Young, Robert
Attore cinematografico e teatrale statunitense, nato a Chicago il 22 febbraio 1907 e morto a Westlake Village (Calfornia) il 21 luglio 1998. Rivelando notevoli doti di attore brillante, impersonò in un centinaio di film figure di mariti teneri o giovanotti galanti, contraddistinti da discrezione e virile affabilità, doti che rifulsero nel contrasto con il temperamento volitivo di alcune dive di Hollywood (Barbara Stanwyck, Joan Crawford, Katharine Hepburn, Claudette Colbert), e che solo in alcune occasioni abbandonò, specie in film d'azione o in noir, cimentandosi con personaggi segnati da un profondo malessere.
Dopo aver studiato a Seattle e a Los Angeles, recitò in teatro e nel 1931 debuttò sul grande schermo. Preso sotto contratto dalla Metro Goldwyn Mayer, agli inizi della carriera interpretò spesso uomini che rappresentavano il lato più fragile di un triangolo amoroso, come in Strange interlude (1932; Strano interludio) di Robert Z. Leonard, con Norma Shearer e Clark Gable, o in Today we live (1933; Rivalità eroica) di Howard Hawks, con Joan Crawford e Gary Cooper; poi fu il garbato eroe di Carolina (1934; Joanna) di Henry King, con Janet Gaynor, di Spitfire (1934) di John Cromwell, con Katharine Hepburn, e di Josette (1938) di Allan Dwan, in cui s'invaghisce di una cantante (Simone Simon). In Secret agent (1936; L'agente segreto, noto anche come Amore e mistero) di Alfred Hitchcock recitò nel ruolo di una subdola spia nazista, stravolgendo con coraggio la sua fisionomia di leale ragazzo americano, e affrontò poi ruoli difficili in tre melodrammi di Frank Borzage, Three comrades (1938; I tre camerati), The shining hour (1938; Ossessione del passato) e, di nuovo come fanatico nazista, The mortal storm (1940; Bufera mortale). Sotto la regia di King Vidor affiancò Spencer Tracy in Northwest passage (1940; Passaggio a Nord-Ovest) e interpretò nell'elegiaco H.M. Pulham, Esq. (1941; Il molto onorevole Mr. Pulham) il più bel ruolo di tutta la sua carriera, quello di un industriale che vive nel rimpianto di un antico amore (Hedy Lamarr). Identificato come interprete ideale di commedie brillanti o sentimentali, tranne in rare eccezioni come l'avventuroso Western Union (1941; Fred il ribelle) di Fritz Lang, apparve nei romantici Claudia (1943) di Edmund Goulding e The enchanted cottage (1945; Il villino incantato) di John Cromwell, fino a confrontarsi, con l'avvento del genere noir, con personaggi inquieti o amareggiati, come l'ufficiale che indaga sull'uccisione di un ebreo in Crossfire (1946; Odio implacabile) di Edward Dmytryk, o il marito adultero che provoca accidentalmente la morte dell'amante (Susan Hayward) in They won't believe me (1947; Nessuno mi crederà) di Irving Pichel. Dopo That Forsyte woman (1949; La saga dei Forsyte) di Compton Bennett, in cui è un pittore, nella Londra vittoriana, conteso da due donne, zia e nipote (Greer Garson e Janet Leigh), fu a lungo assente dagli schermi, per riapparire negli anni Sessanta in numerose produzioni televisive, tra cui la serie Marcus Welby, M.D. (1969) di David Lowell Rich.