WILLIAMS (propr. McLaurin Williams), Robin
Attore e comico statunitense, nato a Chicago il 21 luglio 1951 e morto a Tiburon (California) l’11 agosto 2014. L’indole solitaria e il sorriso disarmante ne misero subito in luce capacità mimiche e interpretative che W. seppe perfettamente adattare, durante la sua intensa carriera, a ruoli sia comico-surreali sia drammatici che lo hanno portato a collezionare quattro nominations all’Oscar, vinto nel 1998 come migliore attore non protagonista per Good Will hunting (1997; Will hunting - Genio ribelle) di Gus Van Sant, e ad aggiudicarsi ben sei Golden Globe.
Di famiglia benestante, di lontane origini europee, scoprì la sua passione per il teatro durante gli studi universitari abbandonati ben presto per la prestigiosa scuola di recitazione Juilliard di New York. Nel 1977, dopo un apprendistato in teatrini off, venne scelto da Garry Marshall per il ruolo di Mork, buffo e divertente alieno, protagonista della fortunata serie televisiva Mork & Mindy, che interpretò dal 1978 al 1982, raggiungendo grande popolarità e divenendo un’icona per un’intera generazione. Affabulatore dotato di una mimica facciale ineguagliabile, sguardo indifeso e sorriso luminoso e malinconico, W. fu un brillante one show man recitando, fino agli anni Novanta, in numerose stand-up comedy che affinarono le sue già ben delineate qualità attoriali.
Robert Altman, nel 1980, lo chiamò per il suo primo importante ruolo cinematografico in Popeye (Popeye Braccio di ferro), in cui interpreta il famoso marinaio tutto pipa e spinaci. Iniziò così il passaggio al grande schermo dove ancora una volta W. si distinse per le sue interpretazioni ironiche e intelligenti, come in Good morning, Vietnam! (1987) di Barry Levinson, irriverente e provocatorio dj di una radio di guerra di stanza in Vietnam che gli valse la prima nomination all’Oscar e un Golden Globe. Ma il ruolo che gli diede piena notorietà, facendo emergere le sue non comuni qualità drammatiche e imponendolo come attore di rilievo internazionale, fu sicuramente quello di John Keating, professore illuminato, appassionato e controcorrente in Dead poets society (1989; L’attimo fuggente) di Peter Weir, che gli fece guadagnare la seconda nomination all’Oscar.
Tra gli anni Novanta e i primi anni Duemila continuò ad alternare interpretazioni comiche e drammatiche. Ricordiamo, tra le tante, il dottor Malcolm Sayer in Awakenings (1990; Risvegli) di Penny Marshall, al fianco di Robert De Niro; il Peter Pan di Hook (1991; Hook - Capitan Uncino) di Steven Spielberg; il professore stralunato in The fisher king (1991; La leggenda del re pescatore) di Terry Gilliam, terza nomination all’Oscar; l’indimenticabile ‘mammo’ in Mrs. Doubtfire (1993; Mrs. Doubtfire - Mammo per sempre) di Chris Columbus; il medico-clown, paladino della risoterapia, in Patch Adams (1998) di Tom Shadyac; il poetico robot umanoide in Bicentennial man (1999; L’uomo bicentenario) di Columbus; lo scrittore Walter Finch, inquietante assassino nel noir Insomnia (2002) di Christopher Nolan; il montatore in The final cut (2004) di Omar Naim; il popolare conduttore comico in Man of the year (2006; L’uomo dell’anno) di Levinson.
Boulevard (2014) di Dito Montiel, girato pochi mesi prima del suicidio dell’attore, è uscito postumo e lascia l’ultimo ritratto di un uomo a metà, gay inconfessato e spaventato all’idea di affrontare la propria sessualità, uno splendido e complesso personaggio, tra le prove più riuscite dell’attore dopo le apparizioni in ruoli secondari degli ultimi anni come Teddy Roosevelt nei tre episodi Night at the museum (2006; Una notte al museo), Night at the museum - Battle of the Smithsonian (2009; Una notte al museo 2 - La fuga) e Nightat the museum - Secret of the tomb (2014; Notte al museo - Il segreto del faraone) diretti da Shawn Levy; il musicista-maestro in August Rush (2007;La musica nel cuore - August Rush)di Kirsten Sheridan; il presidente Dwight D. Eisenhower in The Butler (2013; The Butler - Un maggiordomo alla Casa Bianca) di Lee Daniels; Henry Altmann, cui restano solo novanta minuti di vita, in The angriest man in Brooklyn (2014; 90 minuti a New York) di Phil Alden Robinson.
Bibliografia: E. Herbert, Robin Williams. When the laughter stops, 1951-2014, London 2014 (trad. it. Robin Williams. I sogni non muoiono mai, Milano 2014).