GUASTALLA, Roberto
Nacque a Parma il 15 ag. 1855 da Giuseppe, generale dei carabinieri, e da Teresa Frati. Nel 1871 venne ammesso alla Reale Parmense Accademia di belle arti dove si diplomò nel 1876. Seguì il corso di paesaggio di Giulio Carmignani che, quasi certamente, lo avvicinò anche alla fotografia (Cobianchi, 1996, p. 17 del catalogo cui si rimanda di seguito, salvo altra indicazione). Durante il primo anno frequentò, inoltre, il corso di prospettiva e quello di ornato tenuto dal vedutista scenografo Girolamo Magnani, dal quale il G. sembra apprendere quel gusto teatrale presente spesso nei suoi paesaggi (Mavilla, p. 39). Le prime prove accademiche sono copie da L'étude du paysage di A. Calame ed esercitazioni su incisioni e litografie. Al 1877 risalgono un'opera ancora nei modi di Carmignani, Porto Martorano sul Taro, e Raccoglitori di fieno, dipinto sulla base di una fotografia. Nel 1878-79 il G. completò gli studi presso la Scuola libera del nudo.
Il G. venne indirizzato probabilmente dallo stesso Carmignani verso le tematiche orientaliste. A partire dal 1875 realizzò copie da Alberto Pasini (Luogo montuoso dell'Armenia, un disegno donato da Pasini all'Accademia di Parma e oggi conservato presso la locale Galleria nazionale, inv. 803, e vedute tratte dall'album Viaggio nell'Egitto, in Persia e nell'Armenia, edito a Parma e a Parigi nel 1859). Lo studio degli orientalisti è mediato dalle stampe, come documentano la copia del Corriere nel deserto, dipinto di Pasini noto al G. tramite l'incisione di Celestino Turletti, e le esercitazioni del 1879, tratte dalle tavole di Stefano Ussi e Cesare Biseo, che illustrano Marocco di Edmondo De Amicis, pubblicato a Milano quell'anno (i disegni del G. sono raccolti in tredici taccuini, conservati presso gli eredi: nel taccuino 4 sono le copie da Marocco).
Tra il 1882 e il 1885 circa il G. intraprese la carriera militare. Sono di questi anni alcuni studi eseguiti dal vero (Cavalli, Cavalli e soldati) e una serie di dipinti dedicati alle grandi manovre dell'esercito in Emilia nel 1887, dipinti per i quali realizzò anche le cornici (In batteria al Ghiardo; Rubiera 1887; Reggimento cavalleria Nizza alle grandi manovre nell'Emilia 1887, 1889).
Del milieu artistico parmense frequentato in questi anni è testimonianza l'album di disegni degli anni 1882-84 (taccuino 6), con annotazioni e caricature di se stesso, del fratello Guglielmo e dei suoi amici artisti, tra cui figurano Carmignani, Cecrope Barilli, Giorgio Scherer, Pier Giuseppe Ferrarini, Enrico Sartori.
Negli anni Ottanta il G. decise di dedicarsi all'arte e ai viaggi. Nel 1882-83 (taccuino 5) visitò Roma e Napoli, e qui entrò in contatto con i pittori della scuola di Resina (ne è testimonianza la copia Da Frisio a S. Lucia di Edoardo Dalbono); soggiornò poi a Venezia (1883), dove tornerà spesso in seguito. Nel 1886, ormai abbandonata la carriera militare, compì il primo viaggio in Egitto (Altipiano del Mokkatàm presso Cairo, del 1891, è elaborato da un bozzetto dal vero). Nel 1890 partì per Istanbul raggiungendo poi Damasco. Nel 1898 si recò in Marocco, imbarcandosi da Alicante, raggiunse quindi Beirut, Damasco, Istanbul e infine il Pireo. A questo viaggio risale la serie delle vedute delle mura di Fez e Meknès, di cui realizzò insieme bozzetti e fotografie. Nel 1906 visitò i Balcani, l'Ungheria, la Valacchia, realizzando fotografie delle città e dei popoli incontrati (Erzegovina: Mostar veduta della città dal fiume; Ungheria: ritratto di una coppia di fanciulli). Al 1908 risale l'ultimo viaggio del pittore che visitò ancora Napoli e la Sicilia, con destinazione Tunisia e Numidia (si vedano i taccuini 7-13 e le 516 foto note dell'autore, relative ai viaggi del 1898 e del 1906: Spocci, pp. 49 s.).
Se nei bozzetti eseguiti dal vero si trovano le architetture arabe, che più colpirono la sua fantasia (mura e porte di città, mercati, esterni di moschee), nei dipinti elaborati dall'artista, una volta tornato a Parma, la descrizione après nature di quei monumenti è ordinata in simmetrie e, in un secondo tempo, arricchita da figure umane e animali. Ne è esempio Mercato in Oriente, del 1895, in cui sono riproposti, in primo piano, la venditrice di arance, figura tratta da una fotografia di Henri Béchard (già elaborata dal G. nell'illustrazione litografica Fellah, venditrice d'arance edita nella rivista Per l'arte, VI [1894], 7, tav. fuori testo) e, in secondo piano, il gruppo dei cammelli (da confrontare con Cammelliere con tre cammelli, del 1886, e Carovana in sosta nel deserto, riferibile al 1890).
A partire dal 1879 e fino al 1910 il G. è presente con assiduità alle esposizioni parmensi organizzate dalla Società d'incoraggiamento agli artisti. Nel 1879 espose Porto Martorano sul Taro, acquistato dall'Istituto di belle arti di Parma (Parma, Galleria nazionale, inv. 931); mentre nel 1882 inviò due opere di soggetto gitano. Nel 1887 presentò per la prima volta un'opera orientalista Negozianti di cavalli al Cairo, vinta dal ministero dell'Istruzione pubblica. Nel 1890 partecipò all'esposizione con nove opere, tra cui Una via di Damasco (acquistata dalla famiglia reale) e In Cannaregio (acquistata dal locale Istituto di belle arti, attualmente nella Galleria nazionale di Parma, inv. 1056). Nel 1893 espose sei opere, di cui tre in concorso (tutte di soggetto orientalista). Fu presente anche all'edizione della Società del 1897, con otto opere, di cui tre in concorso (tra queste Porta di una moschea fu acquistata dall'Istituto di belle arti di Parma). Nel 1900 espose tre dipinti (fra i quali In viaggio per Fez, acquistato dal ministero dell'Istruzione pubblica) e due statuette di terracotta dipinta (un giovane berbero e un cavaliere marocchino), giudicati negativamente da Corradi. Nel 1905 presentò ventitré opere, di soggetto orientalista e gitano. In tale occasione Porta di un fondàk a Fez fu acquistata dall'Istituto di belle arti di Parma; mentre I mulini a vento della Mancia andarono al ministero dell'Istruzione pubblica (entrambe le opere sono conservate a Parma presso l'Accademia di belle arti). Nel 1907 inviò quattro opere, Bazar (Cairo), Fantasia (Marocco), Carovana di orsari (Rumenia) e Il Kasbek (Caucaso) e undici studi di soggetto gitano. Nel 1910, per l'ultima volta, partecipò all'Incoraggiamento con diciassette opere. In ambito locale figurò all'Esposizione di belle arti del 1880 con Interno dello stallo di S. Uldarico e alla mostra correggesca tenuta nel 1894.
In ambito nazionale espose a Bologna (Esposizione delle provincie dell'Emilia, 1888), a Ferrara (Mostra di belle arti per il V centenario dell'Università, 1892), a Firenze (Società di belle arti, 1890-91 e 1891-92) a Palermo. All'Esposizione nazionale di belle arti di Palermo (1891-92) inviò Porta del vecchio serraglio e Porta di una moschea. Fu presente alla I Triennale di belle arti di Brera, nel 1891-92, con l'opera Tende di fellah(Egitto) e alla seconda edizione, nel 1894, con quattro opere (di cui due, Porta del vecchio serraglio e Porta di una moschea, già in mostra a Palermo); mentre alla III Triennale, nel 1897, inviò due opere, Mercato in Oriente e Una via di Beirut (Siria), che non furono accolte dalla giuria.
Il G. morì a Trecasali, presso Parma, il 3 sett. 1912.
Il profilo biografico dell'artista e le sue opere, perlopiù conservate nella collezione degli eredi, sono stati oggetto di approfonditi studi resi noti in occasione della prima mostra monografica nel 1996. Recentemente sono apparsi sul mercato d'arte alcuni suoi dipinti (Roma, Christie's, 23 maggio 2000, lotti 260-267).
Fonti e Bibl.: Esposizione parmense di arte antica promossa dal comitato di provvedimento (catal.), Parma 1880, p. 49; Esposizione delle provincie dell'Emilia in Bologna 1888 (catal.), Parma 1888, p. 23; Esposizione nazionale in Palermo, 1891-1892 (catal.), Palermo 1891, p. 23; C. Ricci, La Regia Galleria di Parma, Parma 1896, pp. 367, 388; E. Corradi, La mostra di belle arti, in Per l'arte, XII (1900), 19, pp. 507 s.; G. Copertini, R. G., pittore, in Gazzetta di Parma, 2 genn. 1962; Id., La pittura parmense dell'Ottocento, a cura di G. Allegri Tassoni, Parma 1971, pp. 112-114; G.L. Marini, in Diz. encicl. Bolaffi…, VI, Torino 1974, p. 209; I pittori dell'800 in Emilia-Romagna. Quotazioni e prezzi di tutti i pittori nati in Emilia Romagna dal 1800 al 1899, a cura di G. Falossi, Milano 1983, p. 32; R. G. "pellegrino del sole" (catal.), Parma 1996 (in particolare, i contributi di R. Cobianchi, R.G.: ipotesi critica per un orientalista di fine Ottocento, pp. 11-34, di A. Mavilla, R.G. e l'esperienza accademica…, pp. 35-45, e di R. Spocci, Un pellegrino del sole…, pp. 47-54); Pittori e pittura dell'Ottocento italiano. Dizionario degli artisti, Novara 1997, s.v.; Gli orientalisti italiani. Cento anni di esotismo 1830-1940 (catal., Torino), a cura di R. Bossaglia, Venezia 1998, pp. 127-130 (ill.), 197 (nn. 52-55), 327; G.L. Marini, Il valore dei dipinti italiani dell'Ottocento e del primo Novecento. L'analisi critica, storica ed economica, Torino 2001, pp. 428, 429 (ill.); R. Cobianchi, Galleria nazionale di Parma. Catal. delle opere dell'Ottocento e del Novecento, a cura di L. Fornari Schianchi, Parma 2001, nn. 1125 s.; M. Tanara Sacchelli, Pittori dell'Ottocento a Parma, Parma 2001, s.v.; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XV, p. 180.