GESSOSE, ROCCE
. Sotto questo nome sono riunite quelle rocce semplici costituite prevalentemente di solfato di calcio idrato (gesso) oppure anidro (anidrite).
Il gesso, inteso come roccia e non come minerale (in questo senso, v. gesso), deve soprattutto la sua formazione a deposito chimico. La sua origine essenzialmente marina, lagunare e lacustre è dimostrata dall'associazione assai frequente con salgemma e con solfati solubili come quelli di magnesio e di sodio. Le masse gessose formatesi per alterazione dei calcari, operata da quegli agenti di cui si è parlato trattando del gesso come minerale, hanno poca importanza geologica, perché sono formazioni locali. Lo stesso può ripetersi delle cortecce gessose originatesi per idratazione superficiale di masse di anidrite, come p. es. quelle di Volpino. I tipi di struttura di questa roccia sono quelli delle altre rocce sedimentarie (calcare, dolomia). La varietà compatta, a grana molto fine, translucida, ceroide, simile a marmo, costituisce l'alabastro gessoso di colore bianco, roseo e anche policromo e zonato con colori ben distinti, come quello coltivato in molte cave della Toscana. Alabastro a zone di belle tinte si trova altresì in Sicilia ed è localmente chiamato ballatino. Il gesso, se puro, è bianco, se no, grigio per sostanze argillose, rossastro per ossido di ferro o bruno per impurezze di sostanze organiche. I banchi e gli strati di gesso in Italia sono particolarmente sviluppati nel Miocene appenninico, soprattutto in Romagna, nelle Marche e in Sicilia, dove per lo più si trovano intercalati a strati di marne, argilla, salgemma, tripoli e calcari zolfiferi, costituendo la cosiddetta "zona gessosa-solfifera del Miocene superiore". Meno importanti sono le masse delle Alpi e delle Prealpi, appartenenti ai due livelli del Trias: Trias inferiore e Raibliano. Anche per l'anidrite, considerata come roccia, le formazioni sedimentarie sono le più diffuse e le più importanti. Anidrite si ritrova in banchi e in strati (molto potenti come quelli messi in luce nella perforazione delle gallerie del Colle di Tenda e del Sempione) talvolta associati a salgemma e anche a gesso. Questa associazione si spiega per il fatto che il formarsi della fase anidra o di quella idrata dipende dalla temperatura e dalla composizione della soluzione da cui il solfato si deposita; una certa concentrazione di cloruri alcalini e di magnesio infatti abbassa notevolmente la tensione di vapore della soluzione, cosicché già verso i 30° si deposita il sale anidro invece di quello idrato. Il colore della roccia è per lo più azzurrastro, rossiccio, azzurrognolo e anche bianco. Una massa molto nota è quella di Volpino (Valcamonica) appartenente al Trias inferiore, chiamata volpinite: è una varietà compatta saccaroide, grigio-azzurrognola, zonata o listata sì da rassomigliare al marmo bardiglio, onde il nome di bardiglio di Bergamo con cui viene volgarmente chiamata.