Domenicano inglese (m. 1279), provinciale per l'Inghilterra, arcivescovo di Canterbury e cardinale; insegnò a Parigi e a Oxford (1248-61). Difensore della tradizione agostiniana, sebbene aperto alla nuova filosofia di Aristotele (fu tra i primi a commentarne le opere a Parigi), sostenne le dottrine della pluralità delle forme, delle rationes seminales, dell'illuminazione; innanzi ai primi successi di alcune dottrine di Tommaso d'Aquino condannò (1277) a Oxford una serie di tesi tomiste relative soprattutto all'unità della forma sostanziale. Di lui abbiamo commenti ad Aristotele (Analitici, Elenchi sofistici, Fisica, Metafisica) e due opere di notevole interesse: De unitate formarum, De ortu et divisione philosophiae.