ROSSELLINI, Roberto
Regista cinematografico, nato a Roma l'8 maggio 1906. Iniziò la sua carriera realizzando varî cortimetraggi a carattere documentario, quindi alcuni film di guerra in cui dimostrava di non essersi distaccato troppo dalle sue esigenze cronistiche: La nave bianca, 1941; Un pilota ritorna, 1942, e L'uomo dalla Croce, 1943. Il dopoguerra lo trovava scabro evocatore della tragedia italiana: con Roma, città aperta, nel 1945, e con Paisà, che lo segue solo di un anno, nasce il cinema italiano realistico, quello che per R. stesso troverà poi il suo culmine e, forse, la sua tappa conclusiva in Germania, anno zero, 1947. I film che seguono, Amore e La macchina ammazzacattivi, 1948, dimostrano invece nel regista l'esigenza di tentare vie più agiate e complete che, partendo dall'esperienza realista, lo conducano ad approdi di più sicura poesia. Ma, in un certo senso, rappresentano ancora il momento instabile di una ricerca.
Nel periodo realistico il R. non si concede un commento, una nota propria. Il suo cinema mette in crisi la narrativa cinematografica. La decentrazione delle scene fuori dal giro di pochi ambienti o dal contrarsi di pochi personaggi serviti dal dialogo, sblocca il racconto ma ne distrugge anche i suoi schemi più saldi. R. al cinema non chiede più di essere un dramma o un racconto, ma di essere un ritmo con il quale rappresentare intera l'umanità. La povertà formale del campo visivo, la trascuratezza dell'inquadratura dimostrano ch'egli fida solamente nella ricchezza dei valori umani che la macchina da presa obiettivamente contempla. Discusso dalla critica, che non sempre ha voluto rassegnarsi al crollo o al rovesciamento dei suoi canoni estetici, il R. può considerarsi uno dei più significativi rappresentanti della regìa italiana contemporanea.