ROBERTO il Pio, re di Francia
Nato a Orléans nel 970 da Ugo Capeto e da Adelaide d'Aquitania, morì a Melun il 20 luglio 1031. Ricevette un'educazione profonda dal teologo di Reims, Gerberto, il futuro papa Silvestro II, e fu, da suo padre, associato al trono nel Natale del 987. Non fu sempre ligio ai voleri del padre. Infatti, se, dopo un primo tentativo fatto per sposare una principessa bizantina, consentì a sposare, nel 988, Susanna Rosala, vedova del conte di Fiandra, più vecchia di lui, la ripudiò l'anno seguente, e si unì in matrimonio con Berta, vedova del conte Eudes di Chartres, nonostante le proibizioni della Chiesa e l'opposizione di suo padre, che morì prima delle nozze. Dovette però finire col cedere alle ingiunzioni della Chiesa, e ripudiata Berta, sposò, fra il 1001 e il 1003, Costanza d'Arles, e da questa ebbe parecchi figli, di cui Enrico, il suo successore, e Roberto, il primo duca Capetingio della Borgogna, furono da Costanza istigati l'uno contro l'altro e tutti e due contro il padre: una figlia Adele, sposata da prima al duca di Normandia Riccardo III; poi al conte di Fiandra Arnoul. Con un regno sostanzialmente pari a quello del padre, di cui Orléans continuava ad essere la capitale, R. non poteva iniziare grandi imprese né contro i grandi feudatarî del regno, né contro le potenze esterne. Lottò tuttavia contro Eudes di Chartres, i cui possedimenti, arricchiti della Champagne, circondavano tutto il territorio del regno; poi, alla morte del duca Enrico di Borgogna, nel 1002, rivendicò questo feudo contro il conte di Borgogna Otto-Guglielmo.
Una lunga guerra, interrotta da incidenti diversi, e principalmente la nomina di un suo amico a vescovo di Langres, nel 1016, permisero a R. di impossessarsi di Digione e del ducato, di cui investì il figlio Enrico, suo cadetto, che lo cedette poi al fratello Roberto (1032). Nel 1015, volse le sue mire sulla contea di Sens, il cui titolare si era reso odioso all'arcivescovo della città. A S. della Loira, invece, l'autorità di R. il Pio non si fece, per così dire, sentire, per quanto avesse avuto a che fare col duca d'Aquitania in occasione dell'iniziativa presa circa il Sacro Impero Romano-Germanico. R. il Pio, infatti, aspirava, se non a divenire imperatore, dopo la morte di Ottone III (1002), a occupare almeno la Lorena e il regno d'Arles. Nel 1032 quest'ultimo passò, finalmente, per testamento del suo ultimo re, Rodolfo III, all'imperatore Corrado II. Quanto alla Lorena, se ne parlò nel 1025, quando Guglielmo d'Aquitania fu candidato alla successione imperiale; ma Guglielmo, dopo un viaggio in Italia, rinunciò tosto alla Lorena.
Il regno di Roberto il Pio, mediocre come programma esterno, è caratterizzato da un considerevole rifiorire della vita religiosa. A questa epoca, infatti, si ricollega l'introduzione della riforma cluniacense in diverse grandi abbazie francesi (Saint-Denis, Saint-Germain-des-Prés, Marmoutiers, Fécamp), il moltiplicarsi dei pellegrinaggi in Terrasanta, la lotta contro l'eresia manichea (di cui parecchi seguaci furono bruciati a Orléans nel 1022). In diversi concilî si reclamò maggiore moralità nel clero. Il re stesso, dapprima condannato dalla Chiesa per il suo matrimonio con Berta, parve in seguito avere ben meritato il soprannome di Pio.
Bibl.: Ch. Pfister, Études sur le règne de Robert le Pieux, in Bibliothèque de l'École des hautes-études, Parigi 1885 n. 64.