Kramer, Robert
Regista e sceneggiatore cinematografico statunitense, nato a New York il 22 giugno 1939 e morto a Rouen (Seine-Maritime) il 10 novembre 1999. L'impressione che si ricava dalla sua ricca filmografia (quasi trenta titoli) è quella di una coerenza di intenti artistici e ideologici difficilmente riscontrabile in altri cineasti. Per questo si può dire che l'universo di immagini che K. filmò nel corso degli anni, pur distribuendosi tra vari supporti (la pellicola, il video, la te-cnologia digitale), durate (dai cortometraggi ai lungometraggi), linguaggi (il documentario, la fiction) e destinazioni (il cinema, la televisione), rappresenta le tappe successive di un unico, lunghissimo film, intimo e personale ma anche attento ad analizzare il respiro della vita della collettività, chiuso nella rappresentazione di un pensiero e al tempo stesso aperto e proteso verso gli accadimenti del mondo. La macchina da presa fu per K. lo strumento di una ricerca che lo portò più volte nei luoghi dove erano in corso delle guerre, a riflettere sulle cause e sulle conseguenze di ogni conflitto: in questi film, nei quali il regista è insieme attore e spettatore, documentario e finzione si mescolano, e il cinema mostra, intatta, la consapevole forza del suo linguaggio.
Figlio di genitori di religione ebraica, dopo studi di filosofia e di storia allo Swarthmore College (Pennsylvania) e alla Stanford University, si dedicò in un primo tempo alla scrittura letteraria; quindi trascorse un anno in Brasile (1963-64) come inviato del settimanale "The new republic". Arrivato all'esperienza cinematografica in un periodo in cui la produzione più innovativa si divideva tra la cosiddetta New Hollywood e l'Underground, si collocò in uno spazio autonomo, vicino alla sinistra radicale. Iniziò organizzando nel 1964 la cooperativa di registi e produttori Alpha 60; collaborò quindi al cortometraggio documentario FALN (1965) diretto da Peter Gessner, collage di materiali girati in Venezuela dai guerriglieri delle Fuerzas Armadas de Liberación Nacional (da cui la sigla del titolo). Esordì nella regia nel 1967 con due film a soggetto, il mediometraggio In the country e il lungometraggio The edge (uscito nel 1968), storie di giovani impegnati contro la guerra in Vietnam, che discutono sulla militanza politica e sull'uso della violenza. Dopo un periodo in Israele, alla fine del 1967 fu tra i fondatori del movimento Newsreel, che produsse fino al 1971 oltre sessanta tra cinegiornali e film d'intervento sulle lotte politiche e sociali di quel periodo. Fu anche uno dei suoi più attivi organizzatori: nel 1967 ne scrisse infatti, insieme ad altri, il documento teorico (Initial statement of the Newsreel) e ne realizzò il primo documentario, IS 201, su una scuola gestita da neri nel quartiere newyorkese di Harlem; diresse poi con John Douglas e Robert Machover il documentario People's war (1969), girato nel Vietnam del Nord durante la guerra contro gli Stati Uniti. L'uscita di K. dal Newsreel avvenne a causa di un suo film a soggetto giudicato troppo lontano dal linguaggio del cinema militante, Ice (1970), opera di fantapolitica ambientata in un futuro prossimo in cui a New York la sinistra organizza la guerriglia per appoggiare un fronte di liberazione che sta combattendo in Messico contro il corpo di spedizione statunitense. K. girò quindi insieme a Douglas Milestones (1975), un affresco lungo oltre tre ore, contenente anche materiali di repertorio, sulle comuni agricole alternative che si stavano formando in quel periodo. Visse poi per due anni in Portogallo, dove nel 1977 realizzò, insieme a Philip Spinelli, il documentario Scenes from the class struggle in Portugal, noto anche con il titolo Cenas da luta de classes em Portugal, incentrato sui processi politici successivi alla Rivoluzione di aprile 1974; anche in seguito K. rimase in stretti rapporti con quel Paese, con i cui cineasti collaborò più volte. Nel 1979 decise di trasferirsi a Parigi, in una sorta di esilio volontario dovuto anche alla difficoltà di reperire finanziamenti in patria. Cambiò allora la sua prospettiva, che si arricchì di un senso di malinconia e di rimpianto, ma restarono i temi e le urgenze di sempre. I luoghi di una riflessione intima ed esistenziale trovarono spazio in Guns (1980), sulle diverse strade prese dai componenti di un gruppo che aveva partecipato al Maggio 1968; nel televisivo À toute allure (1982), su due giovani appassionati di pattinaggio, con il quale K. iniziò l'uso del video, poi divenuto il suo mezzo di espressione preferito; nel poliziesco Diesel (1985), che rappresenta l'unica incursione del regista nel cinema commerciale; in Doc's kingdom (1987), girato in Portogallo, che ha tra i protagonisti il regista João César Monteiro e l'attore-regista Vincent Gallo; negli autobiografici Le manteau (1996), sulle peregrinazioni di un regista intorno al mondo, e Walk the walk (1996), su una coppia che entra in crisi quando la figlia adolescente se ne va di casa; e nell'ultimo Cités de la plaine (2000), amaro bilancio della propria vita da parte di un algerino immigrato in Francia, e apologo sulla difficoltà di conciliare culture diverse, il cui montaggio è stato in parte portato a termine dal figlio, Keja Ho Kramer. K. girò negli stessi anni anche documentari di grande intensità e di vasto respiro: Nôtre nazi/Unser nazi (1984) che, prendendo spunto dai massacri di ebrei compiuti in Lituania dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale, vuole indagare sui temi della colpevolezza e della responsabilità individuale; Route one/USA (1989), che mediante un viaggio effettuato lungo la principale strada degli Stati Uniti ritrae quel Paese (insieme al precedente Milestones) nelle sue grandi contraddizioni, attraversandolo in tutte le direzioni e descrivendolo nel suo procedere storico e sociale, e ne coglie lo spirito come mai nessuno aveva fatto prima di allora; Point de départ/Starting place (1993) e SayKomSa (1998), che affrontano i cambiamenti avvenuti in Vietnam dopo la fine della guerra. Scrisse le sceneggiature, oltre che di tutti i suoi film, di Der Stand der Dinge (1982; Lo stato delle cose) di Wim Wenders, e del documentario Gestos e fragmentos (1982) di Alberto Seixas Santos; recitò come attore in alcuni suoi film e in quelli di numerosi altri registi, tra i quali Wenders, Laurence Ferreira Barbosa, Cédric Kahn, Stanley Kramer, Lou Castel, Gérard Guérin.
A. Aprà, E. Ungari, Il cinema di Robert Kramer, Mostra internazionale del nuovo cinema di Pesaro, Pesaro 1970.
Il cinema di Robert Kramer, a cura di E. Livraghi, G. Lazzati, Milano-Torino 1980.
O. de Larroche, Robert Kramer, le regard engagé, Marseille 1994.
Robert Kramer, a cura di R. Turigliatto, Torino 1997.
Trajets: à travers le cinéma de Robert Kramer, éd. C. Venail, Aix-en-Provence 2001.