rocchio
Gli argini che suddividono Malebolge sono pieni di ripidi scogli (cfr. If XIX 131) e questi scogli hanno numerosi rocchi, ossia " sporgenze ", " asperità ", " irregolarità ". La spiegazione più precisa del termine è probabilmente quella di Buti a If XX 25 (io piangea, poggiato a un de' rocchi): " Dice ‛ rocchi ' per mostrare che non erano tagliati per ingegno umano, ma come fa la natura nelli monti, che quivi è uno sasso più eminente e colà un altro, sì che ‛ rocchio ' tanto è a dire quanto pezzo informe di legno o di sasso ".
Il termine è usato di nuovo, in efficace contesto, in If XXVI 17 proseguendo la solinga via, / tra le schegge e tra ' rocchi de lo scoglio.
I commentatori si sono sforzati di definire la differenza fra ‛ scheggia ' e r. (in If XXIV 28 ‛ scheggia ' è unito a ‛ ronchione '): " schegge... sono... piane, e' rocchi tondi quasi in forma di nodi " (Vellutello); " le schegge sono ‛ parti minori de' rôcchi ' " (Tommaseo); " scheggia, sporgenza piccola e tagliente; rocchio, sporgenza più rilevante e, presumibilmente, meno spigolosa " (Mattalia). Tuttavia è probabile che i termini siano equivalenti, corrispondendo più o meno a ‛ ronchione ' (XXIV 28 [qui infatti è anche la variante rocchione, su cui cfr. Petrocchi, ad l.] e XXVI 44), e a chiappa (XXIV 33; cfr. Guido da Pisa); in questi luoghi a D. non preme indicare precise differenze fra vari tipi di " massi sporgenti " dal corpo degli scogli.
La frequenza, in questa parte del viaggio dantesco, di tali termini, ha indotto la maggioranza dei commentatori a credere anche borni (XXVI 14) sinonimo di r., ma si veda sub voce.