STEVENSON, Robert Louis
Romanziere, saggista e poeta, nato a Edimburgo il 13 novembre 1850 e morto nella sua proprietà di Vailima a Upolu, la principale delle isole Samoa, il 3 dicembre 1894 (verso i diciotto anni cambiò i suoi tre nomi di battesimo, Robert Lewis Balfour, in Robert Louis). Seguì studî privati, a causa della salute molto delicata fin dalla fanciullezza, e soggiornò spesso in luoghi di cura scozzesi e inglesi, e sul Continente (in Germania e in Olanda nel 1862, in Italia nel 1863, sulla Riviera nella primavera del 1864); nel 1867 prese a frequentare l'università di Edimburgo, nell'intento di abbracciare la carriera d'ingegnere, tradizionale nella sua famiglia paterna; ma nel 1871, non reggendo la salute all'arduo tirocinio, passò allo studio della giurisprudenza, e nel 1875 ottenne l'abilitazione professionale. Tuttavia fin dall'età di sei anni era andato coltivando a tempo perso il suo talento di scrittore; si era provato anche in un romanzo storico, e in un saggio di ricerca storica, sulla sollevazione del Pentland del 1666; il saggio, scritto a sedici anni, veniva stampato in opuscolo; parecchie altre composizioni non divulgò, alcune distrusse; incoraggiato da amici, nel 1873 cominciò a collaborare a periodici. Soggiornare all'estero divenne per lui un'abitudine, necessaria per la sua salute e conforme al suo temperamento amante della vita libera e incapace di adattarsi alla rigida atmosîera calvinista della città nativa. Nel 1876 intraprese un giro in canoa in Belgio e in Francia che descrisse in An Inland Voyage (1878), nel 1878 l'altro giro descritto in Travels with a Donkey in the Cevennes (1879). Il 1879 fu per lui un anno critico: in Francia aveva incontrato una signora americana, Mrs. Osbourne, che frequentava gli ambienti artistici di Parigi e di Fontainebleau (fin dal 1875 lo S. aveva iniziato la sua serie di visite alle colonie d'artisti intorno a Fontainebleau); tornata Mrs. Osbourne in California ed essendosi gravemente ammalata, lo S., senza consultarsi con la famiglia o ascoltare i consigli degli amici, decise di raggiungerla viaggiando con gli emigranti; gli strapazzi del viaggio lo ridussero quasi in fin di vita per pleurite, malaria e generale esaurimento; infine nel 1880 poté sposare l'amica, divorziatasi dal marito. Malgrado la pessima salute, lo S. seguitava a scrivere (tra l'altro una delle sue migliori novelle, The Pavilion on the Links), ma i giornali della California non apprezzarono il suo genio, e poco vollero pubblicare di lui. Nel maggio del 1880 si recò con la moglie ad abitare presso Calistoga, sui monti costieri della California; frutto di questo soggiorno fu il volume The Silverado Squatters (1883); quindi condusse la moglie in patria, e per i sette anni seguenti fu in continuo pericolo di vita per l'etisia, ramingando dall'una all'altra stazione di cura, spesso a Davos, dove strinse intima amicizia con John Addington Symonds (v.), e anche presso Marsiglia, a Hyères, a Nizza. Intanto raccoglieva in volume i saggi che era venuto pubblicando in periodici: Virginibus Puerisque (1881; cominciati a scrivere nel 1876 per il Cornhill Magazine), The New Arabian Nights (1882; racconti pubblicati in London nel 1878), ecc.; ma fu soltanto con il romanzo d'avventure Treasure Island (1883) che divenne celebre.
Il narratore di questo classico racconto di peripezie marine e piratesche è il ragazzo Jim Hawkins, la cui madre ha una locanda sulla costa occidentale inglese, nel sec. XVIII. Un vecchio filibustiere prende alloggio alla locanda; egli possiede nella sua cassetta una carta disegnata a mano che permette di localizzare il tesoro del capitano Kidd. I compagni del filibustiere, guidati dal sinistro pezzente cieco Pew, piombano sulla locanda per impossessarsi del segreto. Ma Jim Hawkins gioca di astuzia, viene in possesso della carta e la dà allo squire Trelawney. Questi, con l'amico dott. Livesey, parte per l'isola del tesoro sul brigantino Hispaniola, e conduce seco il ragazzo. La ciurma è in parte composta di persone fidate, ma nella maggioranza di vecchi pirati reclutati da Long John Silver, un furfante che ha una gamba di legno, e che riesce a ispirare fiducia. Il piano di costoro di rendersi padroni della nave e di zopprimere lo squire e i suoi è scoperto da Jim, e dopo una serie di battaglie e peripezie viene completamente sventato. Lo squire, con l'aiuto d'un pirata abbandonato nell'isola, Ben Gunn, conquista il tesoro. Treasure Island fece immediatamente appello anche a coloro che non erano in grado di apprezzare le qualità di stilista e di psicologo dello S.
Parte a Marsiglia e parte a Hyères lo S. scrisse The Treasure of Franchard, racconto di ambiente provinciale francese, e nel 1883 finì un'altra storia per ragazzi, The Black Arrow, sulla guerra delle rose (pubblicato nel 1888). A Hyères compose anche parte del suo miglior libro di versi, A Child's Garden of Verses (1885), e Prince Otto, delizioso racconto fantastico che ha per sfondo la vita d'una corte tedesca e uno scenario di foreste.
Gravi emorragie, ed altre infermità (oftalmia, sciatica), consigliarono nel 1884 un ritorno in patria; lo S. si stabilì per due anni e mezzo a Bournemouth e, non domato dalla malattia il pugnace e alacre animo, continuò la sua attività di scrittore rivelandosi continuatore dello Scott (discepolo spesso superiore al maestro) in Kidnapped (1886; romanzo d'ambiente scozzese settecentesco, con avventure marine e terrestri, e un giovane protagonista, al modo dello Scott; vi fece seguito Catriona nel 1893); e abile emulo del soprannaturale orrifico del Poe in The Strange Case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde (1886); queste due opere accrebbero d'assai la riputazione e le entrate dello S.
The Strange Case è un racconto simbolico basato su uno sdoppiamento di personalità. Dr. Jekyll, un giovane medico incline alla speculazione metafisica, è affascinato dall'idea di separare gli elementi di bene e di male che formano la sua natura, e, dopo ricerche, scopre una pozione capaee di creare una seconda personalità che assorbe tutti i suoi istinti malvagi. Egli riveste di tanto in tanto questa seconda personalità dall'aspetto ripugnante e meschino (meschino, perché i cattivi istinti non avevano fino allora avuto modo di svilupparsi), e la chiama Mr. Hyde; ma la personalità malvagia, trovando così sfogo e incentivo, prende il sopravvento finché Jekyll si vede di più in più sovente trasformato in essa contro sua voglia, mentre la pozione perde l'efficacia di rendergli la forma originaria. Sul ponto di venire scoperto e arrestato per un delitto commesso, lo sciagurato si toglie la vita. Il racconto è in parte messo in bocca al notaio presso cui Jekyll ha deposto un testamento a favore di Hyde (per il caso in cui la pristina forma non potesse essere restaurata), e riesce a tener sospeso il lettore nel mistero dei rapporti tra Jekyll e Hyde, finché piena luce è fatta gradatamente, dapprima dalla confessione d'un collega di Jekyll che muore dall'impressione di veder con i suoi occhi la spaventosa metamorfosi, poi dalla confessione scritta lasciata da Jekyll. Il racconto fu pubblicato come uno shilling shocker, e divenne rapidamente così popolare da esser citato dal pulpito.
Prescrittogli un totale cambiamento d'aria, e d'altra parte essendo venuto meno, con la morte del padre nel 1887, il più forte legame che l'univa alla sua patria, lo S. nell'87-88 fu in America, e dimorò per alcuni mesi presso il lago Saranac, scrivendo alcuni saggi, tra cui alcuni dei suoi migliori (Dreams, Lantern Bearers, Random Memories), e iniziando The Master of Ballantrae (1889), considerato da alcuni il suo migliore romanzo (è la storia dell'odio tra due fratelli, il Master of Ballantrae e il giovane Henry: quegli, seguace del principe Carlo Edoardo, scompare dopo Culloden, e dopo molte avventure torna in Scozia per trovare il cadetto in possesso dei suoi beni e della sua donna; allora si dà a perseguitarlo, prima in Scozia, poi in America, fino a farlo impazzire). Stimolato dalla lettura dei libri d'avventure nei mari del Sud di Herman Melville lo S. intraprese nel giugno 1888 una crociera nel Pacifico che durò quasi tre anni; sostò alle isole Marchesi, poi più a lungo a Honolulu, quindi alle Gilbert e ad Apia nel gruppo delle Samoa; una ripresa del male durante un soggiorno a Sydney decise lo S. a prender dimora nelle isole; nell'estate del 1890 visitò le Marshall e Nuova Caledonia e nell'autunno tornò a Upolu, nelle Samoa, dove aveva acquistato una proprietà sul monte sopra Apia, che egli denominò Vailima ("cinque fiumi"). Costì egli poté per quattro anni condurre quella "vita d'un ordinario mortale" a cui aveva tanto aspirato; s'interessò agl'indigeni che lo soprannominarono Tusitala, cioè narratore di storie; la prima delle sue novelle oceaniche, The Bottle Imp, affascinò i suoi uditori indigeni nella traduzione fattane da un missionario. Intorno allo S. si formò un piccolo clan di seguaci; ed egli prese parte alla vita politica e sociale del luogo, venendo a contrasto con i funzionarî bianchi. Il soggiorno nelle isole gl'ispirò The Island Nights' Entertainments (1893), e una mirabile raccolta d'impressioni, In The South Seas (pubbl. nel 1896); mentre seguitava a coltivare i temi scozzesi scrivendo Catriona, e iniziando un tragico racconto del Border scozzese, Weir of Hermiston, di cui poté completare alcuni capitoli che per vigore narrativo e delineazione di caratteri sono tra le sue cose più forti. La morte, per la rottura d'un vaso sanguigno, lo colse all'improvviso.
Nelle impressioni dei mari del Sud, più che nelle poesie (di solito cose di breve respiro, che egli componeva quando era troppo infermo per attendere a opere di maggior lena), lo S. rivela la natura fondamentalmente lirica del suo genio, di saper circonfondere d'un'atmosfera leggendaria non solo le cose in sé pittoresche, ma anche le più umili circostanze della vita. A tali effetti magici, lo S. riesce grazie al suo stile, d'una chiarezza e d'una finitezza classiche, che fissa in modo indimenticabile cose e figure: uno stile ottenuto con lungo e paziente studio di molti autori (anche francesi), il cui ritmo ha un suo fascino indipendente dalle cose significate. Codesto stile dà anche sapore di freschezza alle non peregrine considerazioni moraleggianti alle quali lo S. era portato dalla rigida educazione scozzese, sicché per questo aspetto molti dei suoi saggi appartengono davvicino alla tradizione dello Spectator. Il contrasto tra il lucido stile aderente alle cose, e l'eccezionalità delle cose significate è il tratto più caratteristico delle sue novelle (ricordiamo Thrawn Janet, Olalla, The Merry Men, The Beach of Falesà, The Pavilion on the Links, The Bottle Imp, ecc.); il suo è un realismo irreale, in quanto che l'essenza stessa dei suoi racconti è formata da qualche immagine o visione irreale, allucinatoria, a cui talora il magistero dello stile par conferire un valore metafisico di simbolo.
Ediz.: Works (Tusitala Edition), a cura di L. Osbourne, Londra, 1923 segg.; id. (Skerryvore Ed.), ivi 1924; id. (South Seas Ed.), New York 1925 segg., voll. 32; trad. ital.: Opere, di varî (A. Traverso, C. Fabietti, G. Malagodi, M. Mella ved. Parisi, M. Ettlinger Fano, G. Celenza, G. Marcellini), Milano 1929 segg.; e altre trad. di G. Dauli, G. Prezzolini (Milano 1931), A. S. Novaro (L'isola del tesoro, Milano 1932), e altri.
Bibl.: R. Masson, The Life of R. L. S., Londra 1923; F. Swinnerton, R. L. S.: his Work and Personality, ivi 1924; L. Osbourne, An Intimate Portrait of R. L. S., New York 1924; J. A. Steuart, R. L. S., Man and Writer, a Critical Biography, Boston e Londra 1924, voll. 2; G. S. Hellman, The True S.: a Study in Clarification, Boston 1925; G. K. Chesterton, R. L. S., Londra 1927; S. Dark, R. L. S., ivi 1931; L. E. Chrétien, La vocation de R. L. S., Parigi 1930; M. Schwob, in Spicilège, ivi 1921; D. MacCarthy, in Portraits, Londra 1931; E. Cecchi, in Scrittori inglesi e americani, Lanciano 1935; M. Vinciguerra, in Romantici e decadenti inglesi, Foligno 1925.