UBALDINI, Roberto
– Nacque a Gagliano, nel Mugello, nel 1465 o 1466 da Antonio Ubaldini e da Costanza.
Da tale unione nacquero anche il fratello Raffaello e due sorelle: la prima si fece monaca con il nome di suor Raffaella; la seconda, Lucrezia, si sposò con il padre di Michelangelo Buonarroti, Ludovico, probabilmente nel 1487, dopo la morte della prima moglie di quest’ultimo.
Ubaldini vestì l’abito domenicano nel maggio del 1489 in S. Marco a Firenze e l’anno seguente, il 19 maggio 1490, fece la professione nelle mani del priore di S. Marco, frate Domenico da Finale. I primi anni della sua vita religiosa furono segnati da uno stretto legame con Girolamo Savonarola. Ubaldini si mostrò un fervente discepolo e il predicatore ferrarese lo ripagò con la sua stima: lo nominò suo segretario personale affidandogli l’incarico di scrivere gran parte delle lettere che inviava ai frati, ai monasteri, e al generale dell’Ordine. Chiese la sua collaborazione durante la composizione del trattato De simplicitate christianae vitae e lo volle con sé anche durante i cicli omiletici da lui tenuti in giro per la penisola italiana. Ubaldini condivise con Savonarola il progetto di distaccare il convento di S. Marco dalla congregazione lombarda e fece parte di una delegazione inviata a Roma nel 1493 per sostenere tale iniziativa. Dopo qualche anno i rapporti tra i due si raffreddarono e Ubaldini fu sostituito come segretario personale da Niccolò Seratico da Milano. In seguito a questo distacco, Ubaldini si unì ai confratelli più critici nei confronti del rigido tenore di vita imposto da Savonarola all’interno del convento.
Il 21 aprile 1498, due giorni dopo l’arresto di Savonarola, dopo essere stato citato in giudizio dalla Signoria, Ubaldini rinnegò gli insegnamenti del maestro, dichiarando di essere stato ingannato. La sconfessione però non lo salvò dalla condanna riservata a tutti i seguaci savonaroliani: il 29 maggio fu bandito da Firenze per dieci anni insieme ai suoi confratelli. Durante gli anni di esilio soggiornò presso il convento di S. Maria della Quercia a Viterbo. Qualche mese più tardi si trasferì a Siena nel convento di S. Spirito dove risiedette almeno fino all’autunno dell’anno successivo. Il 28 maggio 1500 la Signoria revocò la condanna e gli consentì di tornare presso il convento di S. Marco. Qualche mese dopo fu nominato priore del convento di S. Maria del Sasso a Bibbiena, dove rimase per quasi un anno e mezzo, fino all’estate del 1502. Nell’autunno di quell’anno tornò a S. Marco dove il 30 novembre fu nominato sostituto del sindaco e poche settimane dopo sacrista e sindaco del convento. Nel maggio del 1504 divenne priore del convento di S. Spirito di Siena, dopo un brevissimo passaggio come priore a San Gimignano. Alla vigilia di Natale del 1504 fu costretto a lasciare la città insieme ai suoi confratelli, banditi dal governatore di Siena per aver osservato l’interdetto pronunciato da Roma contro la città. Dopo qualche mese il bando fu revocato per i suoi confratelli, ma non per lui. In qualità di ex priore, Ubaldini fu costretto a rimanere in esilio. Tornato nel 1505 presso il convento di S. Marco, ricevette da fra Giacomo da Sicilia, vicario generale dell’Ordine, l’incarico di redigere la Cronaca del convento di S. Marco, alla quale lavorò per quattro anni. Tra il 1505 e il 1509 si occupò, in qualità di sindaco, anche degli affari del convento, predicò la quaresima nella pieve di S. Geminiano nel 1507 e per un anno circa, tra l’agosto di quell’anno e il giugno del 1508, fu socio e collaboratore del vicario dell’Ordine Tommaso De Vio a Roma. L’8 agosto 1511 fu nominato per la terza volta sindaco del convento di S. Marco, dove rimase fino all’aprile dell’anno successivo. Nel 1513 fu nominato per la seconda volta priore del convento di S. Maria del Sasso a Bibbiena, dove iniziò la costruzione del coro. Nel 1516 risultava residente presso il convento di S. Domenico di Pistoia.
Negli anni successivi si dedicò alla causa di canonizzazione di Antonino da Firenze, per la quale fu nominato postulatore da parte dell’Ordine con il consenso dell’arcivescovo di Firenze e dei vertici della Repubblica fiorentina.
Egli stesso narrò in una dettagliata cronaca l’andamento della causa processuale, le difficoltà incontrate, gli ostacoli superati, i contatti che coltivò in quei mesi tra Firenze e Roma, fino alla felice conclusione della procedura con la canonizzazione occorsa il 31 maggio 1523.
L’impegno profuso in questa occasione gli valse la riconoscenza del vicario dell’Ordine Antonio da Ferrara e quella dello stesso pontefice Clemente VII, il quale l’8 gennaio 1524 lo nominò cappellano e familiare.
Tra il 1523 e il 1530 Ubaldini rimase a Firenze presso il convento di S. Marco. Il 10 ottobre di quell’anno, in seguito all’assedio di Firenze da parte delle truppe di Carlo V, fu costretto a lasciare il convento insieme ai suoi confratelli recandosi presso l’ospizio della Maddalena a Pian di Mugnone (Fiesole). Qui, poche settimane dopo, fu nominato vicario del luogo. Il 19 novembre 1532 ottenne da Serafino Bellandini, vicario generale dell’Ordine, il permesso di recarsi a Marsiglia in pellegrinaggio alla basilica di S. Massimino, eretta in onore di S. Maria Maddalena, patrona dell’Ordine. Al ritorno da quel soggiorno francese si ritirò nel convento di S. Spirito a Siena.
Morì il 3 gennaio 1535.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Firenze, Carte strozziane, s. 1, filza 134, nn. 9, 10, 12, 13; Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, San Marco, ms. 884, cc. 146v-150v: R. Ubaldini, Cronaca del processo e della canonizzazione di S. Antonino; ms. 370, cc. 15r, 171v: Id., Cronaca di S. Marco; ms. 903, cc. 6v, 17v, 19r, 21r-24v, 25r, 26v, 30r, 31r-32v, 34v-37r, 45v, 50v, 77v, 155v-156r: Ricordanze B di S. Marco; ms. 919, doc. 10; ms. 925, doc. 3; Firenze, Biblioteca nazionale, Conventi soppressi, J. 1. 51, cc. 1r-5v: R. Ubaldini, Beati Antonii Archiepiscopi Vita; Archivio di Stato di Siena, Patrim. resti eccles., reg. 2348, cc. 11v ss., 101r ss.: Chronica conventus Sancti Spiritus de Senis; Roma, Archivio generale dell’Ordine dei predicatori, IV 24, c. 29r.
P. Villari, La storia di Girolamo Savonarola e de’ suoi tempi, II, Firenze 1861, doc. LIII n. 11, pp. CCCLXVI-CCCLXXV, doc. LIX, p. CDVIII; C. Guasti, Le Carte strozziane del R. Archivio di Stato in Firenze. Inventario, s. 1, I, Firenze 1884, p. 555 s.; S. Orlandi, La canonizzazione di S. Antonino nella relazione di fra R. U. da Gagliano, in Memorie domenicane, LXXXI (1964), pp. 85-115, 131-162; Id., Michelangelo Buonarroti e i Domenicani, ibid., pp. 201 s., 211 s.; R. Creytens, Il Direttorio di R. U. da Gagliano O. P. per le terziarie collegiate di S. Caterina da Siena in Firenze, in Archivum Fratrum Predicatorum, XXXIX (1969), pp. 127-172; Id., Les actes capitulaires de la congrégation toscano-romaine O.P. (1496-1530), ibid., XL (1970), pp. 128 s., 141 s., 152, 227 s.; L. Polizzotto, Vicissitudini, contrasti ed esiti del processo di canonizzazione di S. Antonino, in Rivista di ascetica e mistica, LIX (1990), pp. 363-387 (in partic. p. 385); A.F. Verde - E. Giaconi, Epistolario di fra Vincenzo Mainardi da San Gimignano domenicano 1481-1527, in Memorie domenicane, XXIII (1992), p. 556 n. 13, p. 563 n. 2, p. 564 n. 8, p. 565 n. 8, pp. 568 s. n. 7, p. 573 n. 7, pp. 583 s. n. 1, p. 585 n. 1, p. 587 n. 2, p. 590, p. 594 n. 41, p. 595 n. 47, p. 597 n. 112, p. 602 n. 5, p. 632, p. 651 n. 4, p. 684 n. 2; A.F. Verde, Codici savonaroliani. Schede, in Memorie domenicane, XXV (1994), pp. 310-314; M. Mussolin, Vicende di un cantiere conventuale senese. I regolari osservanti di san Domenico ed il complesso di Santo Spirito ai Pìspini, tesi di laurea in architettura, Università di Venezia, 1995, pp. 24-30, 215-228; Id., Il convento di Santo Spirito e i regolari di san Domenico, in Bullettino senese di storia patria, CIV (1997), p. 34, n. 78; S.J. Cornelison, Art and the relic cult of St. Antoninus in Renaissance Florence, Farnham 2012, pp. 24 s., 27 s., 96 s.; M. Mussolin, La promozione del culto di Sant’Antonino al tempo di Leone X e Clemente VII e i progetti di Antonio da Sangallo il Giovane per la chiesa di San Marco, in Antonino Pierozzi OP (1389-1459): la figura e l’opera di un santo arcivescovo nell’Europa del Quattrocento. Atti del Convegno internazionale di studi storici... 2009, a cura di L. Cinelli - M.P. Paoli, Firenze 2012, pp. 509-532 (in partic. pp. 518-521).