BRIGNOLE SALE, Rodolfo
Nato a Genova il 27 giugno 1708, quarto e ultimogenito di Anton Giulio e di Isabella Brignole, ascritto al libro d'oro già il 2 dic. 1720, fu guidato nella vita politica dal fratello maggiore Giovan Francesco, di cui prima condivise e poi ereditò le fortune pubbliche e private. Si ignora se il B. abbia studiato come il fratello nel collegio Tolomei di Siena, ma certo ebbe anch'egli interessi letterari e artistici: infatti fu arcade nella Colonia ligustica col nome di Aureno, e a lui, come alla moglie, la bellissima Pellina Lomellini, furono dedicati carmi da vari poeti, tra cui il Ricchieri, e furono fatti ritratti da vari pittori, tra cui G. B. Chiappe.
Il B. ebbe il primo incarico politico di rilievo nel 1739 come Padre del Comune; l'anno successivo si recò come inviato straordinario a Vienna per portare gli omaggi della Repubblica a Maria Teresa appena salita al trono. Ma lo scopo principale della missione era quello di ottenere dall'Austria una garanzia per il possesso della Corsica contro eventuali mire della Francia, dalla quale la Repubblica aveva precedentemente ottenuto invii di truppe militari nell'isola allo scopo di sedarvi i disordini. Il B., arrivato a Vienna il 3 giugno 1740, fu ricevuto in udienza l'8 giugno; l'anno successivo, nel settembre, partì per Presburgo, dove Maria Teresa si era trasferita in seguito allo scoppio della guerra di successione. La sua permanenza nella città della dieta fedele a Maria Teresa dovette però essere di molto breve durata, perché nel 1742 il B. si trovava a Genova, dove ricoprì nuovamente la carica di Padre del Comune, fino al 1745. In questi anni (1742-44) partecipò attivamente alle sedute del Minor Consiglio, appoggiando le posizioni politiche del fratello Giovan Francesco: i suoi interventi riguardavano i problemi finanziari, con la frequente richiesta della estensibilità della legge suntuaria, e giudiziari, nella critica ai molti disordini della Ruota civile e, soprattutto, di quella criminale. Nel 1746, anno cruciale nella storia della Repubblica, il B. dovette interrompere l'attività politica e recarsi a Lucca, per curarsi una affezione di erpete. Da Genova dovette allontanarsi anche in altre occasioni per curare i propri "interessi" in Francia, probabilmente dei capitali impiegati in prestiti ad alto interesse: già nel 1738, infatti, ai tempi della tassazione straordinaria, il B. disponeva di un capitale dichiarato di 709.000 lire, che lo designava al ventesimo posto nella graduatoria degli abbienti della Repubblica.
Dal 1750 al 1762 l'attività politica del B. non conobbe soste: nel dicembre 1750 fu estratto procuratore; nel 1754 e nel 1765 fu due volte governatore; contemporaneamente fece parte del Magistrato delle Nuove fortificazioni e della Giunta di giurisdizione, in seno alla quale svolse attività molto lodata dai suoi contemporanei; ebbe quattro volte la toga senatoria, fu inquisitore di Stato e supremo sindacatore. Il 14 febbr. 1760 gli morì il fratello Giovan Francesco, che, avendo perduto nel 1743 l'unico figlio, lasciò il B. unico erede delle sue vastissime sostanze, a danno dell'altro fratello vivente Giuseppe Maria, il quale si affrettò a contestare, se non tutta l'eredità, almeno il possesso della splendida dimora dei Brignole Sale, Palazzo Rosso.
Le polemiche tra i due fratelli ebbero un lungo strascico legale e suscitarono un vasto scalpore, anche per la drastica presa di posizione del B., che, avendo riportato giudizio a lui favorevole in prima istanza alla Ruota civile, con una buona scorta di uomini armati prese possesso di Palazzo Rosso e vi si rinchiuse come in una fortezza, lanciando una aperta sfida all'autorità del Senato che, durante la vertenza, ne aveva assunto possesso interinale.
Lo sdegno suscitato da questo gesto, mitigato dalla successiva sentenza definitiva che gli riconosceva la proprietà del palazzo, non gli impedì, il 25 nov. 1762, di essere eletto doge.
Anche per cancellare rancori e critiche, dimostrò subito la sua splendidezza con un invito a tutta la nobiltà per un favoloso banchetto, due giorni dopo il Natale. L'incoronazione avvenne nel duomo il 16 apr. 1763, celebrata con Orazioni dal Corassino e dal Federici e con carmi a profusione dall'ambiente arcadico e festeggiata da un nuovo sontuoso banchetto.
Ma l'intensa vita mondana non distraeva il B. dai suoi incarichi ufficiali: durante il suo dogato venne approvata la prima istituzione di scuole gratuite per i fanciulli più poveri, educati da alcuni preti sotto la guida di Lorenzo Garaventa; d'altro lato venne approvato un decreto contro la manomorta per cui si impediva il lascito di stabili alle corporazioni religiose; inoltre i padri serviti vennero banditi dal territorio della Repubblica, per avere il loro padre generale inviato un visitatore apostolico in Corsica senza il permesso del governo genovese. Molto celebrata dai poeti liguri dell'epoca fu una vittoria riportata il 17 ott. 1763 dalla galea "S. Francesco da Paola", capitanata da Domenico Castellini, su cinque sciabecchi turchi e una fregata algerina nelle acque di Maiorca, vittoria che venne attribuita alla felice presenza sul trono del Brignole.Il B. terminò il dogato il 25 nov. 1764 e ritornò al suo Palazzo Rosso. Negli anni successivi alternò la carica di preside del magistrato di Guerra e di preside del magistrato degli inquisitori di Stato; inoltre tra il 1768 e il 1774 fu diverse volte addetto alla Giunta dei confini; infine nel 1767 e nel 1773 fu tra i protettori della nazione ebrea. Il 18 apr. 1774 morì improvvisamente per un colpo apoplettico e venne sepolto in S. Maria di Castello nella cappella gentilizia dei Brignole Sale.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Genova, Manoscritti 473, cc. 563, 569; 496, cc. 76 ss.; 516, p. 18; 518, p. 208v; Ibid., Buste nobilitatis, 141107; Ibid., Diversorum Collegi, F. 254-267; Ibid., Istruzioni ministri, 9/2716; Ibid., Lettere ministri Vienna, 68/2585; Ibid., Archivio segreto,Ricordi del Senato, F. 1640A, 1646; Genova, Civ. Bibl. Berio, Man. F. Ant. Gen. C10,Tributo d'Elicona reso dagli Arcadi della Colonia Ligustica al serenissimo R. E. M. B. S. doge della ser. Repubblica di Genova in occasione della sua incoronazione al 16apr1763:ilvero e reale possesso del Palazzo Brignole di Strada Nuova giustificato dal magnifico Giuseppe Maria Brignole Sale contro il presunto possesso preteso dal serenissimo R. M. B., Genova 1763; S. de Franchi, Per a Coronaçion dro Serenissimo Duze R. E. M. B., Genova 1772; G. B. Ricchieri, Rime, Genova 1773, p. 229; F. M. Accinelli, Compendio delle storie di Genova, Lipsia 1750, III, p. 70; N. Battilana, Genealogie delle famiglie nobili di Genova, Genova 1825, I, ff. 1-3; F. Alizeri, Guida artistica di Genova, II, Genova 1846, p. 347; L. Grillo, Elogi dei Liguri illustri, II, Genova 1846, p. 225; R. A. Vigna, Illustrazioni di S. Maria di Castello, Genova 1864, pp. 422, 450; G. F. De Ferrari, Storia della nobiltà di Genova, Bari 1898, p. 51; A. Boscassi, Il magistrato dei Padri del Comune..., Genova 1912, p. 51; L. Levati, I dogi di Genova e vita genovese dal 1746 al 1771, III, Genova 1915, pp. 52-56, 228300; V. Vitale, Diplomatici e consoli della Repubblica di Genova, in Atti della Società ligure di storia patria, LXIII (1934), p. 125; A. Cappellini, Dizionario biografico dei Genovesi illustri e notabili, Genova 1936, p. 26; G. Giacchero, Storia economica del Settecento genovese, Genova 1951, p. 167; V. Vitale, Breviario della storia di Genova, II, Genova 1955, ad Indicem.