ORSINI, Roberto.
– Non si conoscono né il luogo né la data di nascita di questo condottiero, figlio di Carlo, capostipite del ramo di Bracciano, e di Paola di Giacomo Orsini, conte di Tagliacozzo.
Anche sul padre le notizie sono scarse: è certo che nel settembre 1419, insieme ai fratelli Francesco e Orsino, ottenne da papa Martino V il vicariato triennale sul castello di Bracciano e sul lago di Sabatino, possedimenti che con il castello di Stroncone furono poi riconfermati e trasferiti alla famiglia fino alla sua estinzione. Nel 1426, grazie al fratello cardinale Giordano, Carlo fu anche ascritto al patriziato veneto unitamente a tutta la sua discendenza.
Di Roberto è noto che, oltre a essere signore di Pacentro, Sant’Angelo, San Polo, San Gregorio nonché conte di Tagliacozzo e Alba con i suoi congiunti, militò sempre al soldo della Chiesa e del re di Napoli a fianco del fratello Napoleone, espertissimo nell’arte militare e insignito dell’alto grado di capitano generale della Chiesa.
Nel 1445 a Roberto, a Napoleone e allo zio Orso venne intimata da parte della Chiesa la restituzione di Nepi: gli Orsini furono costretti a cedere e tre anni dopo la città venne riconsegnata a Niccolò V, ottenendo il rimborso del costo delle munizioni di loro proprietà lì rimaste.
In qualità di comandante della cavalleria pontificia, nel 1459 Roberto fu inviato da Pio II nel regno di Napoli in soccorso degli aragonesi impegnati in una dura lotta contro Giovanni II d’Angiò, pretendente al trono in opposizione a Ferdinando I di Napoli, detto Ferrante, figlio naturale di Alfonso V. Durante la
guerra angioino-aragonese, che si protrasse dal 1460 al 1464, Orsini fu ferito nella battaglia di Sarno (giugno 1460), ma, a differenza di altri condottieri e baroni, non abbandonò Ferdinando sconfitto. Lo scontro non fu risolutivo, tanto che già nel 1462, nella battaglia di Troia, in Puglia, l’esercito aragonese ottenne un successo schiacciante contro quello angioino, grazie anche all’abilità dello stesso Orsini, di Roberto di Sanseverino conte di Caiazzo e di Marsico, e agli appoggi dati da Pio II, dal duca milanese Francesco Sforza e dal condottiero albanese Giorgio Castriota Scanderbeg, debitore a Ferdinando della protezione avuta in passato da Alfonso V. Dopo la vittoria, Orsini e Roberto di Sanseverino ridussero tutta la Calabria all’obbedienza nei confronti del sovrano aragonese. In cambio dell’appoggio dato a Ferdinando, nel 1463 Roberto venne aggregato all’Ordine cavalleresco partenopeo dell’Ermellino, istituito dal re forse a imitazione di un omonimo ordine bretone del XIV secolo. Nel 1464, il sovrano concesse a Roberto e a Napoleone l’investitura di Alba e Tagliacozzo, con facoltà di dividerla sino alla quarta generazione, e di accogliere monaci nel cenobio di S. Maria della Vittoria, nella diocesi dei Marsi, a esclusione, però, dei francesi, in quanto potenziali sostenitori degli angioini.
Nel 1467 Roberto si trasferì in Toscana per combattere al fianco del futuro genero Pietro de’ Medici, allora alleato di Galeazzo Maria Sforza, Ferdinando d’Aragona e Giovanni II Bentivoglio, signore di Bologna; prese quindi parte, sotto il comando di Federico da Montefeltro, alla battaglia nei pressi di Molinella (o Riccardina, 25 luglio 1467), nel Bolognese, contro Bartolomeo Colleoni, a capo degli esuli fiorentini e coalizzato con Borso d’Este, marchese di Ferrara, e Alessandro Sforza, signore di Pesaro, dopo la quale Colleoni dovette rinunciare alla sua ambizione della conquista di Milano.
Altre vicende biografiche di Orsini note riguardano solo la sua discendenza. Dal matrimonio con Violante Sanseverino, egli ebbe quattro figlie: Francesca, sposata con Francesco Antonio d’Aquino marchese di Pescara e in seconde con Giovan Battista Carafa, conte di Airola; Costanza, moglie di Pietro Bernardino Gaetani conte di Morcone; Orsina, coniugata con Marcello Colonna signore di Gallicano, Zagarolo e di Calabritto e in seconde nozze con Alfonso d’Avalos conte di Pomarico; Trifalda, andata in sposa a Fabrizio Spinelli signore di Roccaguglielma e successivamente al condottiero Virginio Orsini.
Alla morte di Violante, Roberto sposò Caterina, figlia di Amerigo Sanseverino, conte di Capaccio, e di Margherita Sanseverino dei duchi di San Marco; da lei ebbe Alfonsina che nel 1475 andò in moglie a Piero de’ Medici, figlio primogenito del Magnifico, portando in dote Castel S. Angelo presso Tivoli, avuto nel 1504, quale porzione della sua eredità, dal cugino Giangiordano Orsini.
Di Roberto sono attestati anche due discendenti illegittimi: Girolama, sposata a Paolo di Niccolò Vitelli di Città di Castello, comandante mercenario per i fiorentini e da questi processato per tradimento e giustiziato nell’ottobre 1499, e l’unico figlio maschio Mario, capostipite del ramo degli Orsini signori congiunti di Pacentro e Oppido, in virtù delle sue nozze con Caterina di Francesco Zurlo, erede della contea paterna di Oppido, Pietragalla e Casalaspro per investitura del re Ferrante nel 1480.
Roberto morì a Siena, colpito da peste, il 29 giugno 1476.
Fonti e Bibl.: Johannis Simonetae Rerum gestarum Francisci Sfortiae, a cura di G. Soranzo, in Rer. Ital. Script., II ed., XXI, 2, Bologna 1932, pp. 326 s., 440, 456 s., 459; F. Sansovino, De gli huomini illustri di Casa Orsina, in Venetia appresso Bernardino et Filippo Stagnini 1565, p. 67; P. Litta, Orsini, in Famiglie celebri d’Italia, tav. XXIII, Milano 1847; C. Argegni, Condottieri, capitani, tribuni, II, Milano 1937, p. 374; B. Colonna, Gli Orsini, Milano-Varese 1955, pp. 206, 281.