MALATESTA, Roberto
Signore di Rimini, nacque tra il settembre 1440 e il settembre 1441, dall'illegittima unione di Sigismondo Malatesta (v.) con Vannetta Toschi fanese ed ebbe per padrino il cardinale Pietro Barbo, futuro papa Paolo II. Fu legittimato nel 1450 da Nicolò V. Crebbe d'animo forte, volto tutto a cose di guerra. Fece le sue prime prove politiche nel 1457 con la missione presso Alfonso il Magnanimo a Napoli, per far cessare la guerra che questi aveva portato a suo padre: missione che non fu scevra d pericoli e che fallì non per sua colpa. Dal 1460 al 1463 partecipò con singolare valore alla guerra del padre suo contro Pio II, tanto fatale ai Malatesta. Nel 1465, alla morte dello zio Malatesta Novello, signore di Cesena, s'impadronì di questa città, ma non poté difenderla dalle armi spirituali e temporali oppostegli da Paolo II e dovette accontentarsi di Sarsina e di Meldola e di poche altre terre attorno. Morto il padre, pure con inganno si fece signore di Rimini, sbarazzandosi presto di Isotta, sua matrigna, e di Sallustio suo fratellastro, designato erede da Sigismondo, difendendo poi vigorosamente il suo acquisto di fronte a Paolo II con l'aiuto della lega di Milano-Firenze-Napoli. Negli anni seguenti fu condottiero assai apprezzato dalle maggiori signorie d'Italia; quale comandante in capo dell'esercito pontificio, riportò il 21 agosto 1482 la memoranda vittoria di Campomorto presso Velletri su Alfonso duca di Calabria, primogenito di Ferdinando, re di Napoli. Sennonché, pochi giorni dopo, il 10 settembre, morì non senza sospetto di veleno. Fu sepolto con sontuose onoranze tributategli da Sisto IV in San Pietro a Roma. Aveva sposato nel 1475 Isabella, figlia di Federico di Montefeltro, duca d'Urbino, che gli diede una figlia, Battista. Lasciò alcuni bastardi, tra cui Pandolfo che gli succedette.
Bibl.: Zannoni: L'impresa di Rimini del 1469 narrata da Pietro Acciaiuoli, in Rendiconti dell'Acc. Lincei, classe s. m., s. 5ª, V, Roma 1896.