Kalloch, Robert Mero
Costumista cinematografico statunitense, nato a New York il 13 gennaio 1893 e morto a Los Angeles il 19 ottobre 1947. Fu uno dei più fantasiosi disegnatori di moda prestati a Hollywood, e riuscì spesso a inserire nei suoi abiti una notevole potenza evocativa, talvolta un po' folle ed eccessiva, che ne rende riconoscibile il tocco ma non ne oscura la fama di costumista di calibrata eleganza. Legò il proprio nome negli anni Trenta a Jean Arthur, Fay Wray, Irene Dunne, Mary Astor, Barbara Stanwyick, Rosalind Russell e soprattutto a Rita Hayworth (per la quale firmò i costumi di una dozzina di film), e negli anni Quaranta ad Ava Gardner, Judy Garland, Hedy Lamarr, Greer Garson, Myrna Loy, Jeanette MacDonald, Lana Turner. Pur essendo considerato uno dei maggiori e più raffinati costumisti americani, non riuscì mai a vincere l'Oscar, anche se ottenne numerosi riconoscimenti. Discendente da un'antica famiglia scozzese, studiò dapprima alla Dwight's Preparatory School e quindi alla New York School of Fine and Applied Arts. Come il collega Howard Greer, si formò lavorando in qualità di figurinista nelle varie sedi della Lucille Ltd di Lady Duff Gordon, fra New York, Londra e Parigi, dove disegnò anche abiti e costumi di scena per le ballerine Irene Castle e Anna Pavlova. Lavorò anche presso altre rinomate case di moda, come quella di Madame Frances, insieme a un altro stilista destinato a un grande avvenire cinematografico, Travis Banton. Nel 1932 venne scritturato dalla Columbia Pictures Corporation, che aveva intenzione di innalzare il proprio standard produttivo mettendo sotto contratto attrici di grido, in film preferibilmente d'epoca. K. ebbe carta bianca dal presidente Harry Cohn per preparare abiti capaci di farsi notare, e poté sfruttare anche il poderoso lancio pubblicitario che la Columbia aveva deciso di organizzare attorno alle sue star. Raggiunse i risultati migliori tratteggiando, attraverso il costume, il carattere bellicoso e frizzante dei personaggi della screwball comedy, in film come Twentieth century (1934; Ventesimo secolo) di Howard Hawks, interpretato da una Carole Lombard che solo eccezionalmente aveva rinunciato al suo costumista di fiducia T. Banton, o The awful truth (1937; L'orribile verità) di Leo McCarey, con Irene Dunne. Portò inoltre una ventata di eccentricità nel look degli anti-eroi di Frank Capra in quattro film, tra cui It happened one night (1934; Accadde una notte), con Clark Gable e Claudette Colbert, e Mr. Smith goes to Washington (1939; Mr. Smith va a Washington), con James Stewart e Jean Arthur. Tra il 1937 e il 1940 fu il costumista di quasi tutti i film interpretati da Rita Hayworth, tra i quali in particolare spiccano Only angels have wings (1939; Avventurieri dell'aria o Eroi senza gloria) di Hawks, The lady in question (1940; Seduzione) di Charles Vidor, Angels over Broadway (1940; Angeli del peccato) di Ben Hecht e Lee Garmes.Nel 1941 e per tutto il 1942 K. rimase sotto contratto alla Metro Goldwyn Mayer, dove collaborò ad alcuni musical di successo, tra cui due di Busby Berkeley con Judy Garland, Babes on Broadway (1941; I ragazzi di Broadway) e For me and my gal (1942), e I married an angel (1942; Musica sulle nuvole) di W.S. Van Dyke, Jeanette MacDonald. Subito dopo fu la volta di Mrs. Miniver (1942; La signora Miniver), melodramma bellico diretto da William Wyler, con Greer Garson: il film, considerato uno dei capolavori di K., al di là dei molti meriti presenta una galleria di straordinari personaggi femminili, orchestrati con meticolosa attenzione da un abile chiaroscuro nei costumi. Nell'ultimo periodo della sua vita K. si dedicò all'attività professionale free-lance, lavorando in due soli film, il thriller Suspense (1946; Orgasmo) di Frank Tuttle e la commedia familiare Mr. Blandings builds his dream house (1948; La casa dei nostri sogni) di Henry C. Potter, con Cary Grant e Myrna Loy.
Nella sua fortunata ma breve carriera lavorò anche con George Cukor, Mervyn LeRoy, Charles Vidor, Jack Conway, Norman Taurog.
E. Leese, Costume designers in the movies, New York 1991, pp. 63-64.