ROBERTO II duca di Normandia
Soprannominato Courteheuse ("Cortacoscia") o Gambaron, fu figlio maggiore di Guglielmo il Conquistatore e di Matilde di Fiandra e nacque nel 1054 (?). Alla morte del padre (8 o 9 settembre 1087) entrò in possesso del ducato di Normandia che Guglielmo gli aveva lasciato insieme col Maine. Il secondo figlio, Guglielmo il Rosso, aveva ottenuto il regno d'Inghilterra e il terzo figlio, Enrico, aveva dovuto contentarsi d'una dotazione in danaro. R. volle impossessarsi dell'Inghilterra, ma Guglielmo per difendersi suscitò una rivolta tra i vassalli di R. Tuttavia nel 1091 i due fratelli s'accordarono sulla base della cessione a Guglielmo della contea d'Eu e di diverse città, tra cui Cherbourg, e a condizione d'una spedizione in comune contro il terzo fratello dapprima alleato di R. poi ribelle contro di lui, a causa d'un diniego di giustizia da parte del fratello maggiore. Enrico, assediato al Mont-Saint-Michel, finì con arrendersi e condusse vita errabonda in Francia sino alla fine del 1092, nel quale anno si stabilì a Domfront. Le difficoltà tra R. e Guglielmo si rinnovarono dal 1094 al 1096. Poco dopo R. si fece crociato, impegnando il suo ducato a Guglielmo per la somma di 10 mila marchi d'argento e partì per l'Oriente, passando per Roma e per Costantinopoli. Combatté felicemente a Dorilea (1° luglio 1097), ad Antiochia (28 giugno 1098), partecipò alla presa di Nicea, di Antiochia e di Gerusalemme, nel 1099 rifiutò la corona reale e tornò in Francia passando per l'Italia, dove si trattenne un anno, sposandovi la bella Sibilla di Conversano e ripartendo nel luglio 1100 per la Francia. A Lione apprese che Guglielmo il Rosso era morto e che il loro fratello minore Enrico s'era impadronito della corona d'Inghilterra. Fin dal suo ritorno, R. pensò a togliere il trono a Enrico che cercò di placarlo offrendogli di rinunziare a tutta la Normandia, meno Domfront, e di pagargli una pensione. Nell'anno successivo, tuttavia, R. si recò in Inghilterra col pretesto d'intervenire tra Enrico e uno dei suoi vassalli ribellatosi. Già disprezzato dai suoi sudditi, ne fu detestato in seguito a una guerra ingiusta condotta nel 1103 contro il signore di Bellême. Da allora il ducato cadde in una specie d'anarchia, mentre R. viveva tra le sue amanti e i suoi buffoni, mostrandosi liberale con tutti i suoi favoriti. Più d'una volta, quindi, signori e prelati normanni invitarono il re d'Inghilterra a intervenire e fu il papa Pasquale II che riuscì a deciderlo. Nel 1105 Enrico I sbarcò e s'impadronì d'una buona parte del ducato. Un colloquio tra i due fratelli nella diocesi di Séez non riuscì a ristabilire del tutto la pace, come non vi riuscì un viaggio di R. in Inghilterra nel 1106. Nell'anno stesso Enrico I tornò in Normandia e il 27 settembre, assediando il castello di Tinchebrai, vinse e fece prigioniero R., il quale venne trasferito nel castello di Cardif, nel paese di Galles, dove visse 28 anni e morì il 7 febbraio 1134. R. II lasciò parecchi figli naturali. Dalla moglie legittima ebbe nel 1101 Guglielmo Cliton che fu un eterno candidato al ducato di Normandia, ricevette il Vexin dal re di Francia Luigi VI per il quale militò nella guerra contro i Fiamminghi ribelli, morendo all'assedio d'Alost.
Bibl.: L'art de vérifier les dates, II, Parigi 1784, pp. 847-852; G. Le Hardy, Le dernier des ducs normands, études critiques et historiques sur R. Courte-Heuse, Caen 1880; G. Paris, R. Courteheuse à la première croisade, i Comptes rendus de l'Académie des inscriptions, XVIII (1890), pp. 207-212.