PANE, Roberto
Storico dell'architettura, nato a Taranto il 23 novembre 1897, morto a Napoli il 29 luglio 1987. Si applicò sin da giovanissimo al disegno e all'incisione (nel 1912 frequentò a Napoli lo studio dello scultore V. Gemito), attività che avrebbe proseguito e accompagnato con un'ampia documentazione fotografica di architetture e complessi ambientali, non solo italiani. Nel 1919 s'iscrisse al neo Istituto superiore di architettura di Roma, dove fu tra i primi laureati di quella scuola nel 1924. Professore ordinario di Storia dell'architettura dal 1942, fu chiamato dalla facoltà di Architettura di Napoli, dove svolse una lunga attività d'insegnamento, rivolta anche ai problemi della conservazione e del restauro. Nel 1949 fu chiamato come esperto di restauro architettonico presso l'UNESCO e nello stesso tempo fece parte della commissione tecnica dell'Istituto centrale del restauro. Fu anche membro del Consiglio superiore del ministero dei Lavori pubblici. Fondò e diresse dal 1961 la terza serie della rivista Napoli Nobilissima, già diretta da Croce, dove numerosissimi sono i suoi interventi, spesso polemici.
Seguendo l'estetica di Croce, P. introdusse nella storia dell'architettura il metodo storico-critico, abbandonando le posizioni di G. Giovannoni, che gli era stato maestro a Roma, sin dalla pubblicazione di Architettura del Rinascimento in Napoli (1937) e di Architettura dell'età barocca in Napoli (1939). P. si pose pertanto come figura centrale, nell'ambito degli studi italiani sull'architettura, di una concezione neo-idealista che avrebbe più tardi aggiornato avvicinandosi al sociologismo della scuola di Francoforte e ai portati della psicologia junghiana, tenendo anche conto delle tematiche interdisciplinari delle scienze umane. Alle biografie dedicate a Palladio (1948 e 1961), Bernini architetto (1953), Ferdinando Fuga (1956) e Antonio Gaudì (1964 e 1982), si affiancano da un lato efficacissime letture delle architetture ''senza autore'' in Capri (1954) e ne I mausolei romani in Campania (1957, in collaborazione con A. de Franciscis), e dall'altro il grande quadro d'insieme de Il Rinascimento nell'Italia meridionale (i-ii, 1975-77), dove l'indagine si estende a tutta la cultura artistica del tempo e alle fonti letterarie. Altra componente fondamentale dei suoi studi si rivolge a favore della conservazione e del restauro dell'architettura, comprese quella ''minore'' e rurale, come dimostra uno dei suoi primi studi sull'Architettura rurale campana (1936), e come ebbe modo di sostenere con la successiva introduzione del concetto di ''letteratura architettonica'' sulla scorta della distinzione tra poesia e letteratura teorizzata da Croce. Ciò gli permise di definire e rivendicare i valori dell'edilizia dei centri antichi e di esigerne la conservazione insieme ai monumenti, estendendo tali principi all'ambiente naturale. A tale definizione P. sarebbe rimasto fedele nel tempo, mentre avrebbe sviluppato anche in chiave psicologica i principi del ''restauro critico'', da lui per primo definiti negli anni della ricostruzione post-bellica. Le sue proposte in tal senso sono contenute in numerosissimi scritti, tra i quali ricordiamo Architettura e arti figurative (1948), Città antiche edilizia nuova (1959) e Attualità e dialettica del restauro (1987). Alcune di esse trovarono accoglimento nella Charte de Venise (1964) del restauro.
Bibl.: s.v. Pane, Roberto, in Dizionario di Architettura e Urbanistica, Roma 1969; AA.VV., Scritti in onore di Roberto Pane, Napoli, 1969-71; AA.VV., Ricordo di Roberto Pane. Incontro di studi. Napoli, Villa Pignatelli, 14-15 ottobre 1988, ivi 1991.