Fogel, Robert William
Economista e storico dell'economia statunitense, nato a New York il 1° luglio 1926 da una famiglia originaria di Odessa. Dopo la laurea alla Columbia University (1960), ha conseguito nel 1963 il Ph.D. presso la Johns Hopkins University sotto la guida di S. Kuznets. È stato professore di storia economica e di economia nelle università di Chicago (1965-75), Rochester (1968-75), Harvard (1973-81) e di nuovo Chicago (dal 1981). Ha ricoperto numerosi incarichi istituzionali, tra cui quello di presidente della Economic History Association (1977-78) e della Social Science History Association (1980-81). È stato direttore, dal 1979 al 1991, del programma DAE (Long term Development of the American Economy) presso il National Bureau of Economic Research. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti per i suoi studi, tra cui il premio Arthur H. Cole nel 1968, il premio Schumpeter nel 1971 e il premio Bancroft in Storia americana nel 1975. Nel 1993 gli è stato conferito il premio Nobel per l'economia assieme a C.D. North per il contributo al rinnovamento della metodologia di ricerca nella storia economica.
F. è tra i principali esponenti della new economic history, l'indirizzo sviluppato fin dagli anni Cinquanta da un gruppo di storici dell'economia statunitensi, che si avvale di modelli matematici e strumenti statistici per analizzare l'evoluzione delle serie storiche e dare un fondamento scientifico e teorico alla storia economica. Ricorrendo nelle sue ricerche all'analisi controfattuale (counterfactual history) - consistente nella formulazione di modelli ipotetici in cui si esaminano eventi o dati potenzialmente alternativi a quelli storicamente prevalsi, per poi procedere a valutazioni comparative - F. è giunto a conclusioni spesso in netto contrasto con la tradizionale storiografia economica. Per es., nello studio del 1964, Railroads and American economic growth: essays in econometric history, F., riconsiderando l'insieme dei fattori che hanno contribuito all'industrializzazione degli Stati Uniti, assegna alle piccole innovazioni e invenzioni un ruolo assai più significativo sui processi di crescita di lungo periodo di quello convenzionalmente attribuito a grandi rivoluzioni tecnologiche come lo sviluppo della rete ferroviaria. Accesi dibattiti ha suscitato invece lo studio del 1974, Time on the cross: the economics of American Negro slavery (in collab. con S.L. Engerman), nel quale viene sostenuta la tesi secondo cui il sistema schiavistico, lungi dal costituire un metodo di produzione arcaico e inefficiente, avrebbe rappresentato un modello produttivo talmente efficiente da essere scardinato solo in conseguenza di un rivolgimento di natura extraeconomica, quale fu la guerra civile statunitense. Le controversie e le polemiche suscitate da queste tesi hanno spinto F. a chiarire ulteriormente le sue posizioni nel saggio Without consent or contract: the rise and fall of American slavery (4 voll., 1989-92), in cui, tra l'altro, ha anche manifestato un'esplicita condanna morale del sistema schiavistico.
Tra le altre opere principali si segnalano: The Union Pacific railroad: a case in premature enterprise (1960); The reinterpretation of American economic history (in collab. con S.L. Engerman, 1971); The dimensions of quantitative research in history (in collab. con altri, 1972); Ten lectures on the new economic history (1977); Scientific history and traditional history (in collab. con G.R. Elton, 1982); Which road to the past? Two views of history (in collab. con G. R. Elton, 1983); The quest for the moral problem of slavery: an historiographic odyssey (1994).
bibliografia
H.G. Gutman, Slavery and the number game: a critique of time on the cross, Urbana (Ill.) 1975.
M.M. Hopkins, N.S. Cardell, Physics and slavery: the relative cost of calories for slave infants and their mothers, Santa Monica (Calif.) 1979.