RODNEY, George Brydges, barone
Ammiraglio, nato il 13 febbraio 1718 a Londra, dove morì il 24 maggio 1792. Nel 1732 cominciò il suo servizio nella marina inglese imbarcando sul Sunderland. Nel 1739, sul Dolphin, conseguì il grado di tenente di vascello. Nel 1742 ebbe il comando della Plymouth; il 14 ottobre 1747, al comando dell'Eagle, sotto gli ordini dell'ammiraglio Hawke, ebbe modo di distinguersi nella battaglia sostenuta contro la flotta francese al largo di Ouessant. Nel 1749 fu nominato governatore e comandante in capo dell'Isola di Terranova e nel 1751 fu eletto membro del parlamento. Importanti servizî il R. rese durante la guerra dei Sette anni. Nel 1757, al comando del Dublin, prese parte alla spedizione contro Rochefort e l'anno successivo sulla medesima nave, agli ordini dell'ammiraglio Boscawen, si trovò alla presa di Louisburg. Nel 1759, col grado di contrammiraglio, inflisse gravi perdite ai trasporti francesi raccolti sulle coste della Normandia per un attacco all'Inghilterra. Con una divisione di fregate e bombarde fu incaricato di attaccare Le Havre; l'impresa fu compiuta fra il 4 e il 6 luglio. Secondo il rapporto di R., in 52 ore di bombardamento continuo furono lanciate 19 mila bombe e vennero incendiati 131 scafi. Nominato, nell'ottobre del 1761, comandante della stazione navale alle Antille, l'anno seguente conquistò la Martinica, Santa Lucia e la Grenada, e per le sue brillanti azioni fu promosso a scelta viceammiraglio ed ebbe il plauso di tutta l'Inghilterra. Dopo aver ricoperto incarichi terrestri, nel 1771 ottenne il comando della stazione navale della Giamaica, ove portò diversi miglioramenti, e rimase sino al 1774. Fu quindi costretto a ritirarsi in Francia per riparare al disordine finanziario dovuto a spese straordinarie da lui sostenute e a forti perdite al gioco. Visse a Parigi nell'oscurità, sfuggendo ai suoi creditori, finché la generosità di un amico non gli offerse i mezzi di ritornare in Inghilterra proprio mentre avevano inizio le ostilità tra questa potenza e la Francia per le questioni d'America. R. ebbe il comando di un'armata di 21 vascelli, destinata a operare nelle Antille, ma il suo vero compito doveva esser quello di vettovagliare Gibilterra assediata dai Franco-Spagnoli, e quindi di opporsi all'opera dei Francesi nei mari americani. L'8 gennaio 1780 R. s'imbatté in 15 navi onerarie spagnole scortate da un vascello e cinque fregate che, uscite da San Sebastiano, veleggiavano per Cadice. Tutte le unità nemiche furono catturate. Una settimana più tardi, all'altezza di Capo S. Vincenzo, R. avvistò una squadra spagnola comandata dall'ammiraglio don Juan de Langara. La lotta fu asprissima, ma gli Spagnoli furono completamente disfatti e lo stesso ammiraglio fu fatto prigioniero. R. sbarcò i soccorsi a Gibilterra, vettovagliò Minorca e proseguì per le Antille, dove, radunate tutte le navi inglesi, formò una nuova squadra ben numerosa e con essa andò alla ricerca dell'armata francese comandata dal de Guichen. ll 17 aprile 1780 le due squadre si scontrarono nei pressi della Martinica, ma il risultato fu incerto. Nel febbraio del 1781 R. occupò l'isola olandese di S. Eustachio e catturò numeroso naviglio. Tale occupazione, e la confisca delle merci in gran parte di nazioni neutrali e anche di proprietarî inglesi, coinvolsero R. in una serie di processi. Dopo alcuni mesi trascorsi in Inghilterra per ricuperare la sua salute e difendersi di fronte al parlamento, egli nel febbraio 1782 ebbe nuovamente il comando della squadra delle Antille. All'Inghilterra premeva assicurarsi la sovranità di queste isole, che poteva essere messa in pericolo da una vittoria dell'ammiraglio De Grasse. R. con la battaglia della Dominica (v. dominica: La battaglia della Dominica), salvò la Giamaica e ridiede agl'Inglesi la superiorità navale. Universalmente ammirato, R. fu creato barone e innalzato alla dignità di pari d'Inghilterra. Il re gli diede inoltre una pensione di 2 mila sterline all'anno, trasmissibile ai suoi eredi. Il combattimento dell'aprile 1782 fu l'ultimo a cui R. prendesse parte; la sua salute andò sempre peggiorando ed egli si ritirò a vita tranquilla sino alla morte.
Bibl.: C. Randaccio, Storia navale universale, Roma 1891; A. V. Vecchj, Storia generale della marina milit., Livorno 1895; J. Knox Laughton, in Dict. of national biography, XVII, Londra e Oxford 1921-22, s. v. (con ampia bibl.).