FARINACCI, Roberto (XIV, p. 808)
Nell'ultimo periodo del regime fascista continuò a rappresentarne la corrente più faziosa che traduceva le formule dell'ideologia nazionalista nel semplice linguaggio della sopraffazione di parte. Dopo la conclusione del Patto d'acciaio, il F. svolse sul suo giornale di Cremona (Regime Fascista) la tesi dell'espansionismo imperialista e del razzismo integrale, che aveva accettato prontamente ed in pieno dalla propaganda germanica.
Nella seduta del Gran consiglio del 25 luglio 1943 patrocinò un proprio ordine del giorno di totale fedeltà all'alleato tedesco; e, dopo l'arresto di Mussolini, fuggì, con l'aiuto dell'ambasciatore tedesco, in Germania. Durante il periodo della Repubblica sociale italiana il F. capeggiò il gruppo degli intransigenti, che volevano la guerra a fondo contro gli Alleati e lo sterminio degli antifascisti o "attendisti". Promosse o incoraggiò nel suo giornale e in Crociata Italica, diretta da certo don Calcagno, una specie di scisma fascista in seno alla Chiesa romana, che fu energicamente stroncato con mezzi disciplinari. Fu giustiziato dai partigiani a Vimercate il 28 aprile 1945.