MAGNANIMI, Roberto
Nato a Palermo il 2 luglio 1867, compì gli studi superiori e si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia a Roma, dove la famiglia si era trasferita. Allievo di G. Baccelli, direttore della clinica medica, dopo la laurea, conseguita nel 1892, ne divenne assistente volontario. Maturava, intanto, il suo interesse per la medicina legale: cominciò allora a frequentare l'istituto diretto da D. Toscani, ubicato nella vecchia sede dell'ospedale di S. Spirito, e ad acquisire esperienza nei vari problemi della specialità, in particolare nel settore della tossicologia del quale Toscani era un valoroso cultore. Nel 1897 conseguì la libera docenza in medicina legale e nel 1899, alla morte del maestro, fu incaricato della direzione della cattedra di medicina legale presso l'Università di Roma, dove ottenne di poter scindere in due corsi, per gli studenti di medicina e per quelli di giurisprudenza, l'insegnamento, fino ad allora unico, della disciplina.
Nel periodo trascorso a Roma pubblicò i suoi primi lavori, inizialmente riguardanti fisiopatologia, patologia e clinica medica (Il Nerium Oleander nelle cardiopatie, in Bull. della R. Accademia medica di Roma, XIX [1894], pp. 679-691; Il bilancio dell'azoto in un anemico colpito da influenza; saggio di ricerche, ibid., XXI [1895-96], pp. 552-571, in collab. con V. Ascoli; Le modificazioni del bilancio azotato dopo l'innesto della vena porta colla vena cava inferiore, in Policlinico, sez. medica, III [1896], pp. 153-167: in francese Les modifications de l'échange azoté après qu'on a mis la veine porte en communication avec la veine cave inferieure, in Archives italiennes de biologie, XXVI [1896-97], pp. 66-83). Successivamente orientò i suoi interessi nel campo della medicina forense recando contributi di ordine psichiatrico (Sullo stato mentale degli infermi di malattie acute non deliranti, in Riv. di medicina legale, I [1897], pp. 289-296; Contributo alla conoscenza dell'etiologia della frenastenia, in Bull. della Società Lancisiana degli ospedali di Roma, XXII [1902], 1, pp. 26-89; Contributo allo studio delle simulazioni delle malattie mentali, ibid., pp. 90-103), pratico e casistico (Sull'importanza medico-legale della lattosuria sperimentale, ibid., pp. 1-25; Su un caso di avvelenamento terapeutico per resorcina (Riassunto di perizia), ibid., pp. 125-138), ematologico forense (Sulle macchie di sangue e sulle possibilità di differenziare il sangue umano da quello degli animali domestici, e il sangue mestruale da quello di una qualsiasi ferita, in Bull. della Società Lancisiana degli ospedali di Roma, XVIII [1898], 1, pp. 74-135; Sulla composizione morfologica del sangue nel neonato, in Clinica ostetrica, IV [1902], pp. 11-17, 53-66; Sul punto di congelamento del sangue a varia epoca dalla morte, in Il Policlinico, sez. medica, IX [1902], pp. 234-238) e tanatologico (Influenza della putrefazione sul peso specifico dei polmoni fetali (ricerche sperimentali), in Bull. della Società Lancisiana degli ospedali di Roma, XVIII [1897-98], 2, pp. 82-102; Sulla così detta docimasia epatica, ibid., XXII [1902], 2, pp. 99-107).
Nel 1903 il M. fu incaricato dell'insegnamento e della direzione dell'istituto di medicina legale dell'Università di Sassari come professore straordinario; ordinario dal 1910, nel 1911 esercitò le funzioni di preside di facoltà. A Sassari dal 1905 al 1909 fece anche parte del Consiglio provinciale di sanità. Trasferito nel 1913 all'Università di Modena, ne diresse la cattedra di medicina legale dedicandosi, negli anni della sua direzione, a una razionale sistemazione dell'istituto.
Nel periodo trascorso alla guida degli istituti di Sassari e di Modena il M. proseguì con immutato impegno l'attività scientifica, dedicandosi a ricerche sperimentali (Ricerche sperimentali sul timo, in Clinica ostetrica, VIII [1906], pp. 346-352; Modificazioni istologiche e fisico-chimiche del sangue prodotte da iniezioni di sangue eterogeneo, in Arch. di farmacologia sperimentale e scienze affini, VII [1908], pp. 302-312) e a osservazioni di interesse medico-legale in campo ematologico (Variazioni viscosimetriche e crioscopiche del sangue nell'annegamento sperimentale, in Atti della Società di medicina legale in Roma, II [1909], pp. 10-35; Variazioni del gas nel sangue in alcune glicosurie tossiche (florizina, adrenalina, diuretina), in Arch. di farmacologia sperimentale e scienze affini, XI [1911], pp. 135-143, in francese Variations des gaz du sang dans quelques glycosuries toxiques (phlorizine, adrénaline, diurétine), in Archives italiennes de biologie, LVI [1911-12], pp. 173-181) e anatomo-istopatologico (Le proprietà osmotiche dei muscoli dopo la morte, in Studi sassaresi, IV [1906], sez. II, suppl. 3, pp. 1-25; Ricerche sul peso dell'encefalo negli ultimi mesi di vita intrauterina, ibid., suppl. 4, pp. 4-28; L'iperemia polmonare nelle asfissie meccaniche, ibid., suppl. 5, pp. 1-29; Variazioni di peso nel residuo secco del miocardio nell'annegamento sperimentale, in Atti della Società di medicina legale in Roma, III [1910], pp. 107-111). Tra i suoi lavori si ricordano ancora: Ricerche tossicologiche su alcuni derivati della morfina (dionina), eroina e peronina, in Studi sassaresi, IV (1906), sez. II, suppl. 5, pp. 30-41; La così detta "reazione dell'Orfila" e le reazioni cromatiche del sangue, in Il Cesalpino, VII (1911), pp. 225-228; Reazioni chimiche per colpi d'arma da fuoco, ibid., VIII (1912), pp. 325-332; Il diabete mellito da emozione in medicina legale, in Arch. di antropologia criminale, psichiatria e medicina legale, s. 4, VIII (1916), pp. 181-194, 269-284, 369-388; Sulla formazione dell'ematoporfirina, in Quaderni di medicina legale, I (1917), pp. 41-43; Un caso singolare d'infortunio sul lavoro, ibid., II (1918), pp. 297-299; Morte del neonato per emorragia, in Riv. di medicina legale, VIII (1918), pp. 161-169.
Chiamato nel 1919 a dirigere la cattedra di medicina legale dell'Università di Pavia, riorganizzò l'istituto, realizzando nuove strutture e procedendo a una razionale sistemazione degli spazi esistenti, fino a che nel 1932 ottenne la possibilità di trasferirlo nella nuova, più idonea sede del complesso del policlinico S. Matteo. A capo di una brillante scuola, guidò i suoi allievi in importanti studi nel campo dell'infortunistica che si tradussero in contributi ai progetti di riforma legislativa delle assicurazioni infortuni e malattie professionali. Pubblicò ancora alcuni lavori di vario interesse medico-legale (Un caso di morte per elettricità a bassa tensione, in Riv. di medicina legale, IX [1919], pp. 165-174), tra i quali di particolare interesse quelli riguardanti la possibilità, di cui si professava convinto sostenitore, di annullare il matrimonio in caso di impotenza (Principî teorici ed applicazioni pratiche in tema d'impotenza causa di nullità del matrimonio, in Zacchia, I [1921], pp. 137-139; Problemi demografici e nullità di matrimonio, in Arch. fascista di medicina politica, II [1928], pp. 214-223) e il problema del contagio da malattia venerea considerato dal nuovo codice penale reato contro la stirpe (Il nuovo codice penale e i reati contro la stirpe, ibid., VI [1932], pp. 57-63). Molto noto fu il suo manuale Esercitazioni di medicina legale (Milano 1923), agile e utilissimo strumento ragionato di istruzione e di informazioni pratiche per il lavoro di periti e studenti.
Il M. morì a Pavia il 1 apr. 1933.
Fonti e Bibl.: Necr., in Boll. della Società medico-chirurgica di Pavia, XI (1933), 3, pp. I-XXI e in R. Università degli studi di Pavia, Annuario accademico, 1933-34, pp. 303-306; L'Università di Pavia e i suoi istituti, Pavia 1925, pp. 130 s.; G.B. Maffei, R. Università di Pavia, Istituto di medicina legale e delle assicurazioni sociali, in Acta medica italica, III (1937), 1, pp. 83-100; V. Vaccari, Storia dell'Università di Pavia, Pavia 1948, p. 188; A. Pazzini, La storia della facoltà medica di Roma, Roma 1961, I, p. 345; II, p. 504; G. Armocida, Il primo insegnamento universitario italiano di medicina legale e polizia medica. Uno sguardo a duecento anni di storia della scuola medico legale di Pavia, Pavia 2003, pp. 189-192.