LEUCITICHE, ROCCE
. Vengono comprese sotto questa denominazione alcune rocce effusive, molto diffuse in Italia, le quali, se in esse alla leucite essenziale che sostituisce i feldspati si associa un pirosseno monoclino in quantità variabile, costituiscono le leucititi, rappresentanti effusive dei magmi fergusitici; se inoltre è presente l'olivina, i balsati leucitici corrispondenti alle missouriti intrusive.
La leucite si presenta per lo più idiomorfa, icositetraedrica con inclusioni regolarmente ordinate (fig.1), talvolta senza contorni cristallini, oppure con inclusioni irregolarmente disposte o anche assenti.
La parte femica è formata essenzialmente da pirosseni che nelle leucititi, sia nei cristalli sia nella massa fondamentale, sono rappresentati da diopside verde chiaro, con un quantitativo variabile di molecole di egirina-augite, talvolta concresciute in modo che il diopside formi il granulo e l'egirina-augite il mantello. Spesso il pirosseno nelle leucititi del Lazio, in vicinanza specialmente dello sbocco della corrente lavica, è di colore giallo invece che del normale colore verde; probabilmente per azione pneumatolitica. Nei basalti leucitici è più frequente l'augite o la titanaugite in lamelle tabulari secondo (100). Il pirosseno è talora accompagnato da biotite di colore bruno scuro o rosso-bruno con riassorbimento marginale; i minerali di ferro, magnetite, ilmenite sono abbondanti solo nei basalti leucitici. Si trova inoltre come accessorio frequente la melilite idiomorfa in forma di prismi tozzi o in plaghe allotriomorfe includenti numerosi cristalli di leucite. Ad essa si aggiungono haüyna, spesso nefelina, granato melanite, perowskite, e, più di rado, anfiboli bruni, e anche plagioclasi e sanidino. Rispetto alla struttura i basalti leucitici presentano una pronunziata struttura porfirica con fenocristalli non di leucite, ma di olivina; le leucititi hanno struttura idiomorfa fino a panidiomorfa granulare. I primi con caratteri più femici, le seconde più salici. Esempio tipico di leucititi sono le rocce compatte, grige, tenaci dei dintorni di Roma, notissima fra tutte quelle della tomba di Cecilia Metella sulla Via Appia (Capo di Bove; fig. 2).
Localmente si dicono poi sperone le leucititi gialle, diffuse specialmente alla base del cratere del Monte Albano, più porose delle rocce normali, contraddistinte dalla presenza di pirosseno giallo, da un contenuto in magnetite minore che nel tipo normale e da abbondante melanite, ritenuta caratteristica. Sono derivate dalla roccia normale per azione endogena postvulcanica.
Per la composizione chimica le rocce leucitiche sono piuttosto basiche e contengono oltre agli alcali - con prevalenza di solito di K2O su Na2O - anche notevoli quantità di ossidi di calcio, magnesio e ferro specialmente nei basalti leucitici.
Oltre che in queste rocce tipicamente leucitiche, la leucite può entrare in notevole quantità in molte altre delle quali determina varietà leucitiche. Con quantità crescenti di plagioclasio in una leucitite si arriva alle tefriti leucitiche, formate da leucite, con i caratteri precedentemente descritti, e da un plagioclasio basico, per lo più labradorite o bytownite, con evidente struttura zonata. Da alcuni autori è stato osservato che talvolta il plagioclasio è secondario e deriva da trasfomazione della leucite. Se è presente anche l'olivina si hanno le basaniti. Chimicamente questa famiglia è caratterizzata da scarsa quantità di SiO2 ed elevato tenore di alcali e delle altre basi. Se è invece l'ortoclasio che prevale sui plagioclasî si passa alle trachiti leucitiche, ricche di K2O, o, se il feldspato è tutto sanidino, si hanno le leucofonoliti costituite da leucite e sanidino che, oltre ad essere sviluppate nella regione dei laghi di Bolsena, Bracciano, Vico, si rinvengono nel gruppo di Roccamonfina e nei blocchi del Vesuvio e del Somma. Se infine alla leucite, che sostituisce più o meno abbondantemente il sanidino, si associa abbondante nefelina con accessoria haüyna, noseanite, granato, melanite, titanite, si hanno i leucitofiri, che si distinguono dalle leucititi per l'alto contenuto in CaO.
In Italia le leucititi si trovano, oltre che nelle regioni ricordate, anche in quelle di Bracciano e di Bolsena, tendenti però spesso a tefriti leucitiche, e a Roccamonfina. Negli Ernici, a Frosinone, sono rappresentati basalti leucitici. Le lave del Vesuvio e del Somma sono tipiche tefriti leucitiche passanti in qualche localitȧ a basaniti. Nell'Eifel si trovano leucititi, basalti leucitici e basaniti; leucititi al lago di Laach; nella Prussia Renana, nell'Assia e nello Středohoří (Mittelgebirge) boemo, basalti leucitici. Si rinvengono leucititi di tipo salico nella regione del vulcano Etinde nel Camerun, leucititi nefeliniche fino a nefeliniti nel vulcano Meru nell'Africa occidentale, e inoltre leucititi, leucititi nefeliniche e basalti leucitici nelle fosse dell'Africa centrale a nord del Lago Kiwa. L'americana Wyomingite è una leucitite delle "Leucite Hills" (Wyoming) caratterizzata da fenocristalli di flogopite; oltre ad essa, sempre della stessa località, si possono ricordare l'orendite e la madupite con fenocristalli di natura diversa.
La tabella dà un esempio di composizione chimica per ciascuno dei tipi di rocce leucitiche precedentemente ricordate.