Parrish, Robert
Regista e montatore cinematografico statunitense, nato a Columbus (Georgia) il 16 gennaio 1916 e morto a Southampton (New York) il 16 dicembre 1995. Entrato negli studios a soli 12 anni come attore-bambino, P. attraversò oltre mezzo secolo di cinema prima come comparsa, poi come montatore, infine come regista. Formatosi alla scuola di John Ford, che ne fece il suo assistente e successivamente il suo montatore di fiducia, P. si dedicò al cinema adattandosi sempre al lavoro che gli veniva assegnato nell'ambito del sistema produttivo hollywoodiano. Professionista di valore, una volta passato alla regia diresse opere di ogni genere: documentari, western, noir, commedie, polizieschi. Nel 1948 ottenne un Oscar per il montaggio di Body and soul (1947; Anima e corpo) di Robert Rossen.
Appassionato di cinema fin dall'infanzia, si trasferì a Hollywood con la famiglia nel 1926. Dopo aver lavorato come strillone, diventò attore-bambino con la sorella Helen facendo la comparsa in una lunga serie di film, per poi partecipare, spesso non accreditato, a opere come City lights (1931; Luci della città) di Charlie Chaplin, Forbidden (1932; Proibito) di Frank Capra e History is made at night (1937; L'uomo che amo) di Frank Borzage. A cambiare le sorti di P. fu l'incontro con Ford, che gli offrì un ruolo nella sua troupe dopo averlo utilizzato come comparsa in Dr. Bull (1933), Judge priest (1934; Il giudice) e The informer (1935; Il traditore). Dopo un'esperienza nel 1936 come assistente al montaggio in Mary of Scotland (Maria di Scozia), P., dal 1939, venne assegnato stabilmente da Ford alla fase di postproduzione del suono e con tale funzione si ritrova il suo nome nei credits di Young Mr. Lincoln (1939; Alba di gloria), Drums along the Mohawak (1939; La più grande avventura), Grapes of wrath (1940; Furore), The long voyage home (1940; Il lungo viaggio di ritorno) e Tobacco road (1941; La via del tabacco). Durante la Seconda guerra mondiale si arruolò in marina e montò le immagini dei due documentari bellici di Ford, The battle of Midway (1942; La battaglia di Midway) e December 7th (1943), diretto con Gregg Toland. Ancora nel 1943 firmò, con Garson Kanin, il documentario German industrial manpower (1943) e gli venne affidato il montaggio del materiale destinato all'accusa nel processo di Norimberga. Nel dopoguerra divenne uno dei montatori più stimati di Hollywood, e, dopo l'Oscar ottenuto per Body and soul, montò, tra gli altri, A double life (1947; Doppia vita) di George Cukor e Caught (1949; Nella morsa) di Max Ophuls.Il definitivo passaggio alla regia avvenne nel 1951, quando l'attore Dick Powell gli propose di dirigere Cry danger (Nei bassifondi di Los Angeles), noir prodotto dalla RKO; nello stesso anno realizzò The mob (Luci sull'asfalto). Dopo tre film realizzati nel 1952 (The San Francisco story, La peccatrice di San Francisco; Assignment-Paris, Destinazione Budapest; My Pal Gus, Senza madre), l'anno successivo diresse in Inghilterra il b-movie d'azione Rough shoot, noto negli Stati Uniti come Shoot first. Sempre in Inghilterra P. girò il primo dei suoi capolavori, The purple plain (1954; Pianura rossa), film di guerra dalle forti tinte psicologiche, con Gregory Peck nel ruolo di un pilota che, dopo aver cercato la morte in Birmania, si innamora di un'indigena. L'eccezionalità di The purple plain è tutta nella profonda carica umana che P. lascia trasparire dai personaggi, attraverso una regia classica, che affida alle sfumature il compito di costruire un percorso a un tempo morale e psicologico, come sarebbe accaduto pochi anni dopo in The wonderful country (1959; Il meraviglioso paese), western con Robert Mitchum nel ruolo di un mercenario, il cui peregrinare tra il Messico e il Texas rivela complessi mutamenti interiori che costituiscono il riflesso dei cambiamenti storico-politici degli Stati Uniti del periodo.P. diresse anche Lucy Gallant (1955) commedia ambientata in Texas nel 1941, anno in cui scoppiò nel Paese la febbre del petrolio; Fire down below (1957; Fuoco nella stiva), che segnò il ritorno sugli schermi di Rita Hayworth dopo quattro anni di assenza; Saddle the wind (1958; Lo sperone insanguinato), western interpretato da Robert Taylor e John Cassavetes. Il successo internazionale di critica e pubblico di The wonderful country gli aprì le porte della Francia, dove girò In the French style (1963; Amore alla francese), commedia con Jean Seberg tratta da due racconti scritti e sceneggiati da Irwin Shaw che anticipò il tentativo, non del tutto riuscito, di ricreare le atmosfere di The purple plain con Up from the beach (1965; Il giorno dopo). In Inghilterra tornò per dirigere, insieme a John Huston, Ken Hughes, Joseph McGrath e Val Guest, il farsesco Casino Royale (1967; James Bond 007 ‒ Casino Royale), la commedia The Bobo (1967; Il magnifico Bobo) con Peter Sellers, e il film d'avventura Duffy (1968; Duffy, Il re del doppio gioco).
Le capacità di P. di saper uscire dal cinema di genere proprio attraverso il rispetto delle sue leggi sono tutte nel particolare film di fantascienza Doppelgänger (1969; Doppia immagine nello spazio). Prima di ritirarsi per dieci anni, continuò a cimentarsi con i generi più disparati realizzando A town called bastard, noto anche come A town called hell (1971; Una città chiamata bastarda), sorta di western all'italiana, e il poliziesco The Marseille contract, noto anche come The destructors (1974; Contratto marsigliese), con James Coburn. A far tornare P. dietro la macchina da presa fu Bertrand Tavernier, con il quale realizzò il documentario Mississippi blues (1983), lungo viaggio attraverso il Sud degli Stati Uniti, terra natale del regista americano.
Scrisse due autobiografie, Growing up in Hollywood (1976) e Hollywood doesn't live here anymore (1988).