). Negli ultimi tempi, s'era pensato a lui come dittatore; ma accettò solo il supremo comando in campo, sempre subordinato al Davis, presidente e capo supremo delle forze armate.
Terminata la guerra, il L., escluso dall'amnistia, si astenne da ogni dichiarazione e da ogni attività politica; accettata, il 24 agosto 1865, la presidenza del Washington College (dopo la sua morte, Washington and Lee University) che aveva allora solo 40 studenti con 4 professori, si dedicò tutto a farlo prosperare e all'educazione dei nuovi cittadini dell'Unione ricostituita. La sua condotta allora sembra compendiata nelle parole da lui rivolte a una madre: "Abandon all these local animosities and make your sons Americans".
Su L. come uomo di guerra, variano assai i giudizî. Ma sempre più si viene affermando l'ammirazione dei critici militari per il comandante che organizzò da cima a fondo un esercito (facendo adottare, a quei tempi, una uniforme di color neutro, grigia), che si mostrò, come manovriere, superiore a tutti i suoi avversarî, tenendo a lungo in scacco le forze assai superiori del Grant. Un grave colpo fu per lui senza dubbio la morte, a Chancellorsville, di T. L. (detto "Stonewall") Jackson, che meglio d'ogni altro sapeva adattarsi ai suoi disegni. Come errori, gli si rimproverano ora specialmente l'avere voluto combattere ad Antietam una battaglia inutile, l'essersi privato della cavalleria di J. E. B. Stuart, prima di Gettysburg, perdendo così il modo d'informarsi dei movimenti del nemico, e la soverchia arrendevolezza di fronte ai subordinati, come il Longstreet il cui ritardo nell'attaccare fu certo tra le cause di quel disastro. Nelle manovre finali intorno a Richmond il Grant si valse del dominio del mare che, con la cattiva organizzazione dell'alto comando sudista, fu una delle ragioni principali della vittoria unionista: infatti l'esercito del L. si trovò spesso a corto dei rifornimenti più necessarî.
Bibl.: J. W. Jones, Personal reminiscences... of gentile. R. E. L., New York 1874; id., Life and letters of gentile. R. E. L., ivi 1906; A. A. Long, Memoirs of R. E. L., ivi 1886; F. Lee, R. E. L., ivi 1894; R. E. Lee, Recollections and Letters of gentile. R. E. L.; T. N. Page, R. E. L., the Southerner, ivi 1908; id., R. E. L., Man and Soldier, ivi 1911; G. Bradford, L. the American, Boston e New York 1912; J. J. Bowen, The strategy of R. E. L., New York 1914; F. Maurice, R. E. L. the soldier, Boston e New York 1925; v. anche: stati uniti: Storia.