Wise, Robert
Regista cinematografico statunitense, nato a Winchester (Indiana) il 10 settembre 1914. Nelle sue opere l'esigenza di chiarezza e la linearità d'intenti confluiscono in uno stile rigoroso, ma trasparente e fluido teso a far percepire il film come un tutto, in cui scorrono perfettamente integrati fotografia, décor, montaggio, movimenti di macchina, passaggi narrativi. Su tale insieme si fonda una struttura drammaturgica costituita di individualità eroiche e disperate, in lotta con sé stesse, che esprimono dolore, violenza e tensione. Ha vinto due Oscar, nel 1962, con Jerome Robbins, per West Side story (1961), e nel 1966 per The sound of music (1965; Tutti insieme appassionatamente).
Dopo brevi studi di giornalismo effettuati nel suo Stato natale, nel 1933 si trasferì a Hollywood. Assunto dalla RKO, fu tecnico del suono per John Cromwell, George Stevens, John Ford e Mark Sandrich, e dal 1936 montatore per Gregory La Cava, William Dieterle, Garson Kanin, Dorothy Arzner, Orson Welles. Per quest'ultimo lavorò in Citizen Kane (1941; Quarto potere), con risultati straordinari (ottenne anche una nomination), e in The magnificent Ambersons (1942; L'orgoglio degli Amberson), dove, dopo un primo montaggio eseguito secondo le istruzioni del regista, venne costretto dai produttori a compiere drastici tagli e a girare scene aggiuntive.
Passò alla regia nel 1944, quando subentrò a Gunther V. Fritsch sul set dell'horror The curse of the cat people (Il giardino delle streghe). Alcuni dei suoi primi film divennero per il loro rigore dei classici dei diversi generi. L'horror psicologico The body snatcher (1945; La iena ‒ L'uomo di mezzanotte) è un convulso apologo sull'indistinguibilità fra bene e male. Il western atipico Blood on the Moon (1948; Sangue sulla Luna o Vento di terre selvagge) è invece una sorta di epica dell'inconscio, pronta a esplodere in sequenze di folle violenza. The set-up (1949; Stasera ho vinto anch'io), uno dei più bei film sul mondo del pugilato, traduce le atmosfere dense di violenza e tipiche del genere in un sorprendente discorso sul tempo. Passato nel 1949 alla 20th Century-Fox, girò il fantascientifico The day the Earth stood still (1951; Ultimatum alla Terra), punto di riferimento di tutte le successive riflessioni cinematografiche sul rapporto fra l'alieno e un'umanità alienata, fra l'aspetto meccanico del robot e la natura meccanica delle civiltà industriali. A un livello inferiore vanno collocati gli altri suoi film per la Fox, tranne il noir The captive city (1952; La città prigioniera).
Nel 1954 W. passò alla Metro Goldwyn Mayer, per la quale realizzò tra l'altro il western Tribute to a bad man (1956; La legge del capestro) e un altro film sul pugilato, Somebody up there likes me (1956; Lassù qualcuno mi ama). Regista free lance dal 1957, per varie compagnie girò altri grandi film di genere: il carcerario I want to live! (1958; Non voglio morire), per il quale ebbe una nomination; il noir drammatico e introspettivo Odds against tomorrow (1959; Strategia di una rapina), storia di una rapina fallita; i musical West Side story, che fonde la danza con il melodramma e la potenza coreografica con la violenza urbana, e il celebre The sound of music, uno dei maggiori successi commerciali della storia del cinema; l'horror fantastico The haunting (1963; Gli invasati), giocato su paure 'sonore' e 'architettoniche' (è ambientato in una villa colma di segreti e di echi inspiegabili); il fantascientifico Star Trek ‒ The motion picture (1979; Star Trek). Dopo quest'ultimo film ha abbandonato la regia cinematografica, tranne un breve ritorno con il deludente musical Rooftops (1989; Combat dance ‒ A colpi di musica). Saltuariamente ha esercitato l'attività di produttore.
D. Grivel, Robert Wise, Paris 1985.
S. Leemann, Robert Wise on his films, Los Angeles 1995.
F.T. Thompson, Robert Wise: a bio-bibliography, Westport (CT) 1995.
L.-O. Beier, Der unbestechliche Blick: Robert Wise und seine Filme, Berlin 1996.