Westall, Robert
I poteri magici dei ragazzi
Nella seconda metà del Novecento sono apparse in libreria alcune delle più belle storie di guerra e... di gatti: le ha raccontate Robert Westall, lo scrittore inglese cresciuto sotto le bombe degli aerei tedeschi, che ha narrato la capacità dei ragazzi di cavarsela da soli, senza o addirittura contro gli adulti, anche nelle circostanze più dure
Se piacciono le storie di guerra, i migliori libri che possano capitare sono quelli di Robert Westall. E se si amano i gatti, e le storie di gatti, le più belle le ha scritte ugualmente Robert Westall. C’è un caso, addirittura, in cui un gatto – una gatta per la precisione – è protagonista di una serie di racconti, tra loro collegati, ambientati sotto le bombe della Seconda guerra mondiale.
La gatta si chiama Lord Gort, come un celebre comandante dell’esercito inglese, e nelle avventure narrate in Blitzcat, stanca della nuova casa, decide di tornare in quella vecchia, che però si trova a trecento chilometri di distanza; così, un po’ correndo, un po’ in treno, un po’ su un carro e addirittura su un aereo da caccia, portando fortuna a chiunque la incontri, Lord Gort passa sotto i bombardamenti dal Sud dell’Inghilterra alla Scozia, arriva in Francia, torna indietro per poi presentarsi nel vecchio giardino del padrone. A seguire i suoi movimenti sulla cartina sembra impossibile, eppure Westall dice di aver solo romanzato una storia che gli è stata raccontata.
Westall non ha dubbi sulla forza della volontà, sulle presenze dei poteri paranormali e sulle leggendarie sette vite dei suoi amati gatti: in un’altra storia, Lo stregone, c’è un grosso gatto che fa scoprire a certi bambini le tracce che portano al cadavere del padrone; in Se i gatti volassero li rende capaci di muoversi nell’aria come uccellini, e in Il gatto di Natale la nascita di alcuni gattini in una stalla sembra un vero presepe, che trasforma un brutto Natale in una festa per molti ragazzi di strada. Viene il sospetto che per questo autore gli esseri come i gatti, che sono silenziosi e non fanno baccano, siano alla fine i più coraggiosi e tenaci.
Un altro viaggio incredibile, sotto una pioggia di bombe, è quello di Harry, giovane protagonista di La grande avventura, che è forse la più bella storia su un ragazzo in guerra mai scritta. Anche in questo caso, come nello splendido Una macchina da guerra, o in Golfo, o ne La promessa, Westall mette in scena due soggetti che ha molto a cuore: il primo è una particolare condizione della guerra, che è il bombardamento aereo.
Nei suoi romanzi non si parla mai di scontri diretti, di carri armati e trincee, ma di quello che lui ha vissuto personalmente. Aveva undici anni allo scoppio della Seconda guerra mondiale, e in Inghilterra i Tedeschi arrivarono solo con i bombardamenti aerei, senza mai riuscire a sbarcare. Westall ricorda continuamente di come dovesse scendere nel rifugio quando sentiva dal cielo «un noto rumore metallico, come se un ragazzino facesse scorrere un bastone contro un’inferriata».
Come Harry e altri suoi protagonisti, tutti di undici o dodici anni, Westall sapeva riconoscere dal suono il tipo di aereo, il numero, la distanza, e ogni volta contava, sperando che al ‘dieci’ la sua casa fosse ancora in piedi. A Harry è andata male, e un giorno si è ritrovato solo, senza casa e senza famiglia, e lì ha avuto inizio la sua grande avventura, in compagnia di Don, un affettuoso e imponente cane lupo incontrato per strada.
I ragazzi di Una macchina da guerra invece, sono riusciti a difendersi mettendo insieme in giardino un’arma micidiale, composta di residui bellici piovuti dal cielo, di nascosto dagli adulti. Ed ecco il secondo tema sempre presente nei racconti di Westall: gli adulti non capiscono mai, di loro non ci si può fidare salvo rare eccezioni, non sanno che fare prediche e non rispettano i figli; così i ragazzi devono cavarsela da soli, anche in guerra. A volte, sembra che siano i più piccoli i ‘guardiani’ dei segreti del mondo: sono loro che tengono vivi i ricordi, e li usano per costruire il futuro. E i ricordi sono così forti che spesso tornano sotto forma di fantasmi. Solo i ragazzi, però, riescono a vederli, e a percepire la strana atmosfera che c’è dentro molte case: è così in Il teschio, La promessa, Il fantasma di Natale. Come per dire che in realtà sono proprio loro, i ragazzi, i veri prodigi.