Krasker, Robert
Direttore della fotografia australiano, nato a Perth il 21 agosto 1913 e morto a Londra il 16 agosto 1981. Lavorò soprattutto in Gran Bretagna e incarnò il modello quasi divistico del direttore della fotografia che conduce il chiaroscuro a un inusitato ruolo di protagonismo, in virtù delle appariscenti reminiscenze espressioniste dei film da lui illuminati per Carol Reed, in particolare Odd man out (1947; Fuggiasco) e The third man (1949; Il terzo uomo), che gli valse un premio Oscar. Venne considerato un virtuoso anche nell'utilizzo del Technicolor, grazie a film come Henry V (1944; Enrico V) ed El Cid (1961) diretti rispettivamente da Laurence Olivier e Anthony Mann.
Nato da padre austriaco e madre francese, nel 1926 si trasferì in Francia dove svolse studi d'arte a Parigi; quindi seguì i corsi di ottica alla Photohandler Schule di Dresda, che lo portarono in contatto con il lavoro dei grandi operatori del cinema espressionista. Tornato a Parigi, divenne assistente dell'operatore newyorkese Philip Tannura negli studi della Paramount Famous Lasky Corporation a Joinville; suo vero maestro fu tuttavia Georges Périnal, che K. conobbe poco dopo il trasferimento in Gran Bretagna nel 1930, quando fu assunto come apprendista operatore alla London Film Productions di Alexander Korda. Al fianco di Périnal, specialista del colore, lavorò come operatore alla macchina per grandi produzioni in Technicolor, fra cui The four feathers (1939; Le quattro piume) di Zoltan Korda e The thief of Bagdad (1940; Il ladro di Bagdad) di Ludwig Berger, Michael Powell, Tim Whelan e dei non accreditati A. e Z. Korda. Promosso nel 1942 direttore della fotografia associato in …One of our aircraft is missing (Volo senza ritorno) di M. Powell ed Emeric Pressburger, l'anno successivo esordì come direttore della fotografia in The gentle sex (1943; Sesso gentile), film di propaganda bellica di Leslie Howard. A renderlo famoso in patria e all'estero fu la ricchezza di citazioni pittoriche e l'eleganza cromatica di Henry V, film shakespeariano di grande impegno produttivo e artistico, nel quale K. aggiornò la lezione di Périnal in materia di composizione dell'inquadratura e di utilizzo del parco lampade. A confermare la modernità del suo stile venne subito dopo Brief encounter (1945; Breve incontro) di David Lean, caratterizzato da un bianco e nero intimista, tutto costruito su quegli intarsi del chiaroscuro che sarebbero diventati uno dei suoi tratti distintivi. Questa ricerca giunse alle estreme conseguenze in The third man, film di facile drammaturgia, che deve la sua enorme fama soprattutto alle magiche sinergie tra le atmosfere visuali di K. e l'eco della cetra di Anton Karas. Negli anni successivi la collaborazione con Reed e con altri registi inglesi (Sidney Gilliat, Anthony Asquith ecc.) fece di K. la punta di diamante di una cinematografia che ‒ dopo l'eclisse di quella tedesca ‒ rappresentava l'anima più raffinata della tecnologia fotografica europea. Per questo Luchino Visconti si rivolse a lui per sostituire lo scomparso G.R. Aldo sul set di Senso (1954), che tuttavia K. abbandonò, per divergenze con il regista, prima della fine delle riprese. Alcuni dei più importanti film in costume degli anni Cinquanta e Sessanta affidarono le proprie ambizioni figurative al colore di K., da Giulietta e Romeo (1954) di Renato Castellani a El Cid, da Alexander the Great (1956; Alessandro il Grande) di Robert Rossen a Billy Budd (1962) di Peter Ustinov e The fall of the Roman empire (1964; La caduta dell'impero romano) di A. Mann. Ma K. non dimenticò mai la sua sensibilità per le ambientazioni più intimiste e drammatiche, fotografando film come The criminal (1960; Giungla di cemento) di Joseph Losey, The running man (1963; Un buon prezzo per morire) di Reed o The collector (1965; Il collezionista) di William Wyler. Nel 1967 si allontanò dal cinema attivo.Sebbene orgoglioso dei suoi natali australiani, non lavorò mai in patria, anche perché abituato alla disponibilità di mezzi delle grandi produzioni britanniche e delle coproduzioni internazionali. Tra gli altri registi ai quali prestò il proprio talento da ricordare Gabriel Pascal, Irving Rapper, Delmer Daves, John Ford, Joseph L. Mankiewicz, Sidney Hayers, Terence Young.
R. Prédal, La photo de cinéma, Paris 1985, pp. 303-06; S. Murray, Robert Krasker, in "Cinema papers", 1997, 115, pp. 18-19.