Riskin, Robert
Commediografo, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense, nato a New York il 30 marzo 1897 e morto a Los Angeles il 20 settembre 1955. Con le sue storie divertenti, commoventi e impegnate allo stesso tempo, dove il confine tra dramma e commedia appare spesso sfumato, e soprattutto con i suoi dialoghi rapidi, vivaci e inconfondibili, attraverso i quali seppe far rivivere il linguaggio popolare sulla scena e sul grande schermo, R. si rivelò lo sceneggiatore più in sintonia con lo stile e la poetica del regista Frank Capra. Le sue parabole a lieto fine, di chiara matrice jeffersoniana e roosveltiana, nascono dalla fiducia assoluta nella solidarietà della gente semplice, provata dai sacrifici della Grande depressione e vicina agli ideali del New deal, considerata unica soluzione ai dilemmi individuali e alla controffensiva egoistica, impari e sleale di sinistri detentori del potere politico, economico e dei mezzi di informazione. E il suo eroe preferito è l'uomo comune, specchio di una folla dal volto sincero, che ostentando una sapida innocenza, mai del tutto ingenua, si rivela un idealista. Nel 1935 vinse l'Oscar per la migliore sceneggiatura con It happened one night (1934; Accadde una notte) diretto da Capra.
Abbandonata presto la scuola, iniziò a lavorare in teatro sia come manager sia come autore. Chiamato a Hollywood da Harry Cohn della Columbia Pictures Corporation, come altri commediografi newyorkesi quali Jo Swerling e Sidney Buchman, iniziò a lavorare per il cinema adattando la sua opera teatrale Bless you sister: il risultato fu The miracle woman (1931; La donna del miracolo) con Barbara Stanwyck (interprete nello stesso anno di Illicit di Archie Mayo, tratto da un'altra delle pièce di R., di cui Cohn aveva acquistato i diritti cinematografici). Il film, pur rivelandosi un insuccesso a causa della severa requisitoria nei confronti dei predicatori cristiani truffaldini, inaugurò il lungo sodalizio con Capra (per il quale scrisse dodici film) e anticipò sotto più aspetti Meet John Doe (1941; Arriva John Doe o I dominatori della metropoli). Come l'alter ego maschile di Meet John Doe, la protagonista di The miracle woman diviene, suo malgrado, lo strumento per un colossale imbroglio ai danni di molti fedeli. Sono tuttavia queste persone comuni e credulone, trascinate dalla facondia di Sorella Fallout (cognome alquanto emblematico) e dal messaggio positivo trasmesso, a rappresentare con la propria riprovazione e il conclusivo perdono il vero asse etico della vicenda e a frenare l'incauta deriva individualista cui rischierà di cedere anche John Doe, vittima consenziente di una campagna elettorale di stampo illiberale e autoritario. Il relativo ottimismo dello sceneggiatore e del regista (dagli opposti temperamenti ma talmente in sintonia da costituire assieme nel 1939 la compagnia indipendente Frank Capra Productions) rivela, sin dai primi film, un'interessante contraddizione: ossia il fatto che gli epiloghi consolatori e miracolosi (il connubio tra i pochi abbienti e i numerosissimi indigenti o l'apporto salvifico della folla umile e generosa) non sono sufficienti a mascherare il ritratto inquietante di un sistema fondato sulla disuguaglianza sociale, sul controllo dei mass media, sulla competizione finanziaria e sulla ricerca del consenso politico. La democrazia americana, messa a dura prova dalla crisi economica, come si evince anche da American madness (1932; La follia della metropoli), da Mr. Deeds goes to town (1936; È arrivata la felicità) e soprattutto da You can't take it with you (1938; L'eterna illusione) ‒ quest'ultimo sceneggiato da R. basandosi su una commedia di G.S. Kaufman e M. Hart e come il precedente candidato all'Oscar per la migliore sceneggiatura ‒ appare sempre sull'orlo del tracollo istituzionale, morale e materiale. E le vicende sentimentali si intrecciano a tematiche di natura sociale e civile in storie che analizzano in maniera convenzionale i conflitti tra persone di sesso, cultura, età e ceto diversi, attraverso le figure-guida di masse disorientate in The miracle woman e Meet John Doe; il direttore di banca di American madness, disposto a concedere ampio credito ai propri correntisti in difficoltà; i giornalisti sgraziati, senza scrupoli ma in fondo schietti e onesti di Platinum blonde (1931; La donna di platino), di It happened one night, di Mr. Deeds goes to town e di Meet John Doe; lo sconcertato campagnolo erede di una fortuna in Mr. Deeds goes to town, ma anche il giovane rampollo dell'aristocrazia e la stralunata, estemporanea famiglia di artisti di You can't take it with you; il gangster e la comunità di mendicanti e rappresentanti istituzionali di Lady for a day (1933; Signora per un giorno), per il quale R. ottenne un'altra nomination, e gli ospiti involontari della città tibetana di Lost horizon (1937; Orizzonte perduto). Molti dei film scritti per Capra, compresi Broadway Bill (1934; Strettamente confidenziale), Riding high (1950; La gioia della vita) e Here comes the groom (1951; È arrivato lo sposo), che valse a R. un'ennesima nomination, ritraggono un mondo coerente e omogeneo di caratteri (di cui quelli minori appaiono più incisivi di quelli principali), principi e situazioni, in cui emerge un'utopia che si rivela a volte velleitaria (come in Lost horizon) o che risente di un'impostazione a tratti semplicistica (come lo sono spesso i discorsi pronunciati dai personaggi cui viene demandato il compito di esplicitare i valori di una nazione votata al 'nuovo patto' sociale). Mentre particolarmente riuscita e disincantata, ma anche vivace e divertente appare la sceneggiatura di Lady for a day (tratta da un racconto di R. Dunyon e i cui protagonisti sono una mendicante e un gangster generoso), tanto che Capra ne trasse un remake, Pocketful of miracles (1961; Angeli con la pistola), rifacendosi fedelmente al lavoro di R., pur se in una cornice ormai decontestualizzata.
L'attività cinematografica di R. (dal 1942 sposato con l'attrice Fay Wray) fu così segnata dall'intesa con Capra da connotare anche i film scritti per altri, come The whole town's talking (1935; Tutta la città ne parla) di John Ford, Magic town (1947; La città magica) di William A. Wellman e Mister 880 (1950; L'imprendibile signor 880) di Edmund Goulding, o solo prodotti, come The real glory (1939; La gloriosa avventura) di Henry Hathaway e They shall have music (1939; Armonie di gioventù) di Mayo.
Nel 1937 aveva diretto, senza grande fortuna, l'unico suo film, When you're in love (Amanti di domani), con Cary Grant e Louise Brooks.
F. Capra, The name above the title, New York 1971, passim (trad. it. Roma 1989).